La roccia della grotta di Lourdes da oltre un secolo viene sfiorata dalle mani di decine di milioni di persone che vi lasciano l'impronta dei loro desideri, delle loro speranze e dei loro dolori. A Lourdes tutte le fragilità e le povertà convergono. I pellegrini si affidano alla Madonna implorando guarigioni nel corpo e nello spirito. I registi Thierry Demaizière e Alban Teurlai sono andati ad incontrare questi pellegrini, siano essi pazienti ricoverati, malati, zingari, soldati o prostitute. Hanno ascoltato le loro preghiere sussurrate e documentato le loro vite tormentate da lunghi calvari. Al di là della fede hanno ripreso Lourdes come un grande teatro antropologico dove si intersecano storie profondamente struggenti. Quelle dei malati. Ma anche quelle degli operatori sanitari e soprattutto dei volontari, spesso giovani e molto giovani, che li assistono nel viaggio, talvolta lunghissimo, sui treni pieni di barelle e carrozzine; negli alloggi durante i tre, quattro, cinque giorni di soggiorno, nutrendoli, vestendoli, curandoli, lavandoli e poi accompagnandoli nelle cerimonie, nella quotidiana recita del rosario, nelle grandi e suggestive adunate attorno alla grotta miracolosa o nell'immenso santuario, sempre col sorriso sulle labbra e con lo sguardo di chi, immergendosi nel vortice della sofferenza, scopre di crescere in umanità assieme ai suoi fratelli più sfortunati.
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