Tu invece, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché
non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo, che è nel segreto, e il
Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.
Girolamo: Gesù parla secondo l’usanza della provincia della
Palestina, dove nei giorni di festa si è soliti ungere il capo. Comanda dunque
che quando digiuniamo ci mostriamo lieti e gioviali.
Crisostomo: L’interpretazione di queste parole è semplice ed
è per associazione che dobbiamo comprendere questo come ciò che precede, come
se dicesse: devi essere così lontano dall’ostentazione del tuo digiuno che, se
fosse possibile (cosa che però non insegna), sarebbe meglio, al contrario,
avere in viso i segni dei banchetti e del lusso.
Crisostomo: Spiritualmente per faccia dell’anima si intende
la coscienza. Come infatti al cospetto degli uomini è gradevole una faccia
bella, così al cospetto di Dio è bella una coscienza pura. Queste facce gli
ipocriti, che digiunano per gli uomini, le sfigurano, volendo ingannare Dio e
gli uomini: infatti è sempre ferita la coscienza che pecca. Se dunque togli la
malvagità dalla tua anima, hai lavato la tua coscienza, e digiuni bene.
Leone: Il digiuno infatti deve essere compiuto non solo con
la moderazione dei cibi, ma soprattutto con la privazione dei vizi. Infatti,
poiché questa mortificazione è fatta per diminuire il focolaio dei desideri
carnali, il taglio che soprattutto deve operare la mortificazione è quello di
essere sobri quanto all’ingiusta volontà e digiuni quanto alle disoneste
azioni; e questa deviazione non esclude gli inabili, poiché anche in corpo
debole si può trovare l’integrità dell’anima.
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