Pregando poi non usate molte parole come i pagani: pensano infatti di
essere esauditi nella loro loquacità. Non imitateli: infatti il Padre vostro sa
ciò di cui avete bisogno prima che glielo chiediate.
Agostino: Non è vero, come alcuni pensano, che si ha il
pregare con molte parole se si prega a lungo. Altro è un lungo discorso, altro
un effetto prolungato. […] Sia lontana dalla preghiera la molteplicità delle
parole, ma non venga meno la molta orazione, se l’intenzione persevera fervente:
infatti parlare molto nella preghiera è trattare una cosa necessaria con parole
superflue. Pregare molto è sollecitare con la prolungata incitazione del cuore
colui che interpelliamo: infatti il più delle volte ciò avviene più con i
gemiti che con i discorsi, più col pianto che con l’espressione verbale.
Girolamo: Infatti il
Padre vostro sa ciò di cui avete bisogno prima che glielo chiediate. Sorge
qui l’eresia di certi filosofi che danno questo perverso insegnamento: se Dio
sa ciò che chiediamo, e anche prima sa ciò di cui abbiamo bisogno, parliamo
inutilmente a chi sa già tutto. A questi bisogna rispondere che non siamo
narratori, ma mendicanti. Altro è infatti narrare a chi sa, altro chiedere a
chi sa.
Agostino: Non è con le parole che noi dobbiamo sforzarci di ottenere
da Dio ciò che desideriamo, ma con la rettitudine della nostra anima, la
purezza dell’intenzione, l’onestà del cuore, la semplicità dell’affetto.
Agostino: La preghiera opera la conversione del nostro cuore
dalla parte di Dio e, respingendo il desiderio dei beni temporali, purifica il
nostro occhio interiore, e così la punta del nostro cuore resa alla sua purezza
diviene capace di sopportare la pura luce, e di dimorare con essa nella gioia
che è la perfezione della vita beata.
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