Amatore era un giovane prete di Tuni (Spagna) che,
secondo s. Eulogio di Cordova, assieme al padre e ai fratelli lasciò il
suo paese natale per recarsi a Cordova, desiderando migliorare la sua
formazione spirituale e intellettuale. Ma ben presto si dedicò alla
evangelizzazione dei maomettani che occupavano la città, aiutato nella
sua opera dal monaco Pietro e da Ludovico, fratello di Paolo Diacono,
ambedue di Cordova. Questa attività, però, fu ben presto stroncata dalle
autorità musulmane, che misero a morte i tre predicatori il 30 aprile
855. I corpi dei martiri, gettati nel fiume Guadalquivir, dopo alcuni
giorni furono trovati sulla riva, e venne data loro pia sepoltura.
Pietro fu sepolto nel monastero di S. Salvatore, detto Pena de la Miel,
alle porte di Cordova, Ludovico nella città di Palma e Amatore fu
riportato nel suo paese natale, che da allora, in memoria del santo, si
chiamò Martos, probabile alterazione del nome Amatore. Secondo un'altra
versione, invece, il corpo di Amatore non fu mai ritrovato.
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