A questo punto ormai comincia a respirare
dall’oppressione delle sofferenze e del dolore e a mitigare la grandezza
del timore con la gioia dello spirito, per non essere assorbito da una
eccessiva tristezza per l'enormità dei suoi peccati. Da questo momento
in poi, anche se teme Dio come giudice spera in lui come Salvatore,
poiché ormai nel suo animo il timore e la gioia camminano insieme e si
vanno incontro; il più nelle volte il timore vince la letizia più spesso
la letizia caccia fuori il timore e chiude bene dentro di sé il segreto
del suo rallegrarsi. Felice la coscienza in cui avviene senza sosta una
simile lotta, fino a che ciò che è morta1e venga assorbito dalla vita,
finché sia scacciato il timore, che è parziale, e vi si sostituisca la
gioia perfetta poiché per la coscienza non sarà eterno il timore, ma la
gioia. Quando sarà ormai cosi ardente e risplendente, non confidi ancora
di essere nella casa dove normalmente si porta il lume acceso perché
sia riparato da ogni timore causato dai venti; ma si ricordi di essere a
cielo scoperto e con tutte e due le mani cerchi di coprire ciò che
porta, e non si fidi dell'aria, anche se sembrerà che non ci siano
correnti. Improvvisamente, e nell'ora in cui non pensa cambierà, e se
avrà abbassato le mani appena un poco il lume si spegnerà. E se anche il
calore brucerà le mani di chi porta il lume, come qualche volta capita,
preferisca soffrire piuttosto che ritrarre le mani, perché il lume può
essere spento in un momento, in un batter d'occhio.
Se
fossimo in quella casa non costruita da mani di uomo eterna nei cieli,
dove non entra nessun nemico, non esce nessun amico, non c'è nulla da
temere! Ora invece siamo esposti a tre venti molto cattivi e molto
forti, la carne il diavolo, il mondo, che si danno da fare per spegnere
la coscienza illuminata, ispirando nei nostri cuori desideri cattivi,
movimenti illeciti, mettendoti in agitazione così improvvisamente che a
mala pena puoi renderti conto da dove vieni e dove vai. Anche se di
questi tre venti due a volte si calmano, dal terzo tuttavia nessuno è
mai riuscito ad ottenere una tregua momentanea.
Perciò
e con le mani e con i cuori e con i corpi, bisogna proteggere l'anima
perché non avvenga che una volta (già) illuminata, si spenga; e non
bisogna cedere né indietreggiare, anche l'aspra veemenza delle
tentazioni mette duramente alla prova la condizione dell'uomo esteriore e
dell'uomo interiore, ma bisogna dire con il santo: L’anima mia è sempre
nelle mie mani51. Preferiamo bruciarci piuttosto che edere. E come non
ci dimentichiamo facilmente di ciò che teniamo in mano, così non
dimentichiamoci mai di occuparci delle nostre anime e questo impegno sia
vivo nei nostri cuori più di ogni altro.
San Bernardo di Chiaravalle - Sermoni per la Vigilia della Nascita del Signore. 1-6.
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