EDITH STEIN (1891-1942) nacque a Breslau in Germania
nel 1891. Era di famiglia ebraica. Si distinse nel collegio e andò a
Gottinga a studiare filosofia. Lì conobbe Husserl e rimase sorpresa
dalla nuova fenomenologia. Nel 1914, durante la prima guerra mondiale,
si iscrisse come infermiera volontaria. La mandarono in un ospedale
austriaco. Curò i soldati colpiti dal tifo e i malati di tutte le
classi, ricevendo la medaglia al valore per il suo lavoro in ospedale.
Nel tempo alcune conversioni di suoi amici la colpirono e cominciò a
leggere opere cristiane.
Quando morì il suo
professore di filosofia Adolfo Reinach andò a far visita alla vedova,
della quale era amica e vedendo la sua forza spirituale, disse: Lì
per la prima volta incontrai la croce e il potere divino che parla a
coloro che la portano. Fu il mio primo barlume della Chiesa, nata dalla
passione redentrice di Cristo, dalla sua vittoria sulla morte. In questo
momento la mia incredulità si ruppe; l’ebraismo impallidì dinnanzi
all’aurora di Cristo, Cristo nel mistero della croce.
La sua fede in Cristo aumentò in maniera decisiva quando lesse la Vita di Santa Teresa del Gesù, scritta dalla santa stessa.
Racconta: Cominciai a leggere e fui immediatamente catturata senza poter smettere di leggere fino alla fine. Quando chiusi il libro, mi dissi: “Questa è la verità”.
Racconta: Cominciai a leggere e fui immediatamente catturata senza poter smettere di leggere fino alla fine. Quando chiusi il libro, mi dissi: “Questa è la verità”.
La mattina seguente si comprò un
catechismo cattolico ed un messale e si mise a studiarlo velocemente.
Dopodiché decise di assistere per la prima volta alla messa parrocchiale
a Bergzabern. Ecco le sue impressioni: Nessuno mi parve estraneo.
Grazie allo studio che avevo fatto previamente, se guii tutta la
cerimonia fino all’ultimo dettaglio. Un venerabile sacerdote si avvicinò
all’altare e celebrò il santo sacrificio con profondo fervore.
Terminata la messa, attesi che finisse la sua preghiera di
ringraziamento. Poi lo seguii fino alla casa parrocchiale. Lì gli
chiesi il battesimo... Il sacerdote mi fece un esame. Le mie risposte
erano perfette, passò in rassegna tutta la dottrina cattolica. Il buon
sacerdote, pieno d’ammirazione, non tardò ad accettare la mia richiesta
di battesimo.
Il 22 gennaio del 1922 rinacqui a
nuova vita con il battesimo, e ricevetti la comunione. La sua
madrina Hedwig Conrad Martius ricorda quel giorno con queste parole: La cosa più bella era la sua radiosa allegria, un’allegria infantile.
Da
quel giorno, con il permesso, potei ricevere la comunione tutti i
giorni. Ma fu tale il suo entusiasmo per la sua nuova fede che decise
di dedicare la sua vita interamente a Dio, ed entrò nelle Carmelitane
scalze di Colonia il 15 ottobre del 1933, a 42 anni d’età, con il
nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Così terminava il suo
cammino, dalla filosofia di Husserl al Carmelo.
Ma
la situazione degli ebrei in Germania diveniva ogni giorno più
difficile, così partì dal convento di Colonia, per riparare
nel Carmelo di Echt in Olanda. Quando nella primavera del 1940
l’Olanda fu occupata dai nazisti, la gerarchia cattolica olandese
scrisse una lettera al commissario del Reich, Seyss Inquart,
contestando l’atteggiamento vessatorio verso gli ebrei. Si udirono
proteste dai pulpiti, come nel caso del vescovo di Utrecht. Le SS
tedesche reagirono con rappresaglie, rinchiudendo tutti i cattolici
di origine ebrea. Il due agosto del 1942 si presentarono al
convento di Echt in cerca di Edith Stein e di sua sorella
Rosa, rifugiatasi lì. Le condussero via dall’Olanda con
destinazione sconosciuta. Più tardi si seppe che la sorte finale
di Edith furono le camere a gas nel campo di Auschwitz. Lì donò la sua
anima a Dio il 9 agosto del 1942. Papa Giovanni Paolo II la canonizzò
l’11 ottobre del 1998. Ora è santa Edith Stein.
Padre Ángel Peña
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