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domenica 9 agosto 2020

La Conversione di Edith Stein


EDITH STEIN (1891-1942) nacque a Breslau in Germania nel 1891. Era di famiglia ebraica. Si distinse nel collegio e andò a Gottinga a studiare filosofia. Lì conobbe Husserl e rimase sorpresa dalla nuova fenomenologia. Nel 1914, durante la prima guerra mondiale, si iscrisse come infermiera volontaria. La mandarono in un ospedale austriaco. Curò i soldati colpiti dal tifo e i malati di tutte le classi, ricevendo la medaglia al valore per il suo lavoro in ospedale. Nel tempo alcune conversioni di suoi amici la colpirono e cominciò a leggere opere cristiane. 

Quando morì il suo professore di filosofia Adolfo Reinach andò a far visita alla vedova, della quale era amica e vedendo la sua forza spirituale, disse: Lì per la prima volta incontrai la croce e il potere divino che parla a coloro che la portano. Fu il mio primo barlume della Chiesa, nata dalla passione redentrice di Cristo, dalla sua vittoria sulla morte. In questo momento la mia incredulità si ruppe; l’ebraismo impallidì dinnanzi all’aurora di Cristo, Cristo nel mistero della croce.

La sua fede in Cristo aumentò in maniera decisiva quando lesse la Vita di Santa Teresa del Gesù, scritta dalla santa stessa.
Racconta: Cominciai a leggere e fui immediatamente catturata senza poter smettere di leggere fino alla fine. Quando chiusi il libro, mi dissi: “Questa è la verità”.

La mattina seguente si comprò un catechismo cattolico ed un messale e si mise a studiarlo velocemente. Dopodiché decise di assistere per la prima volta alla messa parrocchiale a Bergzabern. Ecco le sue impressioni: Nessuno mi parve estraneo. Grazie allo studio che avevo fatto previamente, se guii tutta la cerimonia fino all’ultimo dettaglio. Un venerabile sacerdote si avvicinò all’altare e celebrò il santo sacrificio con profondo fervore. Terminata la messa, attesi che finisse la sua preghiera  di  ringraziamento.  Poi  lo  seguii  fino  alla  casa parrocchiale. Lì gli chiesi il battesimo... Il sacerdote mi fece un  esame. Le mie risposte erano perfette, passò in rassegna tutta la dottrina cattolica. Il buon sacerdote, pieno d’ammirazione, non tardò ad accettare la mia richiesta di battesimo. 

Il  22  gennaio  del  1922  rinacqui  a  nuova  vita  con  il battesimo,  e  ricevetti  la  comunione.  La  sua  madrina  Hedwig Conrad­ Martius ricorda quel giorno con queste parole: La cosa più bella era la sua radiosa allegria, un’allegria infantile. 

Da  quel  giorno,  con  il  permesso,  potei  ricevere  la comunione tutti i giorni. Ma fu tale il suo entusiasmo per la sua nuova fede che decise di dedicare la sua vita interamente a Dio, ed entrò nelle Carmelitane scalze di Colonia il 15 ottobre del 1933,  a  42  anni  d’età,  con  il  nome  di  suor  Teresa  Benedetta della Croce. Così terminava il suo cammino, dalla filosofia di Husserl al Carmelo.

Ma  la  situazione  degli  ebrei  in  Germania  diveniva  ogni giorno  più  difficile,  così  partì  dal  convento  di  Colonia,  per riparare  nel  Carmelo  di  Echt  in  Olanda.  Quando  nella primavera  del  1940  l’Olanda  fu  occupata  dai  nazisti,  la gerarchia cattolica olandese scrisse una lettera al commissario del  Reich,  Seyss  Inquart,  contestando  l’atteggiamento vessatorio verso gli ebrei. Si udirono proteste dai pulpiti, come nel caso del vescovo di Utrecht. Le SS tedesche reagirono con rappresaglie,  rinchiudendo  tutti  i  cattolici  di  origine  ebrea.  Il due  agosto  del  1942  si  presentarono  al  convento  di  Echt  in cerca  di  Edith  Stein  e  di  sua  sorella  Rosa,  rifugiatasi  lì.  Le condussero  via  dall’Olanda  con  destinazione  sconosciuta.  Più tardi si seppe che la sorte finale di Edith furono le camere a gas nel campo di Auschwitz. Lì donò la sua anima a Dio il 9 agosto del 1942. Papa Giovanni Paolo II la canonizzò l’11 ottobre del 1998. Ora è santa Edith Stein.

Padre Ángel Peña

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