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giovedì 14 ottobre 2021

Pdf. Monsignor Marcel Lefebvre - La Messa di Lutero

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Trascrizione della Conferenza tenuta a Firenze il 15 Febbraio 1975.

Parlerò questa sera della Messa di Lutero e della Messa del nuovo rito. Perché questo paragone fra la Nuova Messa e la Messa di Lutero? Per­ché lo dice la storia: la storia oggettiva non è di mia creazione. (Monsignore mostra un libro su Lutero, pubblicato nel 1911: "Dal Luteranesimo al Protestantesimo" - di Leon Cristiani). Questo libro tratta della riforma liturgica di Lutero. E' scritto in un tempo in cui l'autore non conosce­va né la nostra crisi, né il nuovo rito; l'ha  per ciò scritto senza secondi fini.

Prima di tutto vorrei fare la sintesi dei principi  fondamentali della Messa, per richiama­re alla nostra memoria la bellezza, la profonda grandezza spirituale della nostra Messa, il po­sto della nostra Messa nella nostra Santa Chiesa. Che cosa di più bello Nostro Signore Gesù Cristo poteva dare all'umanità, di più prezioso, di più santo, alla Sua Santa Chiesa, alla Sua Sposa, la Chiesa, sul Calvario, quando moriva sulla Croce? Il Suo Sacrificio.

Il Suo Sacrificio: la Sua Persona che conti­nua il Suo Sacrificio, Egli l'ha dato alla Chiesa nel momento in cui moriva sulla Croce. Da allora questo Sacrificio era destinato a perpetuarsi e a rimanere attraverso i secoli, nel modo in cui Egli l'aveva istituito, contemporaneamente al Sacerdozio.

Quando, nella Santa Cena, Gesù ha istituito il Sacerdozio, lo ha istituito per il Sacrificio, il Sacrificio della Croce, poiché questo Sacrificio è la sorgente di tutti i meriti, di tutte le grazie, di tutti i Sacramenti: e' la sorgente di tutta la ricchezza della Chiesa. Questo dobbiamo ricordarcelo, avere sempre presente questa realtà: realtà divina.

Dunque è il Sacrificio della Croce che si rinnova sui nostri altari e il Sacerdozio è in rapporto, in relazione essenziale con il Sacrificio. Non si comprende il Sacerdozio senza il Sa­crificio, poiché  il Sacerdozio e' fatto per il Sacrificio. Potremmo anche dire: e' l'Incarnazione di Gesù Cristo attraverso i secoli:  usque ad  finem  temporum  il Sacrificio della Messa verrà offerto.

Se Gesù Cristo ha voluto questo Sacrificio, Egli ha voluto anche esserne la Vittima, se dun­que è il Sacrificio della Croce che continua, Egli ha voluto che la Vittima sia sempre la stessa, che sia Egli stesso la Vittima. Per essere la Vittima, Egli deve essere presente, realmente presente sui nostri altari. Se Egli non e' presen­te, se non vi e' la Presenza reale sui nostri al­tari, non c'è la Vittima, non c'è il Sacerdozio. Tutto e' unito: Sacerdozio, Sacrificio, Vittima, Presenza Reale, dunque: Transustanziazione.

Questo è il "cuore" del tesoro -  il più grande, il più ricco - che Nostro Signore abbia dato alla Sua Sposa, la Chiesa, e a tutta l'umanità'. E così possiamo comprendere come Lutero quando ha voluto trasformare, cambiare questi principi, abbia cominciato dall'attaccare il Sacerdozio: co­me fanno i modernisti. Poiché Lutero sapeva bene che se il Sacerdozio sparisse, non ci sarebbe più il Sacrificio, non ci sarebbe più la Vittima, non ci sarebbe più niente nella Chiesa, non ci sarebbe più la fonte di grazie.

Come ha fatto Lutero per dire che non ci sarebbe stato più? Ha detto: "Non c'è diffe­renza fra i preti e i laici. Il Sacerdozio è universale". Sono queste le idee che propagava. Diceva inoltre che ci sono tre muri che circondano la Chiesa per difenderla: il prime muro è questa differenza fra i preti e ì laici. (Monsignore leg­ge:) "L'affermazione che il Papa, i vescovi, i preti, i religiosi compongono lo stato ecclesiasti­co, mentre i principi, i signori, gli artigiani, i contadini compongono lo stato secolare, è una pura invenzione e una menzogna"- dice Lutero. Questa differenza fra i preti e i laici è dunque un'invenzione e una menzogna. Ecco le parole di Lutero: "In verità' tutti i cristiani appartengo­no allo stato ecclesiastico". Non c'è’ differenza, c'è soltanto la differenza della funzione, del servizio. Tutti i fedeli hanno il Sacerdozio, in­sieme al carattere battesimale; tutti i cristia­ni sono preti, e i preti non hanno un carattere speciale, non esiste un Sacramento speciale per i preti, ma il loro carattere sacerdotale deriva dal carattere del Battesimo.

Così si spiega an­che questa laicizzazione dei preti:  non vogliono più avere un abito particolare, non vogliono più essere distinti dai fedeli,  perché tutti sono preti e perché i fedeli debbono scegliere i loro preti, eleggere i loro preti.

Questi furono i principi di Lutero, che prosegue: "Se un Papa o un vescovo dà l'unzione, fa delle tonsure, ordina, consacra o dà un abito differente ai laici o ai preti, crea degli imbroglioni". Tutti sono consacrati preti dal Battesimo: i progressisti dei nostri tempi non sono de­gli innovatori!

Ce' un nuovo libro sui Sacramenti, uscito a Parigi nel gennaio di quest'anno, sotto l'autorità dell'Arcivescovo, il Cardinale Marty. E' usci­to in questi giorni: gli autori hanno scoperto otto sacramenti, non più sette, perché l'ottavo sacramento è  la professione religiosa. Si dice chiaramente in questo libro che tutti i fedeli sono preti e che il carattere del prete viene dal carattere del Battesimo. Gli autori hanno dovuto leggere Lutero, divenuto per essi un Pa­dre della Chiesa.

Lutero ha fatto ancora un altro passo avanti, dopo la soppressione del Sacerdozio. Non ha più creduto né alla Transustanziazione, né al Sacrificio. Afferma chiaramente che la Messa non è un Sacrificio, ma è una Comunione. Possiamo chiamare la Messa: Comunione, Cena, Eucaristia, tutto meno che Sacrificio; di conseguenza non c'è  più Vittima, né Presenza Reale, ma solamen­te una presenza spirituale, un ricordo o una Comunione. Per questa ragione Lutero ha sempre combattuto le Messe private; è questo uno dei pri­mi provvedimenti presi, perché una Messa priva­ta  non è una Comunione, mentre è necessario che i fedeli comunichino tra loro. Dunque la Messa privata non è conforme alla verità e quindi bi­sogna sopprimere tutte le Messe private.

Lutero chiamava l'Eucarestia "Sacramento del pane". "L'Eucarestia, diceva, è divenuta una deprecabile corruzione. Questa "corruzione" della Messa è dovuta al fatto di averla trasforma­ta in un Sacrificio". Dobbiamo constatare che oggi non si parla più di Sacrificio della Messa nei bollettini diocesani o parrocchiali, ma di Eucarestia, di Comunione, di Cena. Quale singo­lare avvicinamento alle tesi di Lutero!

Lo stesso Lutero, ha ancora fatto una di­stinzione fra gli scopi del Sacrificio della Messa. Ha detto che uno dei fini della Messa è di rendere grazie a Dio. L'Eucarestia è  un "Sacrificium laudis", ma non un Sacrificium expiationis, quindi non un Sacrificio di espiazione, ma di lode, di Eucarestia. Ed e' per questo che se certi protestanti parlano ancora di Sacrificio, non lo intendono certo nel senso di un Sacrifi­cio espiatorio che rimette i peccati: mentre questo è  uno dei fini principali del Sacrificio della Messa.

E' per questo che i protestanti moderni accettano il nuovo rito della Messa, perché essi dicono - e questo fu stampato su una rivista della diocesi di Strasburgo che riferiva di una riunione di protestanti della Confessione di Augsbourg _ "ora, col nuovo rito, è possibile pregare con i cattolici." (Da l'"Eglise èn Alsace" 8-12-73 e 1-1-74). "Infatti, con le forme attuali della celebrazione eucaristica della Chiesa catto­lica e con le convergenze teologiche presenti, molti ostacoli che potevano impedire a un protestante di partecipare alla celebrazione eucari­stica, sono in via di sparizione e ora è possibile a un protestante riconoscere nella celebrazione eucaristica cattolica la Cena istituita dal Signore. Noi teniamo all'utilizzazione del­le nuove preghiere eucaristiche che hanno il vantaggio di sfumare la teologia del Sacrifi­cio". E' chiaro! Due settimane fa, sono andato in Inghilterra e ho appreso che un vescovo an­glicano ha adottato il nuovo rito cattolico per tutta la sua diocesi. Egli ha dichiarato: "Questo nuovo rito è  perfettamente conforme alle nostre idee protestanti". E' dunque chiaro che per i protestanti non ci sono più difficoltà per adottare il nuovo rito. Perché non adottano l'antico rito? E' quello che ha domandato il signor Salleron ai padri di Taizé: "Perché dite che oggi voi potete adottare il nuovo rito e non l'antico?" C'è dunque una differenza tra il nuovo e l'antico e questa differenza  è essenziale  non è una differenza accidentale, per cui essi non ac­cettano di dire l'antico rito, con tutte le preghiere che sono preziose e che illuminano vera­mente la finalità del Sacrificio: propiziatorio, espiatorio, eucaristico e latreutico. E' questa la finalità' del Sacrificio della Messa cattoli­ca che, chiara nell'antico rito, non lo è più nel nuovo rito, perché non c'è più l''Offertorio. Ed e' per questo che Lutero non ha voluto l'Of­fertorio nel suo rito. Vediamo come Lutero ha iniziato la sua nuova Messa,  la sua riforma. La prima Messa evangelica fu attuata nella notte dal 24 al 25 dicem­bre 1521. In questa prima Messa evangelica,  do­po la predica sull'Eucarestia,  è stata presentata la comunione sotto le due specie,  come obbligatoria,  e la confessione come inutile, essendo sufficiente la fede. Poi Karlstadt, suo discepolo, si è presentato all'altare in abiti secola­ri, ha recitato il Confiteor, ha iniziato la Messa di prima, ma solamente fino al Vangelo; infatti l'Offertorio e l'Elevazione sono stati sop­pressi   (pag.  282)   e questo dimostra che  tutto quello che significava l'idea del Sacrificio è stato soppresso. Alla consacrazione è seguita la Comunione e molti assistenti avevano bevuto e mangiato e anche preso dell'acquavite prima di comunicarsi e hanno dato la comunione sotto le due specie, e il pane in mano.

Una delle ostie sfugge e cade sul vestito di un fedele. Un prete la raccoglie; un'altra cade in terra e Karlstadt dice ai laici di rac­coglierla e siccome si rifiutano, per rispetto o per timore, dice: "Resti pure dove si trova, poco importa, purché non ci si cammini sopra". Poco dopo la raccoglie lui stesso (pag. 282). Numerose persone erano contente della novità e molti erano quelli che venivano ad assistere a questa nuova Messa evangelica perché una parte era detta in lingua tedesca ed essi dicevano che la comprendevano meglio. E i monasteri comincia­rono a vuotarsi. Lutero aveva dichiarato: "Conserverò il mio abito e le mie abitudini di mona­co". Alcuni monaci restarono in convento, ma la maggior parte uscì e si sposò. Una grande anar­chia regnava fra i preti. Ognuno diceva la Messa come voleva. Il Consiglio non sapeva più che co­sa fare (pag. 285) e prese la risoluzione di stabilire una nuova liturgia, di non lasciar più  la piena libertà e di mettere un po' di ordine. La maniera di dire la Messa doveva essere la seguen­te: l'Introito, il Gloria, l'Epistola, il Vange­lo, il Sanctus; poi avrebbe dovuto seguire una predica. L'Offertorio e il Canone erano soppres­si e il prete recitava l'istituzione della Cena. La diceva ad alta voce, in tedesco dava la Co­munione sotto le due specie. Poi veniva l'Agnus Dei e il Benedicamus Domino, per terminare.

Le modificazioni della Consacrazione appor­tate nel Novus Ordo sono simili a quelle intro­dotte da Lutero: le parole essenziali della Con­sacrazione non sono più solamente le parole del­la forma come noi le abbiamo sempre conosciute: "Hoc est Corpus meum". "Hic est calix Sanguinis mei". Con le parole che seguono. No! Ormai le parole essenziali cominciano così: "Egli prese il pane" fino a, dopo la Consacrazione del vino,"Hoc facite in Meam commemorationem". Lutero ha detto la stessa cosa. Perché? Perché si legge il racconto della Cena che: "E' un racconto non un'azione,  non un Sacrificio,  non un'azione sacrificale: e' un semplice memoriale". Per quale ragione i nostri innovatori hanno copiato da Lutero?

Lutero inoltre dice: "Le Messe e le Vigilie sono finite. L'Ufficio sarà invece mantenuto come il Mattutino, le Ore, i Vespri, e Compieta, ma solamente l'Ufficio feriale. Non si festeggerà' più un Santo che non sia espressamente nominato nelle Scritture" (pag. 309). Ha dunque cambiato completamente il Calendario, esattamente come hanno fatto adesso...

Possiamo dunque concludere: la trasformazione attuale è identica a quella di Lutero. Un ultimo esempio è quello delle parole della consacra­zione del pane: "Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur".  Lutero ha, anche lui, aggiunto queste ultime parole, perché, precisamente, queste parole sono quelle della Cena. Riteneva infatti che la Cena non fosse un Sacrificio,  ma un pasto.

Ora il Concilio di Trento dice esplicitamente: Chi afferma che la Cena non è un Sacrificio sia anatema. La Cena fu un Sacrificio. E la no­stra Messa è la continuazione della Cena,  perché la Cena fu un Sacrificio. Vi si nota già la sepa­razione anticipata del Corpo e del Sangue di Ge­sù Cristo. Il Sacrificio era  significato da questa separazione, ma Lutero afferma: "No, la Cena non e' un Sacrificio", ed è  per questo che noi dobbiamo ripetere solo le parole che Nostro Si­gnore ha detto nella  Cena. Cioè: "Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur", che sarà  offerto per voi sulla Croce.

Perché aver così servilmente imitato Lutero nella nuova Messa? La sola spiegazione che si possa dare è quella dell'ecumenismo. Perché, senza questo motivo, non si può' capire affatto que­sta riforma. Essa non ha assolutamente alcun vantaggio né teologico né pastorale. Nessun vantag­gio se non quello di avvicinarci ai protestanti.

Si può legittimamente pensare che per questa ra­gione i protestanti sono stati invitati nella Commissione di riforma liturgica, per farci sapere se erano soddisfatti o no, se c'era qualche cosa che non piaceva loro, se essi potevano o no pregare con noi. Mi sembra che non ci possa essere stato altro motivo per la presenza dei prote­stanti nella Commissione di riforma della Messa. Ma come possiamo immaginare che dei protestanti, che non hanno la nostra fede, possano essere in­vitati in una Commissione per una riforma della nostra Messa, del nostro Sacrificio, di ciò che noi abbiamo di più bello, di più ricco in tutta la nostra Chiesa, l'oggetto più perfetto della nostra fede?

Lutero, nel gennaio 1526, faceva stampare un nuovo rituale per le cerimonie della Messa. Nella sua mente voleva la libertà  totale. Dice­va (pag. 314): "Se fosse possibile vorrei dare  la libertà totale ai preti di fare il rito che essi vogliono; ma allora nasce il pericolo di abuso, occorre stabilire dei regolamenti". Ma la sua idea era la libertà totale e anche l'ugua­glianza fra i preti e i fedeli. E così tutti i fedeli erano preti e potevano anche essi avere delle idee per creare le forme del culto. Allo­ra tutti insieme: Quelli che sono preti, quelli che hanno una funzione speciale, quelli che so­no scelti fra i fedeli, tutti insieme possono fare prova di creatività' del culto.

Ma siccome tutto ciò era un po' difficile, perché causava troppo disordine, allora ha scritto un rituale. Diceva inoltre: "L'uso del lati­no è  facoltativo". Non era assolutamente contro il latino, voleva anzi che i bambini imparasse­ro il latino. Ma diceva pure: "Il desiderio dei laici ordinari di avere una Messa in tedesco è  perfettamente legittimo". Tuttavia ci sono del­le persone che vengono in Chiesa per vedere del nuovo, per vedere delle cose nuove, ma questi non sono veramente cristiani, sono dei curiosi come saremmo noi se andassimo dai Turchi o dai pagani.

"La domenica ha luogo la Messa". Ma Lutero mantiene il nome di Messa con un po' di ripugnanza. I paramenti sacri e i ceri sono ancora man­tenuti provvisoriamente. Si comincia con l'In­troito in tedesco, poi il Kyrie, poi una Colletta cantata dal celebrante, rivolto ancora verso l'altare, non verso il popolo. Ma per l'Episto­la e il Vangelo, cantati in tedesco, ci si svolgerà' verso il popolo e allora tutti cantano il Credo in lingua volgare (pag. 316).

"Il celebrante pronuncierà una parafrasi del Pater, un'esortazione alla Comunione, poi seguirà la Consacrazione.  Sarà cantata in tedesco con queste parole: "Nostro Signore Gesù Cristo, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, rese grazie e lo spezzò e lo presentò ai suoi discepoli e disse:"Prendete e mangiate, questo e’ il mio Corpo che è offerto per voi". Hoc est Corpus meum quod pro vobis tradetur - queste sono le parole esatte - "Fate questo, ogni volta lo farete, in mia memoria". Nella stessa maniera prese anche il calice, dopo che ebbe mangiato e disse: "Prendete e bevete  tutti,  questo è il calice, un nuovo Testamento nel mio Sangue che è versato per voi per la remissione dei peccati". Non ha detto pro vobis et pro multis, ha fatto sparire le parole pro multis e anche mysterium fidei. (pag.317)
Mysterium fidei e pro multis sono spariti. ".....Che è versato per voi per la remissione dei peccati; fate questo tutte le volte che berrete questo calice in memoria di me". Queste le parole che Lutero diceva essere la Consacrazione, quindi le parole essenziali corrispondono esattamente a quelle del Documento della Congregazione del Culto. La sola parola in più è quella pro multis, che è restata nel documento del Vaticano. Ma tutte le parole come quelle che sono dette prima: "Nostro Signore, nella notte in cui fu tradito prese il pane", queste parole non sono nella forma; mai la Chiesa ha detto che le parole che precedono la Consacrazione fanno parte della forma del Sacramento.
Dopo l'Elevazione, che Lutero ha mantenuto fino al 1542, veniva la Comunione nella mano. Un'ultima orazione - la Colletta - terminava la Messa, come il Postcommunio dei cattolici. (pag. 317-318)
Evidentemente Lutero non  ha accettato il Celibato, ed ha votato contro i voti religiosi. Voleva la fine di queste usanze della Chiesa. Poi una cosa assai curiosa è che ebbe sempre un pò paura delle riforme che aveva fatto. I suoi discepoli andavano avanti più velocemente di lui, mentre egli era sempre un po' timoroso.  Di­ceva ai suoi discepoli: "Io condanno la nuova pratica di dare l'Eucarestia da mano a mano, come pure l'uso inconsiderato della Comunione sotto le due specie". Questo nei primi tempi, poi accettò; ma nel primo momento gli sembrava che la Comunione nella mano non fosse una buona co­sa.

E dopo aver detto che la Confessione non era più necessaria, anche per chi aveva gravi peccati, ha esitato e diceva: "La confessione è buona, ma se il Papa mi chiedesse di confessar­mi, io non lo farei, io non voglio farlo, ma io non voglio nemmeno che qualcuno mi proibisca questa confessione segreta. Io non permetterei ha nessuno di sopprimermi questa confessione se­greta. Io non la lascerei per tutti i tesori della terra, perché io so quanta forza e consola­zione mi ha dato....."

Lutero era roso dai rimorsi, ma tuttavia era divorato dal bisogno di fare del nuovo, di cambiare tutto, di andare contro il Papa, con­tro la Chiesa romana, contro il dogma. Egli ha perciò continuato la sua riforma.

E' evidente che la riforma liturgica attuale si ispira alla riforma di Lutero. L'ho detto a Roma a molti Cardinali: "La vostra nuova Mes­sa è la Messa di Lutero". Mi  hanno risposto: "Ma allora è eretica!"  Ed io ho soggiunto: No, non è eretica, ma ambivalente, equivoca, perché uno può dirla con la fede cattolica integrale del Sacrificio, della Presenza Reale, della Transu­stanziazione, e un altro può anche dirla senza avere questa intenzione e allora la Messa non e' pili valida. Le parole che egli pronuncia e i gèsti che fa non lo contraddicono. Essa è equivo­ca, certamente equivoca. E certamente Lutero,per molti anni, l'ha detta validamente, quando non era ancora contro il Sacrificio, quando era an­cora pili o meno cattolico, ma più tardi, quando ha rifiutato il Sacrificio, il Sacerdozio, la Presenza Reale, allora la sua Messa non era più valida.

Le parole che egli pronuncia e i gesti che fa non lo contraddicono. Essa è equivoca, certamente equivoca. E certamente Lutero, per molti anni, l'ha detta validamente, quando non era ancora contro il Sacrificio, quando era ancora più o meno cattolico, ma più tardi, quando ha rifiutato il Sacrificio, il Sacerdozio, la Presenza Reale, allora la sua messa non era più valida.

Ma come può una Messa essere così equivo­ca? E' impossibile arrivare  a   questo   con   il   ri­to   antico, perché questo e' chiaro. Tutto l'Offertorio esprime con chiarezza ciò che facciamo. L'Offertorio è una definizione del Sacrificio della Messa. Per questo Lutero era contra­rio all'Offertorio, perché era troppo evidente e per questo ha fatto i cambiamenti nel Canone, per non chiarire se era un racconto o una azio­ne. E noi, invece sappiamo che la Consacrazione e'un'azione sacrificale.

Noi sappiamo, che nei nostri antichi Messali, prima del Communicantes, è scritto infra actionemper cui non è un racconto, né un memo­riale, un semplice memoriale.  E'  un'azione, una azione sacrificale.

Tutti questi cambiamenti nel nuovo rito sono veramente pericolosi,  perché, poco a poco, soprattutto per i giovani preti che non hanno più l'idea del Sacrificio, della Presenza Reale, della Transustanziazione,  per i quali tutto ciò non significa più niente, questi giovani preti perdono l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e non dicono più Messe valide: non c'è più la Presenza Reale.

Certamente i preti di una certa età,  quan­do celebrano secondo il nuovo rito, hanno anco­ra la fede di sempre.  Hanno detto la Messa con l'antico rito per tanti anni, hanno mantenuto le stesse intenzioni, si può  dunque pensare che la loro Messa sia valida. Ma, nella misura in cui queste intenzioni se ne vanno,  scompaiono, in questa stessa misura,  le Messe non saranno più valide.

Hanno voluto avvicinarsi ai protestanti, ma sono i cattolici che sono divenuti protestanti e non i protestanti che sono divenuti cattolici. Questo e' evidente, nessuno può dire il contra­rio.

Se cinque cardinali e quindici vescovi sono andati al "Concilio dei giovani"  a Taizé,  come possono questi giovani sapere che cos'è il cattolicesimo e quello che e' il protestantesimo? Alcuni hanno ricevuto la Comunione dai protestanti, altri dai cattolici.

Quando il Cardinale Willbrands e' andato a Ginevra,   al Consiglio ecumenico delle Chiese, ha dichiarato: "Noi dobbiamo riabilitare LUTERO". L'ha detto come inviato della Santa Sede!

Guardate la Confessione. Cos'è divenuta la Confessione, il Sacramento della penitenza, con questa assoluzione collettiva? E' forse una ma­niera pastorale di dire ai fedeli: "Vi abbiamo dato l'assoluzione collettiva, potete comunicarvi e quando ne avrete l'occasione, se avete dei peccati gravi, vi confesserete entro sei mesi o un anno..." Chi può chiamare questo modo di agire pastorale? Quale idea ci si può fare del peccato grave?

E la Cresima. Il Sacramento della Cresima si trova in un'identica situazione. Io penso veramente che le parole del libro dei Sacramenti della Commissione dell'Arcivescovo di Parigi, che costituiscono la forma,  rendono il Sacramento invalido. Perché? Perché non c'è più la significazione del Sacramento nella forma.  Il Vescovo quando amministra il Sacramento della Cresima, dice: "Signo te, signo Crucis et confirmo te chrismate_salutis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti” e “ Confirmo te chrismate salutis..  La Cresima: "Confirmo te".

Ora essi dicono:   "Io  ti segno con la Croce e ricevi lo Spirito Santo". Essi devono precisare che essa è la grazia speciale del Sacramento col quale si dà lo Spirito Santo. Se non si pronunciano queste parole: "Ego  te con firmo in no­mine Patris..., non si dà il Sacramento!   L'ho detto anche ai Cardinali,  poiché' essi mi hanno dichiarato:   "Voi amministrate la Cresima,  quan­do non avete il diritto di  farlo!   -  "Io lo fac­cio PERCHE'   I  FEDELI  TEMONO CHE I LORO BAMBINI NON ABBIANO LA GRAZIA DELLA CRESIMA PERCHE'   HANNO UN DUBBIO SULLA VALIDITÀ  DEL SACRAMENTO CHE SI AMMINISTRA ORA NELLE CHIESE,  NON SI  SA PIÙ  SE E'  UN SACRAMENTO O NO.  ALLORA PER AVERE ALMENO QUESTA SICUREZZA DI AVERE VERAMENTE LA GRA­ZIA,  MI  SI DOMANDA DI AMMINISTRARE LA CRESIMA, E IO LO FACCIO PERCHE'   MI  SEMBRA DI NON POTER RIFIUTARE A QUELLI  CHE MI DOMANDANO LA CRESIMA VALIDA, PERCHE'  ESSI ABBIANO ALMENO LA GRAZIA, ANCHE SE QUESTO NON E'   LECITO, PERCHE’  NOI  SIAMO IN UN TEMPO  IN CUI  IL DIRITTO DIVINO NATURALE E SOPRANNATURALE PASSA AVANTI AL DIRITTO POSITIVO ECCLESIASTICO, QUANDO QUESTO VI  SI OPPONE ANZI­CHÉ  ESSERNE IL CANALE.

Noi ci troviamo in una crisi straordinaria.

Noi non possiamo seguire queste riforme. Dove sono i buoni frutti di queste riforme? Io me lo domando veramente! La riforma liturgica, la ri­forma dei seminari, la riforma delle congrega­zioni religiose, tutti questi capitoli generali! Dove sono messe attualmente queste povere congregazioni? Tutto se ne va...! Non ci sono più novizi,  non ci sono più vocazioni..!

Essi riconoscono che non ci sono più voca­zioni. Il Cardinale Arcivescovo di Cincinnati l'ha riconosciuto al Sinodo dei Vescovi a Roma:  "Nei nostri paesi - rappresentava tutti i paesi anglofoni - non ci sono più  vocazioni  perché  i giovani  non sanno più che cosa è il prete". Noi dobbiamo rimanere nella Tradizione. Solamente la Tradizione ci dà veramente la grazia, ci dà veramente la continuità  nella Chiesa. Se noi abbandoniamo la Tradizione, contribuiamo alla de­molizione della Chiesa.

Io l'ho detto anche a quei Cardinali: "Non vedete nel Concilio che lo Schema della libertà religiosa è uno Schema contraddittorio? Nella prima parte dello Schema si dice: "Niente e' cam­biato nella Tradizione" e nell'interno dello Schema tutto e' contrario alla Tradizione. E' contrario a quanto hanno detto Gregorio XVI, Pio IX e Leone XIII".

Allora bisogna scegliere! O siamo d'accordo con la libertà religiosa del Concilio e dun­que siamo contrari a quello che hanno detto questi Papi, oppure siamo d'accordo con questi Pa­pi e allora non siamo più d'accordo con quanto è stato detto nello Schema sulla libertà reli­giosa. E' impossibile essere d'accordo con tutti e due. Ed io ho aggiunto: "IO SCELGO LA TRA­DIZIONE, IO SONO PER LE TRADIZIONI E NON PER QUESTE NOVITÀ' CHE RAPPRESENTANO IL LIBERALISMO. NIENTE ALTRO CHE IL LIBERALISMO CHE FU CONDANNATO DA TUTTI I PONTEFICI DURANTE UN SECOLO E MEZZO. QUESTO LIBERALISMO E' ENTRATO NELLA CHIESA ATTRAVERSO IL CONCILIO: LA LIBERTA', L'UGUAGLIANZA E LA FRATERNITÀ' .

LA LIBERTA’ : la libertà religiosa;  LA FRA­TERNITÀ': l'ecumenismo;  L'UGUAGLIANZA: la collegialità. E questi SONO I TRE PRINCIPI DEL LIBE­RALISMO, CHE DISCENDE DAI FILOSOFI DEL XVIII SECOLO ED E' SFOCIATO NELLA RIVOLUZIONE FRANCESE.

QUESTE SONO LE IDEE ENTRATE NEL CONCILIO CON LE PAROLE EQUIVOCHE. E ORA NOI ANDIAMO ALLA ROVINA: LA ROVINA DELLA CHIESA, POICHÉ' QUESTE IDEE SONO ASSOLUTAMENTE CONTRO LA NATURA E CON­TRO LA FEDE. NON CE' FRA DI NOI, NON CE' UNA VERA UGUAGLIANZA. IL PAPA LEONE XIII L'HA COSI' BEN DETTO, CHIARAMENTE, NELLA SUA ENCICLICA SULLA LIBERTA'.

POI LA FRATERNITÀ! SE NON CE' UN PADRE, OVE TROVEREMO LA FRATERNITÀ? SE NON C’E’ UN PADRE, NON CE' DIO; COME POTREMO ALLORA ESSERE FRATELLI? COME POTREMO ESSERE FRATELLI SENZA PADRE COMUNE? IMPOSSIBILE! DOBBIAMO ABBRACCIARE TUTTI I NEMICI DELIA CHIESA: I COMUNISTI, I MASSONI, I BUDDISTI E TUTTI COLORO CHE SONO CONTRO LA CHIESA?

CE'  UN DECRETO DI UNA SETTIMANA FA, IL QUALE DICE CHE ORA NON CE'  PIÙ'  LA SCOMUNICA PER UN CATTOLICO CHE ENTRI NELLA FRAMMASSONERIA.  MA DOVE'  LA CHIESA? QUESTO E'  IMPOSSIBILE! I NEMICI TRADIZIONALI DELLA CHIESA, COLORO CHE VOGLIONO DISTRUGGERE I PAESI CATTOLICI! CHI HA DISTRUTTO IL PORTOGALLO? CHI C'ERA IN CILE? E ORA NEL SUD-VIETNAM: PERCHE' SONO CATTOLICI! ALLORA BI­SOGNA DISTRUGGERE QUESTI STATI!  L'AUSTRIA DU­RANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE, L'UNGHERIA, LA POLONIA...... I  FRAMMASSONI VOGLIONO LA DISTRUZIONE DEI PAESI CATTOLICI. CHE NE SARA'  ENTRO UN ANNO DELLA SPAGNA,  DELL'ITALIA, ECC....? PERCHE' LA CHIESA APRE LE BRACCIA A TUTTE QUESTE PERSO­NE CHE SONO SUOI DICHIARATI NEMICI?

Certamente noi dobbiamo pregare,  pregare; e' un assalto del demonio contro la Chiesa quale non abbiamo mai visto. Dobbiamo pregare Nostra Signora,  la Beatissima Vergine Maria,  di venire in nostro soccorso, perché veramente non sappiamo cosa avverrà domani.  In verità' sembra che tutta questa rovina avrà effetti terribili per il per il mondo. E' impossibile che Dio accetti tutte queste bestemmie e sacrilegi che si fanno con­tro la Sua Gloria,  la Sua Maestà!   Ha molta pa­zienza,  ma verrà un giorno, quando verrà io non lo so,  verrà un giorno la punizione, perché tutti questi regolamenti, le leggi sull'aborto, che noi troviamo in tanti paesi, il divorzio in Italia, tutta questa rovina della legge morale, rovina della verità; e' veramente difficile crede­re che tutto ciò possa essere fatto senza che un giorno Dio parli!

Allora, dobbiamo domandare a Dio la misericordia per noi e per i nostri fratelli; ma dob­biamo lottare, combattere. Combattere per man­tenere la Tradizione e non avere paura. Mantenere, soprattutto, il rito della nostra Santa Messa, perché essa e' il FONDAMENTO DELLA CHIESA e della civiltà cristiana. Quando non ci sarà' più una vera Messa nella Chiesa, la Chiesa sarà fi­nita.

Dobbiamo perciò' conservare questo rito, questo Sacrificio.  Tutte le nostre Chiese sono state costruite per questa Messa, non per un'altra Messa;   per il Sacrificio_della_Messa, non per una Cena,  per un pasto,  per un Memoriale,  per una Comunione, noPer il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo che continua sui nostri altari! E' per questo che i nostri padri hanno costruito le nostre belle Chiese, non per una Ce­na, non per un Memoriale, no !

Io conto sulle vostre preghiere per i miei seminari, per fare dei miei seminaristi dei veri preti che abbiano la fede e che possano perciò amministrare i veri Sacramenti e il vero Sacrificio della Messa. Grazie.


"La Messa di Lutero" Testo Pro manuscripto - Collana "Arcangelo San Michele"

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