La dignità della Chiesa, che è duplice – dispensatrice di grazia, dimora di Dio – è mantenuta viva e risplende per il fatto che determinate condizioni sono rispettate. Ed è uno degli inganni dei modernisti parlarci della chiesa in tutti i toni, proprio mentre si applicano in maniera scientifica a sottrarle i mezzi per sopravvivere, sia relativizzando le definizioni di Fede, sia disgregando i riti, sia inventando una trasposizione naturalista della carità soprannaturale. Come se la Chiesa potesse mantenere la Fede, diffonderla nel mondo, nutrire i suoi figli delle verità di salvezza e contemporaneamente disprezzare, laddove dovrebbe ripetere <<le parole che non passeranno mai>>, i termini formali e i dogmi irreformabili protetti da anatemi. Come se la Chiesa potesse essere vivificata dalla grazia e potesse comunicarcela, pur prestandosi tranquillamente alla disgregazione dei propri riti, da lei stessa fissati per proteggere e solennizzare i segni sacramentali che conferiscono la grazia. Come se, infine la Chiesa potesse reggersi ancora in piedi irremovibile quale società soprannaturale e gerarchica della grazia di Cristo e al tempo stesso lasciar rovesciare totalmente dagli attacchi subdoli della collegialità democratica sia la struttura personale di governo, che il Signore le ha dato, sia il primato di Pietro che le ha posto come fondamento.
Padre Roger Thomas Calmel O.P.
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