Dal Sessantotto fino agli anni Ottanta “molte associazioni di sinistra, e di intellettuali, che lottavano per i diritti degli omosessuali formarono una sorta di alleanza con i militanti della pedofilia”. Questa è la verità imbarazzante e opportunamente tenuta nascosta che Giulio Meotti riporta alla luce nel suo articolo pubblicato lo scorso 7 settembre (2013) sul quotidiano Il Foglio dal titolo Il '68 dei pedofili, riprendendo quanto evidenziato da un recente dossier del settimanale tedesco Der Spiegel. Stampa gay e di sinistra, come la rivista Rosa Flieder o il giornale Pflasterstrand, giustificavano la pedofilia, chiedendo la depenalizzazione se non addirittura la legalizzazione del sesso con i bambini. Fautori di tali teorie sono stati anche gli istituti educativi di sinistra, come il Rote Freiheit, il cui scopo era “fabbricare” personalità socialiste,
il centro Libertà Rossa sostenuto dal Psychology Institute alla Free University di Berlino, l’Humanistische Union, dove, come ricorda Meotti, “l’attuale ministro della Giustizia tedesco, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, tra i più accesi critici della chiesa cattolica in tema di abusi, faceva parte del direttivo”, e i centri simbolo della sinistra le Comuni.
L’obiettivo era eliminare la morale sessuale di allora, all’origine, secondo le tipiche categorie marxiste, dell’ideologia autoritaria della società borghese, accusata di mantenere l'ordine sociale ed economico attraverso la repressione dell'energia sessuale, in linea con le tesi rivoluzionarie di Wilhelm Reich, il "profeta" della "rivoluzione sessuale" che ha ispirato il Sessantotto, una sintesi tra psicoanalisi e marxismo. Più tardi da una indagine del Parlamento tedesco è emerso che in tali luoghi sono stati commessi molti abusi sui minori. Ma anche in una prestigiosa scuola legata all’Unesco come l’Odenwald di Heppenheim, “la culla delle idee radicali di inizio Novecento”, dove si abolì il concetto di “educazione” a favore di quello anti-autoritario più politicamente corretto di “sviluppo umano”, ci furono abusi sessuali tra gli anni Settanta e Ottanta. Tra i suoi allievi Cohn-Bendit, il leader del Sessantotto tedesco e direttore del giornale progressista Pflasterstrand, Andreas von Weizsäcker, figlio dell’ex presidente della Repubblica federale tedesca, Klaus Mann, il figlio del celebre scrittore Thomas Mann, e Wolfgang Porsche, oggi a capo dell’omonima prestigiosa casa automobilistica. La pedofilia ha trovato supporter anche nel mondo della politica: il partito tedesco dei Verdi, fino al 1993, ne chiedeva la legalizzazione inserendolo addirittura tra i punti programmatici. Questo in Gemania.
Ma nel resto d’Europa la sinistra propagandava le stesse idee favorevoli alla pedofilia. In Francia nel 1977 il quotidiano progressista Le Monde, il più importante giornale della sinistra francese, pubblicò una petizione per abbassare la maggiore età sessuale ai dodicenni, in pratica per legittimare ideologicamente la pedofilia. Tra i firmatari? L’intero pantheon della gauche: il poeta Louis Aragon, il semiologo Roland Barthes, il filosofo marxista Louis Althusser, gli psicoanalisti profeti degli autonomi Gilles Deleuze e Félix Guattari, la psicologa dell’infanzia Françoise Dolto, il fondatore di Medici senza frontiere Bernard Kouchner, il più volte ministro della Cultura dei governi socialisti Jack Lang, il padre dell’esistenzialismo Jean-Paul Sartre e la sua compagna femminista Simone de Beauvoir, lo scrittore Philippe Sollers. Altri punti di riferimento dell’ideologia pedofila furono Libération, altro quotidiano della sinistra francese, e il celebre filosofo Michel Foucault. La pedofilia ha trovato legittimità ideologica “all’ombra dei movimenti alternativi, dell’antipsichiatria e della militanza omosessuale” come ha spiegato la storica Anne-Claude Ambroise-Rendu.
Senza dimenticare il “padre della rivoluzione sessuale occidentale” Alfred Kinsey, le cui ricerche, il cosiddetto Rapporto Kinsey, prima negli Stati Uniti, poi in Europa, non solo sono stati all’origine dei cambiamenti dei costumi e dell’istituto famigliare degli anni Settanta in poi, ma spalancò le porte al movimento gay e alla legittimazione della pedofilia. Successivamente, ma ormai troppo tardi, si scoprì che il più famoso studio sul comportamento sessuale umano, si basava sulle memorie di un pedofilo!
“Uno dei nomi più illustri che apertamente diffusero la pedofilia fu Klaus Rainer Röhl, mio padre” scriveva nella sua autobiografia Anja Röhl, vittima di abusi quando infante, figlia di Klaus Rainer Röhl, direttore della influente rivista di sinistra Konkret, e Ulrike Meinhof, la celebre terrorista rossa nella Germania del Dopoguerra.
Conclude Meotti affermando che “siamo
alle origini dell’ipocrisia di una cultura e della sua classe dirigente
che avrebbe posto sotto inquisizione la chiesa cattolica per gli abusi
sessuali (veri o presunti), ma che è stata essa stessa all’origine di
quella che Roger Scruton avrebbe definito la “pedofilia vicaria” in
vigore nelle democrazie occidentali.”
Fonte: https://comunitambrosiana.org/2013/09/10/la-sinistra-verita-del-sessantotto-la-pedofilia/
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