Ed essendo entrato in Gerusalemme tutta la città si agitò dicendo: Chi
è costui? Ma il popolo diceva: E’ Gesù il profeta da Nazaret di Galilea. E Gesù
entrò nel tempio di Dio e scacciava tutti i venditori i compratori nel tempio e
rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse
loro: E’ scritto: «La mia casa sarà
chiamata casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri». E si accostarono
a lui ciechi e zoppi nel tempio, e li guarì. Ma i principi dei sacerdoti e gli
scribi, vedendo le cose mirabili che faceva e i bambini che gridavano nel
tempio dicendo: Osanna al figlio di Davide, si indignarono e gli dissero: Senti
che cosa dicono? Ma Gesù disse loro: Certamente. Non avete letto: «Dalla bocca
degli infanti e dei lattanti ti sei procurato la lode?».
Ed essendo entrato in Gerusalemme tutta la città si agitò dicendo: Chi
è costui? Crisostomo: Si
meravigliano con ragione quando vedono quella cosa mirabile: un uomo era
reclamato come Dio e Dio era lodato in un uomo. Io credo che neppure gli stessi
che lo acclamavano sapessero ciò che acclamavano, però lo Spirito Santo,
essendo entrati in essi all’improvviso, ispirava loro queste parole di verità.
Rabano: Si deve notare che questa entrata di Gesù a
Gerusalemme si verificò cinque giorni prima della Pasqua. Infatti Giovanni
riferisce che sei giorni prima della Pasqua era venuto a Betania, e che sul far
del giorno era salito su un asinello ed era venuto a Gerusalemme. In ciò si
deve notare la grande conformità dell’Antico e del Nuovo Testamento non solo
nelle cose, ma anche nei tempi. Nel giorno decimo del mese primo era comandato
che si portasse a casa l’agnello che si doveva immolare nella Pasqua; poiché
anche il Signore il decimo giorno dello stesso mese, ossia cinque giorni prima
della Pasqua, sarebbe entrato nella città in cui avrebbe patito.
Segue: E Gesù entrò nel tempio di Dio. Crisostomo: Era proprio di un buon figlio passare subito
alla casa di suo padre per tributarli l’onore dovuto. E anche tu, che devi
imitare Gesù Cristo, quando entri in qualche città devi per prima cosa andare
in chiesa. Ciò era proprio anche di un buon medico, poiché, quando entra in una
città ammalata per curarla, deve in primo luogo conoscere il principio della
sofferenza, poiché come dal tempio esce tutto il buono, così dal tempio procede
tutto ciò che è cattivo. Quando il sacerdozio è buono, tutta la Chiesa
fiorisce, mentre se è cattivo tutta la fede si debilita. Come infatti, quando
vedi un albero che ha le foglie gialle, capisci che ha qualche vizio alla
radice, così, quando vedi un popolo indisciplinato, senza dubbio comprendi che
il suo sacerdozio non è sano.
Segue: e scacciava tutti i venditori i compratori. Girolamo: Si deve tenere in conto che nel tempio che si
venerava in tutta la terra e al quale confluiva il popolo da quasi tutte le
regioni dei Giudei, si sacrificavano, secondo i precetti della legge,
innumerevoli vittime, specialmente nei giorni festivi, di tori, di agnelli e di
capri; e affinché i poveri non tralasciassero di offrire i propri sacrifici,
era comandato che questi offrissero pulcini di colombe e tortore. Però
succedeva che quelli che venivano da lontano non avessero vittime. Perciò i
sacerdoti inventarono il modo di sfruttare il popolo e vendergli gli animali
necessari per il culto, in modo che vendevano a quelli che non avevano vittime
e tornavano a ricevere quelle che erano state comprate. Questa manovra astuta rimaneva
frequentemente compromessa per la povertà dei pellegrini, che mancavano di
risorse, e non solo non portavano le vittime, ma neanche avevano con che
comprarle. Per questo misero lì dei banchieri che davano danaro prestato sotto
cauzione; e dato che era comandato nella legge che nessuno desse del denaro con
usura, e non poteva essere di nessun vantaggio dare prestiti che non rendevano
interesse e nei quali a volte si perdeva il capitale, inventarono un altro
artificio, cioè un’altra furberia, convertendo quelli che prestavano dietro
pegno in «collibisti», parola che non ha un equivalente in latino. La parola
greca «colliba» significa in latino piccoli profitti, o «tragemata», come ceci
tostati, uva passa e mele di diversi generi. Perciò, dato che i collibisti non
potevano ricevere usura in moneta, la ricevevano in natura; e così ciò che non
si poteva esigere in danaro lo esigevano in queste cose, che venivano comprate
con danaro, come se Ezechiele non si riferisse a ciò quando diceva (18, 17): «Non
riceverete usura né sovrabbondanza alcuna». Quando il Signore vide nella casa
del Padre una negoziazione o un latrocinio di questo tipo, eccitato dall’ardore
del suo spirito scacciò dal tempio una così grande moltitudine di persone.
Segue: ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri. Girolamo: E’ infatti un ladro e trasmuta il tempio di Dio in
una spelonca di ladri colui che desidera ottenere guadagni per mezzo delle cose
della religione. A me sembra che, fra i molti prodigi che fece Gesù Cristo,
questo fu uno dei maggiori, poiché un solo uomo, disprezzabile in quei giorni,
tanto che poco dopo fu messo in croce, poté scacciare una così grande
moltitudine di gente a forza di colpi dati con una sola frusta in presenza
degli Scribi e dei Farisei, che infierivano contro di lui e vedevano che si
distruggevano i loro guadagni. Usciva fuoco dai loro occhi, e questi brillavano
come le stelle facendo risplendere sul suo volto la maestà della divinità.
Crisostomo: Rovesciò le tavole dei prestatori anche perché
nel tempio di Dio non ci deve essere altra moneta che quella spirituale, che
porta l’immagine di Dio, e non le monete che portano il sigillo terreno.
Rovesciò le cattedre di coloro che vendevano colombe, gridando per ciò stesso:
che cosa fa nel tempio questa moltitudine di colombe in vendita, dopo che
discese una colomba gratuita nel tempio del mio corpo? E ciò che folle
proclamavano lo fa conoscere il Signore per mezzo delle sue opere; per cui
segue: E si accostarono a lui ciechi e
zoppi nel tempio, e li guarì.
Origene: Nel tempio di Dio, cioè nella Chiesa, in verità non
tutti vedono né camminano bene; ma coloro che comprendono che di nessuno, se
non di Cristo, si necessità per curarsi, avvicinandosi al verbo di Dio vengono
sanati.
Remigio: Il fatto di sanare nel tempio significa che gli
uomini non possono essere curati se non dalla Chiesa, alla quale è stata data
la facoltà di legare e sciogliere.
Senti che cosa dicono? Girolamo:
La risposta del Salvatore fu prudente. Non disse ciò che gli Scribi volevano
udire: fanno bene i bambini a dare testimonianza di me, e neanche: si
sbagliano, sono bambini, dovete comprendere la loro età; ma adduce il passo del
Salmo 8 affinché, tacendo il Signore, la testimonianza delle Scritture
confermasse le parole dei bambini; per cui segue: Ma Gesù disse loro: Certamente. Non avete letto…Crisostomo: Come se dicesse: forse è colpa mia che questi acclamino? Forse è
colpa mia che il Profeta predica con tante migliaia di anni di anticipo ciò che
accade oggi? I bambini e quelli che prendono il latte non possono conoscere né
lodare nessuno. Vengono detti bambini non per la loro età, ma per la semplicità
dei loro cuori; e lattanti poiché, eccitati come la soavità del latte, dal
diletto delle cose mirabili, gridano. Si chiama latte dunque l’esecuzione di
cose miracolose, poiché i miracoli non esigono lavoro alcuno da parte di coloro
che vedono, ma dilettano per mezzo dell’ammirazione, e con maggiore soavità
invitano alla fede. Il pane poi è l’insegnamento della perfetta giustizia,
quella che non possono ricevere se non i sensi che sono esercitati nelle cose
spirituali.
Nessun commento:
Posta un commento