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mercoledì 13 febbraio 2019

Matteo, Capitolo 21, Versetti 1-9


Ed essendosi avvicinati a Gerusalemme e giunti a Bètfage al monte degli Ulivi, allora Gesù mandò due discepoli dicendo loro: andate nel villaggio che è di fronte a voi e subito troverete un'asina legata e con essa un puledro: scioglieteli e conduceteli a me. E se qualcuno vi dirà qualcosa dite che il Signore ne ha bisogno e subito li lascerà andare. Tutto ciò avvenne affinché si adempisse ciò che fu detto dal profeta con le parole: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te, mansueto, sedendo sopra un'asina e un puledro figlio di bestia da soma». I discepoli andando fecero come disse loro il Signore e condussero l'asina e il puledro e imposero sopra di essi i suoi vestiti e lo fecero sedere sopra. Una grande folla distese i suoi vestiti lungo la via, altri invece tagliavano rami dagli alberi e li deponevano sulla strada. Le folle che lo precedevano e che lo seguivano gridavano dicendo: Osanna al figlio di Davide: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, osanna nell’alto dei cieli».

Remigio: L’Evangelista sopra ha riferito che Gesù usci dalla Galilea e cominciò a salire Gerusalemme. Quindi, dopo aver riferito ciò che era successo nel cammino, volendo continuare la sua narrazione dice: Ed essendosi avvicinati a Gerusalemme e giunti a Bètfage. Betfage era un luogo proprio dei sacerdoti, collocato alle falde del monte degli Ulivi e distante un miglio da Gerusalemme. I sacerdoti che servivano nel tempio per la durata di un certo numero di giorni, una volta terminate le funzioni del loro ministero erano ospitati in quel posto. E nello stesso modo quelli che cominciavano a esercitarlo vivevano anch’essi lì, poiché era comandato nella legge che nessuno camminasse per più di mille passi nel giorno di sabato.

Segue: Allora Gesù mandò due discepoli. Crisostomo: Non disse ai suoi discepoli: dite: il tuo Signore necessita di queste cose, e neanche: il vostro Signore, affinché comprendano che egli unicamente è Signore, non solo degli animali, ma anche di tutti gli uomini, poiché persino i peccatori per natura sono suoi, pur essendo del demonio per volontà propria.

E subito li lascerà andare. Glossa [Anselmo]: Il padrone di quei giumenti li libererà in seguito per dedicarli al servizio del Signore. A questo fatto si aggiunge la testimonianza del Profeta, in modo che si veda che il Signore compì tutto ciò che stava scritto di lui. Però gli Scribi e i Farisei, accecati dall’invidia, non vollero intendere ciò che essi stessi leggevano; e perciò segue: Tutto ciò avvenne affinché si adempisse ciò che fu detto dal Profeta, cioè Zaccaria.

Rabano: Figlia di Sion, secondo la storia, è la citta di Gerusalemme, che è collocata sul monte Sion; e in senso spirituale è la Chiesa dei fedeli, che appartiene alla Gerusalemme superna.

I discepoli andando fecero come disse loro il Signore e condussero l'asina e il puledro. Agostino: Gli altri Evangelisti tacciono dell’asina. Ma il lettore non dovrebbe turbarsi se Matteo avesse taciuto del puledro come quelli tacquero dell’asina. Ma il lettore non dovrebbe turbarsi se Matteo avesse taciuto del puledro come quelli tacquero dell’asina. Molto meno deve turbare il fatto che uno solo parli dell’asina, della quale non si occupano gli altri, e tuttavia non manchi di menzionare il puledro di cui parlano gli altri Evangelisti. Infatti non c’è contraddizione quando si può intendere che si verificò l’una e l’altra cosa, e neanche ci sarebbe se uno ricordasse una cosa e uno un’altra; quanto meno c’è quando uno dice una cosa e un altro entrambe.

Segue: e imposero sopra di essi i suoi vestiti e lo fecero sedere sopra. Crisostomo: A me sembra che non sia salito sull’asina unicamente per il mistero che rappresentava, ma per farci comprendere la grandezza della sua sapienza, nella quale ci dimostra che non c’è necessità di andare montando su cavalli, ma che è sufficiente un asino, e che dobbiamo accontentarci di soddisfare ciò che è necessario. Si domandi ai Giudei che re è entrato a Gerusalemme montato su un’asina, e non sapranno dire altro che questo.

Segue: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Glossa [Anselmo]: Questo è ciò che significa: Benedetto, cioè sia glorificato, colui che viene, cioè si è incarnato, nel nome del Signore, cioè del Padre, glorificandolo. Inoltre ripetono: osanna, cioè salva, ti prego; e determinano dove vogliono essere salvati, cioè nell’alto dei cieli, ossia nelle realtà celesti, e non nella terra. Girolamo: Oppure, per il fatto che si aggiunge Osanna, ossia la salvezza nei cieli, ci si dà a conoscere chiaramente che la venuta di Gesù Cristo non solo rappresentava la salvezza dell’uomo, ma di tutto il mondo, unendo le realtà terrene con le celesti. Crisostomo: Osanna alcuni lo interpretano nel senso di gloria, altri invece di redenzione: infatti la gloria gli è dovuta, e la redenzione gli conviene poiché redense tutti.

Girolamo: In senso mistico il Signore si avvicinava a Gerusalemme venendo da Gerico, da cui aveva tratto molte persone, poiché, ritornato grande e arricchito dalla salvezza dei credenti con grandi beni, desiderava entrare nella città della pace e nel luogo dove si può vedere Dio. E venne a Betfage, cioè alla casa delle mascelle, poiché rappresentava la figura della confessione, e si radicava nel monte degli Ulivi dove si trova la luce della scienza e il riposo dalle fatiche e dai dolori. Per mezzo del villaggio infatti che stava di fronte agli Apostoli si designa questo mondo, che stava contro di essi e non voleva ricevere il lume della dottrina.

Crisostomo: Gli uomini sono comparati con gli animali poiché assomigliano loro in alcune cose quando non conoscono il Figlio di Dio. E questo poi è un animale immondo, il più irrazionale di tutti gli animali, il più stolto, il più debole e il più ignobile, quello che più si presta alla soma; così furono gli uomini prima della venuta di Gesù Cristo, dediti alla soddisfazione delle proprie passioni immondi, irrazionali, carenti della parola, stolti poiché disprezzavano Dio, deboli quanto all’anima; ignobili poiché, dimenticandosi della propria discendenza celeste, si erano convertiti in schiavi delle proprie passioni e dei demoni. E portavano anche la soma, poiché portavano sopra di sé il sacco dell’errore imposto dai demoni e dai farisei. L’asina era legata, cioè era impedita dal laccio dell’errore del demonio e non aveva libertà di andare dove voleva, poiché, prima di peccare, abbiamo il libero arbitrio e facciamo ciò che il demonio desidera, o non lo facciamo se vogliamo; però, se pecchiamo, ci vediamo come obbligati alle sue opere e ormai non possiamo fuggire con la nostra propria forza. E come la nave, una volta rotto il timone, è portata dove vuole la tempesta, così anche l’uomo, quando perde l’aiuto della divina grazia a causa del suo peccato, oramai non fa ciò che vuole, ma ciò che vuole il demonio. E se Dio non lo slega con la mano poderosa della sua misericordia, rimarrà nei legami dei suoi peccati fino alla morte. Per questo dice ai suoi discepoli: scioglieteli, cioè con la vostra predicazione e i vostri miracoli, poiché tutti i Giudei e i Gentili furono posti in libertà per mezzo degli Apostoli.


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