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martedì 13 dicembre 2016

Matteo, Capitolo 2, Versetti 10-11


Vedendo la stella si rallegrarono di gioia e molto grande, ed entrando in casa trovarono il bambino con Maria sua madre, e prostrandosi lo adorarono, e aperti i loro scrigni e gli offrirono doni: oro, incenso e mirra […]

 
Leone: Piccolo nelle dimensioni, bisognoso dell’aiuto altrui, incapace di parlare e in nulla diverso dalla generalità dei bambini; poiché come erano fidate le testimonianze che mostravano in lui la maestà della divinità invisibile, così bisognava provare nel modo più sicuro che quella sempiterna essenza del Figlio di Dio aveva assunto la vera natura dell’uomo. 

Crisostomo: Non coronata con un diadema né coricata in un letto d’oro, ma che possiede a stento un’unica tunica, non per ornamento del corpo ma per ricoprire la nudità, quale poteva averla la moglie di un falegname che si trovava in un paese straniero. Se dunque fossero venuti per cercare un re terreno, sarebbero stati più confusi che rallegrati, poiché avrebbero intrapreso senza motivo la fatica di un viaggio così lungo. Poiché invece cercavano un re celeste, anche se non vedevano nulla di regale, accontentandosi della testimonianza della sola stella si rallegrarono alla vista di un povero bambino, poiché lo spirito lo mostrava venerabile nel loro cuore; per cui prostrandosi lo adorarono; vedono infatti un uomo e riconoscono Dio.

Agostino: L’oro veniva offerto come al grande re, l’incenso viene immolato come a Dio; la mirra viene offerta come a colui che sarebbe morto per la salvezza di tutti. 

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