Cristo è mostrato dagli Angeli ai
pastori, dalla stella ai Magi: a entrambi parla la lingua dei cieli, poiché era
cessata la lingua dei Profeti. Gli Angeli abitano i cieli e le stelle li
adornano: a entrambi quindi i cieli cantano la gloria di Dio.
Agostino: Dopo il miracolo del parto verginale nel quale il
grembo pieno della maestà divina, diede alla luce l’uomo Dio, fra gli oscuri
nascondigli di una stalla e le ristrettezze di un presepio, dove l’infinita
maestà dimorava ridotta in piccole membra, mentre Dio pende dal suo seno
materno e accetta di essere avvolto di umili panni, subito rifulse dal cielo
sulla terra un nuovo astro, e dissipata la tenebra di tutto il mondo mutò la
notte in giorno affinché il giorno non fosse celato nella notte.
I tre magi, vedendo la stella,
intesero che era nato il Re dei Giudei, essendo solitamente la stella segno del
Re temporale. Infatti questi magi non osservavano il corso degli astri con
animo cattivo, ma per interesse scientifico. Come infatti è dato a comprendere,
seguivano l’insegnamento trasmesso da Balaam, il quale disse (Nm 24,17): “Una
stella sorgerà da Giacobbe”. Per cui vedendo una stella al di fuori dell’ordinamento
del mondo intesero che era quella che Balaam aveva profetizzato come indicativa
del Re dei Giudei.
Quella stella che i magi videro
alla nascita di Gesù secondo la carne non era per il dominio, ma per la
testimonianza. Quindi non era una di quelle stelle che dall’inizio della
creazione custodiscono l’ordine della loro orbita sotto la legge del creatore, ma
al nuovo parto della Vergine apparve una nuova stella per offrire il suo
servizio, camminando davanti ad essi, cioè ai Magi che cercavano Cristo, fino a
condurli proprio al luogo dove stava il Verbo di Dio fatto bambino.
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