“Ed ecco che due di essi andavano lo stesso dì a un castello lontano sessanta stadi da Gerusalemme, chiamato Emmaus. E discorrevano insieme di tutto quel che era accaduto. E mentre ragionavano e conferivano insieme, Gesù si andò accostando loro, e faceva strada con essi” (Vangelo di San Luca, capitolo XXIV, versetti 13-15).
di Giuliano Zoroddu
Una campagna di scavi franco-israeliana iniziata nel 2017 ha riportato alla luce sulla collina di Kiryat Yearim, vicino a Gerusalemme, i resti di un edificio che potrebbe appartenere alla Emmaus evangelica.
In
base alle loro ricerche, gli archeologi dell’Università di Tel Aviv,
Israel Finkelstein e Thomas Römer, professori di studi biblici al
College de France, sono giunti a formulare la loro tesi secondo cui Kiriath Yearim e l’adiacente città di Abu Ghosh siano riconducibili a Emmaus.
L’edificio
riscoperto, databile a 2200 anni fa grazie alla tecnica della
luminescenza, è una fortezza del tardo periodo ellenista (ca. 160 a.C.)
su cui intervennero poi anche i Romani nel I secolo d.C. .
Tuttavia
tali scoperte, senz’altro importanti, non portano a concludere con
certezza che sia stata ritrovata la vera Emmaus in cui il Cristo Risorto
si manifestò a Cleopa e all’altro discepolo di cui la storia non ci ha
trasmesso il nome.
Altre località infatti sono state identificate
con l’Emmaus evangelica: “Tradizionalmente, la maggior parte degli
studiosi ha identificato il tempo di Emmaus di Gesù con quella che in
seguito divenne la città bizantina chiamata Emmaus Nicopolis, situata
nella valle di Ayalon, vicino alla moderna traversata di Latrun”, spiega
Benjamin Isaac, Professore emerito di storia antica dall’Università di
Tel Aviv ad Haaretz (cfr. Holy Land Foundation).
L’ipotesi Emmaus Nicopolis fu sostenuta da Eusebio di Cesarea, Girolamo, Sozomeno,
tuttavia, come notava don Armando Rolla, Professore di Sacra Scrittura
nel Seminario Regionale di Benevento: «Tale ubicazione è in contrasto
col testo criticamente sicuro di Lc. 24, 13 che pone tra Emmaus e
Gerusalemme 60 stadi (= 11-12 km; Lagrange, Vaccari). La lezione 160
stadi è riportata solo da sei unciali, per lo più corretti, e quattro
minuscoli. Essa pertanto, a ragione, è esclusa dalle edizioni critiche
(solo si ha nel Merk, 3a tiratura 1938).
Origene, abituato a
cambiamenti toponomastici nel testo biblico (cf. Io. 1, 28; Betabara
invece di Betania; Mt. 8, 28 parr.: Gergesi invece di Gadareni o
Geraseni) volle immetterla nel testo. Dal sec. XII la localizzazione
dell’Emmaus evangelica fu ricercata dai Crociati a: Qolon-ieh a 30 stadi
da Gerusalemme; ad Abu Gosh a 80 stadi; a el Qubeibeh a 60 stadi in
armonia con la distanza evangelica, ma gli archeologi rimangono incerti»
(Dizionario Biblico diretto da Mons. Spadafora, Roma, 1963, voce
Emmaus) .
La disputa è antica:
«Vi furono alcuni cristiani nei secoli passati – osserva il Römer – che
non erano d’accordo con Eusebio e credevano che l’apparizione di Gesù
fosse avvenuta qui invece che ad Emmaus Nicopolis. Ecco perché i
Crociati, nel XII secolo, costruirono la Chiesa della Resurrezione
magnificamente affrescata ad Abu Ghosh».
Da profani non possiamo formulare giudizi pro o contra questa ipotesi scientifica, ma certamente possiamo notare quanto ne esca confermata la storicità dei testi evangelici, come “Sancta Mater Ecclesia firmiter et constantissime tenuit ac tenet“.
Fonte: https://www.radiospada.org/2019/09/nuove-scoperte-archeologiche-su-emmaus/
Nessun commento:
Posta un commento