Nei primissimi secoli dell’era cristiana l’Egitto vide una splendida
fioritura di gruppi monastici, d’asceti e grandi apologeti. Questo
interessante periodo storico vide infatti la formazione della comunità
Copta – divisa poi in Chiesa Copta Ortodossa e Chiesa Copta Cattolica – e
la nascita di movimenti filosofico-religiosi come gli stiliti, ovvero
gli eremiti cristiani che per mortificazione si adattavano a vivere in
cima ad un pilastro o a una colonna come testimonianza di fede.
Ma il gruppo che più di tutti lascerà la sua impronta nella storia fu
senza dubbio quello degli eremiti del deserto, coloro che conosciamo
come Padri del deserto.
Essi erano monaci che vivevano in piccole comunità o in completo
isolamento in grotte o anfratti, cibandosi di quel poco che il deserto
offriva. Passavano le loro giornate tra il lavoro, la meditazione, la
preghiera e la veglia: alcuni di loro si sottoponevano ad estenuanti
privazioni e mortificazioni, arrivando a dormire solamente un’ora a
notte. Uomini di grande discernimento e profondità spirituale, fondarono
diversi monasteri nella zona di Wādī al-Natrūn. Questi monasteri,
alcuni dei quali ancora oggi esistenti, sono considerati tra i più
antichi della cristianità.
I loro detti (αποφθεγμα), ovvero delle massime spirituali o episodi della loro vita, ci sono stati tramandati nella maggior parte dei casi dai loro discepoli, e contengono delle brevi narrazioni o direzioni spirituali.
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