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domenica 8 novembre 2020

Matteo, Capitolo 27, Versetti 1-5

 

Venuto il mattino, tutti i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per consegnarlo alla morte. E messolo in catene lo consegnarono al governatore Ponzio Pilato. Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che era stato condannato, pentendosi riportò le trenta monete d'argento ai principi dei sacerdoti e agli anziani dicendo: Ho peccato tradendo sangue giusto. Ma quelli dissero: Che importa a noi? Veditela tu. Ed gettate le monete nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.

Origene: Credevano che con la morte si sarebbero estinte la dottrina e la fede in quelli che credettero in lui come Figlio di Dio. Insistendo poi nei loro progetti, legarono Gesù, che slegava gli altri.

Girolamo: Osserva la sollecitudine dei sacerdoti, che passarono in veglia tutta la notte per commettere il loro omicidio, e consegnarono legato Gesù a Pilato, poiché avevano il costume di consegnare legati davanti al giudice coloro che condannavano a morte.

Crisostomo: Non lo uccisero occultamente, poiché volevano uccidere la sua gloria, in ragione del fatto che molti lo ammiravano, e per questo si impegnarono a ucciderlo pubblicamente e davanti a tutti; e a questo fine lo portarono davanti al governatore.

Origene: Mi rispondano quelli che inventano certe favole sulla natura; poiché Giuda, riconoscendo il suo peccato, disse: Ho peccato tradendo sangue giusto, se non per la buona semente di intelligenza e virtù che Dio seminò in ogni anima razionale? Giuda non la coltivò e per questo cadde in tale peccato. Se poi c'è un uomo di natura tale da poter perire, tale fu Giuda più degli altri. Se avesse detto questo dopo la risurrezione di Cristo, forse lo avrebbe detto obbligato a pentirsi del suo peccato in forza della stessa risurrezione. Ma ora, vedendo che Gesù era stato consegnato a Pilato, si pentì forse ricordandosi di ciò che Gesù aveva detto ripetutamente riguardo alla sua futura risurrezione. Forse anche Satana, che era entrato in lui, lo incalzò finché non consegnò Gesù a Pilato; poi fece quanto voleva, uscì da lui, e lasciandolo egli poté pentirsi. Però come vide Giuda che Gesù era stato condannato se ancora non era stato interrogato da Pilato? Forse qualcuno dirà che nella sua immaginazione vide il risultato del processo in base a quanto aveva visto. Un altro dirà che ciò che è scritto: vedendo Giuda che era stato condannato, si riferisce allo stesso Giuda: allora infatti sentì la propria malizia, e si riconobbe condannato.

Leone: Dicendo tuttavia: Ho peccato tradendo sangue giusto, persiste nella perfidia della sua empietà, non riconoscendo Gesù come Figlio di Dio, ma solamente come uomo della nostra condizione, posto in pericolo di morte; e avrebbe piegato la sua misericordia se non avesse negato la sua onnipotenza.

Origene: […] Giuda, dopo essersi pentito, non conservò il suo cuore, ma si lasciò trascinare da una tristezza ispirata dal diavolo che lo condusse alla perdizione. Per cui segue: si allontanò e andò ad impiccarsi. Se invece avesse cercato di fare penitenza e avesse osservato il tempo di questa, forse avrebbe trovato colui che disse (Ez 33, 11): «Non voglio la morte del peccatore». Oppure pensò forse di prevenire il maestro che stava per morire, e presentarsi a lui con la nuda anima, in modo che confidando e pregando meritasse la misericordia; e non vide che un servo di Dio non può togliersi da questa vita, ma deve aspettare il giudizio di Dio.

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