Nella traduzione del blog Chiesa e post concilio da LifeSiteNews un articolo di Jeanne Smits sulla scoperta, a Betsaida, la Basilica costruita sulla casa dove sono nati Pietro e Andrea.
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Un team di archeologi israeliani e americani asserisce di aver trovato,
nel villaggio di pescatori di Betsaida sulla riva del mare di Galilea,
la Basilica costruita sulla casa dove sono nati due apostoli di nostro
Signore, San Pietro, il primo Papa, e suo fratello, Sant’Andrea.
Gli scavi di El-Araj, in ebraico Beit Habeck, hanno portato alla
scoperta delle vestigia di un grande edificio i cui elementi decorativi,
struttura e pianta sono coerenti con una chiesa bizantina.
La posizione esatta di Betsaida è rimasta a lungo sconosciuta: i
viaggiatori del XIX secolo in Palestina non sono stati in grado di
identificare il villaggio ricordato per la prima volta nel Nuovo
Testamento, divenuto molto famoso dopo l'urbanizzazione da parte del
tetrarca Erode, Filippo, e ribattezzato Julias nel 30 d.C. Sarebbe
citato da storici come Plinio il Vecchio, Flavio Giuseppe e nella
letteratura rabbinica prima di scomparire, per motivi sconosciuti, nel
terso secolo – forse per mutamenti di livello del mare di Galilea.
Riapparve per poi scomparire del tutto nell’ottavo secolo, al momento
dell’espansione e delle conquiste islamiche.
Se gli archeologi Mordechai Aviam del Kinneret Academic College of
Israel e del Pr. R. Steven Notley dal Nyack College, collegio cristiano
privato di New York, sono nel giusto, l’appena riscoperta Bethsaida
potrebbe attirare molti pellegrini desiderosi di visitare il luogo di
nascita del primo degli apostoli. Sarebbe uno dei santuari più antichi
del mondo cristiano, ricco di storia del Nuovo Testamento.
Bethsaida era un luogo a due facce. Tre dei suoi figli – Pietro, Andrea e
Filippo – nacquero lì e lasciarono le loro famiglie e i loro mezzi di
sussistenza senza esitazione per rispondere alla chiamata di Gesù a
diventare suoi discepoli.
È anche lì, o nelle vicinanze, secondo il Nuovo Testamento, che Gesù
guarì un cieco e nutrì una folla di 5.000 persone con pochi pani. È
dalle sue rive che Egli è stato visto camminare sul mare di Galilea.
Ma Gesù maledisse anche Betsaida per la sua mancanza di fede e di
saggezza spirituale: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché,
se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in
mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere,
si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio,
Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao,
sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in
mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno
del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
(Matteo 11:20-22)
Fino ad oggi, l’esistenza di una chiesa nell’antica Betsaida era nota
solo per una tradizione secolare. Fu esplicitamente citata nelle memorie
dell’ottavo secolo di un vescovo bavarese di nome Willibald, che
raccontò i suoi viaggi in Terra Santa nel 725 d.C., quando più tardi
tornò alla sua sede di Eichstätt. I suoi passi lo avevano portato da
Cafarnao a Betsaida, “da cui provenivano Pietro e Andrea”, e “Ora c’è
una chiesa, che prima era la loro casa”.
Willibald andò poi a “Chorazin”, scrive il vescovo nel suo racconto di
viaggio. Questo luogo fu da lui nominato erroneamente, gli studiosi
concordano. La maggior parte pensa che il vescovo abbia confuso Betsaida
con Cafarnao, confondendo l’ordine delle sue soste, il che ha portato a
identificare la basilica di cui parlava con un edificio ottagonale in
quella città.
Ma secondo Aviam e Notley, l’errore sarebbe stato più probabilmente la
confusione tra Chorazin e Chorsia, il nome latino di una città sulla
riva orientale del lago di Tiberiade, che avrebbe giustificato la
ricerca di Betsaida dove hanno sostenuto per diversi anni di averla
trovata. Rifiutano anche l’affermazione che Betsaida corrisponda al
vicino scavo archeologico di Et-Tell fatto da altri studiosi.
Gli articoli accademici di Aviam e Notley sui loro risultati e suggerimenti possono essere trovati qui.
Nel corso dei lavori operanti da tempo nella zona, due anni fa sono
state rinvenute vestigia di un bagno romano, e da allora case romane e
altre rovine che mostrano chiaramente un importante insediamento romano
fiorito nel I secolo d.C., il ritrovamento della chiesa è, secondo Aviam
e Notley, una probabile conferma della loro tesi.
Betsaida è infatti l’unico luogo tra Cafarnao e Chorsia (oggi conosciuto
come Kursi) dove l’esistenza di una chiesa è stata menzionata da
Willibald, ed è anche il luogo in cui è stata scoperta una chiesa.
“Ora abbiamo una chiesa proprio dove i pellegrini dicono che c’era una
chiesa. Le prime testimonianze sulla chiesa sopra la casa di Pietro la
descrivono come una basilica. Un bizantino descriverebbe una struttura
ad otto lati come una basilica? Questa è una domanda che deve essere
affrontata in maniera più completa”, ha detto Notley ad Haaretz.
Egli ha aggiunto che l’identificazione della chiesa rimarrà teorica fino
a quando non si troveranno prove, come un’iscrizione, ha spiegato
Haaretz. “Sarebbe normale trovare un’iscrizione in una chiesa di epoca
bizantina, che dica in memoria di chi è stata costruita, per esempio”,
ha detto Notley al quotidiano israeliano.
Che si tratti o meno di una basilica costruita sulle fondamenta della
casa del primo degli apostoli, secondo la squadra archeologica si tratta
certamente di una chiesa. Ad oggi, circa un terzo dell’edificio,
risalente al V secolo d.C., è stato riportato alla luce. Ma il suo
orientamento – su un asse ovest-est – e la sua divisione in tre navate
corrisponde alla classica pianta di una basilica cristiana. I frammenti
di marmo rinvenuti nel sito indicano i resti di un’iconostasi e, cosa
ancora più caratteristica, le tessere di vetro dorato tipiche solo dei
rivestimenti murali delle chiese non lasciano dubbi. Il tipo di tegole
rinvenute sul sito indicano un edificio di grandi dimensioni; inoltre,
un frammento di un’incisione in gesso con una croce patente ['allargata', tipica dei Cavalieri del Tempio -n.d.T.] indica che si trattava chiaramente di una chiesa.
La storia di Bethsaida rimane tuttavia avvolta nel mistero. Fu
inghiottita dal mare di Galilea nel terzo secolo, per poi riapparire nel
quinto e vedere la rinascita di un antico pellegrinaggio?
Di certo Betsaida fa parte della storia cristiana, con una doppia
simbologia legata alla sua fama come luogo di nascita del primo Papa
istituito da Cristo stesso e al suo rifiuto di riconoscerlo come vero
Messia e Figlio di Dio nonostante il suo privilegio nel testimoniare i
suoi miracoli.
Forse c’è anche un terzo simbolismo nel fatto che la chiesa è stata probabilmente “abbandonata con l’ascesa del califfato omayyyade
e la presenza islamica nella terra, dalla fine del settimo o inizio
dell’ottavo secolo”, come suggerisce Haaretz, con l’Islam come flagello
di una città che Gesù aveva maledetto per la sua incredulità.
Ma allora la sua scoperta sarebbe anche un richiamo a credere nella storicità di Cristo e a riscoprire le verità vivificanti che Egli ha manifestato sulle rive del Mar di Galilea.
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