Allora Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli dicendo: Sulla
cattedra di Mosè si sedettero gli scribi e i farisei. Qualunque cosa dunque vi
diranno osservatela e fatela, ma non agite secondo le loro opere: infatti dicono
e non fanno. Legano infatti pesi gravi e insopportabili e li impongono sulle
spalle degli uomini, ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito.
Origene: Vi sono alcuni discepoli di Gesù che sono migliori
di quelli che compongono le folle, e troverai nelle chiese alcuni che si avvicinano
con più affetto al Verbo divino, e che sono i discepoli di Gesù Cristo, mentre
gli altri possono solo chiamarsi suo popolo. E a volte Gesù dice certe cose
unicamente ai suoi discepoli, e altre alle folle. Dice anche alcune cose alle
folle e ai suoi discepoli contemporaneamente, come risulta dalla parole che
seguono: dicendo, Sulla cattedra di Mosè
… Quanti credono di potersi gloriare di interpretare bene la legge di Mosè sono
coloro che si siedono sopra la sua cattedra, e coloro che non si separano dalla
lettera della legge sono detti Scribi; quelli infine che fanno intendere che
sanno qualcosa di più e si distinguono come divisi dagli altri vengono detti
Farisei, che significa appunto divisi. Coloro d’altra parte che intendono e
spiegano Mosè secondo il senso spirituale non sono né Scribi né Farisei; sono
però migliori di questi e discepoli di Cristo amati. Dopo la venuta di Cristo
siedono sulla cattedra della Chiesa, che è la cattedra di Cristo.
Crisostomo: Si deve osservare come ognuno si sieda sopra la
cattedra, poiché non è la cattedra quella che fa il sacerdote, ma il sacerdote
la cattedra; non il luogo santifica l’uomo, ma l’uomo il luogo. Pertanto il
cattivo sacerdote del suo sacerdozio acquista colpevolezza, non dignità.
Origene: Se gli Scribi e i Farisei che siedono sulla
cattedra di Mosè sono i dottori dei Giudei, insegnando i precetti della legge
secondo la lettera, come mai il Signore ci comanda di fare ciò che questi ci
ordinavano, dato che il libro degli Atti degli Apostoli proibiscono ai fedeli
che vivano secondo la lettera della legge? Però quelli la insegnano secondo la
lettera poiché non conoscono il suo spirito. Quanto ci dicono dunque a riguardo
della legge lo facciamo e osserviamo conoscendo il senso, e non operando come
essi operano. Infatti essi non operano come la legge insegna, né comprendono
che c’è un velo sopra la lettera della legge. E quando si odono queste cose non
andiamo a credere che tutte siano precetti della legge, poiché ve ne sono
alcune che trattano di cibi, dei sacrifici e di altre cose del genere; lo sono
invece unicamente quelle che correggono i costumi. E come mai non diede questo
stesso comando a riguardo della legge della grazia, ma unicamente a riguardo
della legge di Mosè? Perché non era ancora il tempo di far conoscere i precetti
della nuova legge prima della sua passione. […]
Crisostomo: Considera anche come comincia a vituperarli. Per
questo continua: dicono e non fanno. È infatti sommamente degno di condanna
chi, avendo l’autorità dell’insegnamento, trasgredisce la legge: in primo luogo
perché sbaglia quando deve correggere un altro; in secondo luogo perché colui
che pecca è degno di maggior castigo quanto maggiore è la sua dignità; in terzo
luogo perché fa più danno per il fatto che pecca essendo un dottore. […]
Crisostomo: Tali sono coloro che impongono un gran peso su
coloro che vengono a fare penitenza, e così, mentre si fugge dalla pena
presente, si disprezza il castigo dell'altra vita. Se infatti si impone un gran
peso sulle spalle di un giovane che non possa portarlo sarà necessario o
rigettare il carico, oppure soccombere sotto di esso. Dunque succederà all'uomo
e ciò si imponga una penitenza grave che i la disprezzerà o, se la accetta,
quando non potrà portarla a termine, scandalizzato, peccherà di più. Quindi,
anche se non operiamo bene imponendo poca penitenza, tuttavia non sarà meglio
rendere conto per la misericordia piuttosto che per la crudeltà? Dove il padre
di famiglia è largo, il dispensatore non deve essere tenace. Se Dio è benigno,
perché il suo sacerdote deve essere più austero? Quando il padre di famiglia è condiscendente,
colui che dispensa le sue grazie deve esserlo anche lui. Se Dio è buono, perché
un sacerdote deve essere austero? Vuoi apparire come un santo? In tutta la tua
vita sii austero con te stesso, e benigno rispetto agli altri. Ti odano gli
uomini esigere poco, e ti vedano fare cose grandi. Il sacerdote che è
condiscendente con sé, però che esige cose gravi degli altri, è come un cattivo
retributore di contributi in una città, che dispensa se stesso dal pagare, e
carica gli altri.
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