Dopo sei giorni Gesù prese Pietro e Giacomo e Giovanni suo fratello e
li condusse in disparte su un alto monte; e fu trasfigurato davanti a loro e il
suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche come la
neve. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che parlavano con lui. Pietro rispondendo
disse a Gesù: Signore, è bene per noi stare qui; se vuoi, facciamo qui tre
tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.
Crisostomo: Il Signore aspetta che passino sei giorni, e non
porta immediatamente i suoi discepoli alla montagna affinché gli altri non
abbiano alcun sentimento umano di
invidia; oppure perché, riempiti con questo maggiore spazio di tempo di un più
forte desiderio, coloro che dovevano esseri presi si accostassero con una mente
sollecita.
Crisostomo: Egli prese questi tre discepoli poiché erano
quelli che occupavano i ter posti più elevati. E vedi come Matteo non occulta
questa preferenza dei tre discepoli, e nemmeno Giovanni, che fa menzione delle
principali lodi di Pietro. Gli Apostoli non conoscevano né l’emulazione né la
vanagloria.
Segue: e fu trasfigurato davanti a loro. Girolamo: Infatti apparve agli Apostoli tale equale sarà al
tempo del giudizio. Nessuno però pensi che abbia perso la forma e l’aspetto di
prima, o abbia lasciato la verità del corpo e assunto un corpo spirituale o
aereo; ma l’Evangelista mostra come fu trasfigurato dicendo: e il suo volto risplendette come il sole e
le sue vesti divennero bianche come la neve. Dove si mostra lo splendore
del volto e si descrive il candore delle vesti non si toglie la sostanza, ma si
muta la gloria. Certamente il Signore fu trasformato in quella gloria con la
quale poi verrà nel suo regno. La trasformazione aggiunse lo splendore, non
sottrasse l’aspetto, come se fosse un corpo spirituale: per cui furono mutate
anche le vesti, che divennero così candide che, come dice un altro Evangelista,
nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche; ciò però è
corporale e soggiace al tatto, non è spirituale e aereo, così da ingannare gli
occhi e apparire solo nella fantasia.
Remigio [Rabano]: Se poi il volto del Signore risplendette
come il sole, e anche il volto dei santi risplenderà come il sole, sarà per
caso uguale lo splendore del Signore e quello dei suoi servi? In nessun modo.
Ma siccome non c’è cosa che brilli tanto come il sole, per questo, al fine di
manifestare l’esempio della resurrezione futura, si dice che il volto del
Signore e i giusti risplenderanno come il sole.
Segue: apparvero loro Mosè ed Elia, che parlavano con lui. Crisostomo: Ciò ha molte ragioni.
La prima è questa. Poiché infatti le folle dicevano che egli era Elia o
Geremia, o uno dei Profeti, conduce con sé i capi dei Profeti, affinché almeno
da ciò appaia la differenza fra i servi e il Signore. L’altra ragione è che i
Giudei accusavano continuamente Gesù come trasgressore della legge, e
bestemmiatore, usurpando per sé la gloria del Padre; così, affinché venisse
mostrato innocente da entrambe le accuse, conduce nel mezzo coloro che
risplendettero in entrambi le cose. Infatti Mosè diede la legge, ed Elia fu
difensore della gloria di Dio. C’è un’altra ragione: affinché imparino che ha
potere sulla morte e sulla vita; per questo conduce nel mezzo sia Mosè, che era
venuto meno con la morte, sia Elia, che non aveva ancora patito la morte. Un’altra
ragione la rivela lo stesso Evangelista, cioè quella di mostrare la gloria
della croce e rassicurare Pietro e gli altri discepoli che temevano la
passione; parlavano infatti, come dice un altro Evangelista, della sua uscita
che avrebbe compiuto in Gerusalemme: per cui conduce nel mezzo coloro che si
esposero alla morte per le cose che piacevano a Dio e per la comunità dei
credenti; infatti entrambi si presentarono liberamente a dei tiranni: Mosè al
Faraone, Elia ad Acab. Li conduce nel mezzo anche per questo: voleva infatti
che i discepoli imitassero le loro virtù, che cioè divenissero mansueti come
Mosè e zelanti come Elia.
Origene [Crisostomo]: Si aggiunge poi quanto disse l’ardente
Pietro: Pietro rispondendo disse a Gesù:
Signore, è bene per noi stare qui. Poiché infatti aveva udito che doveva
andare a Gerusalemme, ancora teme per Cristo; ma dopo il rimprovero non osa
dire nuovamente (16, 22): <<Abbi compassione di te>>, ma insinua
occultamente la stessa cosa con degli altri segni. Poiché infatti vedeva molta
quiete e solitudine, ritenne conveniente fermarsi lì pel la disposizione del
luogo, e indica ciò con le parole: E’
bene per noi stare qui. Vuole anche stare lì per sempre; per questo ricorda
la tenda, dicendo: se vuoi, facciamo qui tre tende. Pensava infatti che se si
fosse fatto ciò non sarebbe salito a Gerusalemme, e se non fosse salito, Cristo
non sarebbe morto; sapeva infatti che lì gli Scribi lo insidiavano. Pensava
inoltre che era presente Elia, che discendere il fuoco sul monte, e Mosè, che
entrò nella nube, e parlò con Dio: per cui potevano nascondersi, e nessuno dei
persecutori avrebbe saputo dove erano.
Remigio: Ha sbagliato anche in quanto ha voluto che il regno
degli eletti fosse costituito in terra, mentre il Signore aveva promesso di
farlo nei cieli. Sbagliò inoltre in quanto si dimenticò che lui e i suoi
compagni erano mortali, e volle ottenere la felicità eterna senza gustare la
morte.
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