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venerdì 2 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 1-4


Dopo sei giorni Gesù prese Pietro e Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte; e fu trasfigurato davanti a loro e il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche come la neve. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che parlavano con lui. Pietro rispondendo disse a Gesù: Signore, è bene per noi stare qui; se vuoi, facciamo qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.

Crisostomo: Il Signore aspetta che passino sei giorni, e non porta immediatamente i suoi discepoli alla montagna affinché gli altri non abbiano alcun sentimento umano di invidia; oppure perché, riempiti con questo maggiore spazio di tempo di un più forte desiderio, coloro che dovevano esseri presi si accostassero con una mente sollecita.

Crisostomo: Egli prese questi tre discepoli poiché erano quelli che occupavano i ter posti più elevati. E vedi come Matteo non occulta questa preferenza dei tre discepoli, e nemmeno Giovanni, che fa menzione delle principali lodi di Pietro. Gli Apostoli non conoscevano né l’emulazione né la vanagloria.

Segue: e fu trasfigurato davanti a loro. Girolamo: Infatti apparve agli Apostoli tale equale sarà al tempo del giudizio. Nessuno però pensi che abbia perso la forma e l’aspetto di prima, o abbia lasciato la verità del corpo e assunto un corpo spirituale o aereo; ma l’Evangelista mostra come fu trasfigurato dicendo: e il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche come la neve. Dove si mostra lo splendore del volto e si descrive il candore delle vesti non si toglie la sostanza, ma si muta la gloria. Certamente il Signore fu trasformato in quella gloria con la quale poi verrà nel suo regno. La trasformazione aggiunse lo splendore, non sottrasse l’aspetto, come se fosse un corpo spirituale: per cui furono mutate anche le vesti, che divennero così candide che, come dice un altro Evangelista, nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche; ciò però è corporale e soggiace al tatto, non è spirituale e aereo, così da ingannare gli occhi e apparire solo nella fantasia.

Remigio [Rabano]: Se poi il volto del Signore risplendette come il sole, e anche il volto dei santi risplenderà come il sole, sarà per caso uguale lo splendore del Signore e quello dei suoi servi? In nessun modo. Ma siccome non c’è cosa che brilli tanto come il sole, per questo, al fine di manifestare l’esempio della resurrezione futura, si dice che il volto del Signore e i giusti risplenderanno come il sole.

Segue: apparvero loro Mosè ed Elia, che parlavano con lui. Crisostomo: Ciò ha molte ragioni. La prima è questa. Poiché infatti le folle dicevano che egli era Elia o Geremia, o uno dei Profeti, conduce con sé i capi dei Profeti, affinché almeno da ciò appaia la differenza fra i servi e il Signore. L’altra ragione è che i Giudei accusavano continuamente Gesù come trasgressore della legge, e bestemmiatore, usurpando per sé la gloria del Padre; così, affinché venisse mostrato innocente da entrambe le accuse, conduce nel mezzo coloro che risplendettero in entrambi le cose. Infatti Mosè diede la legge, ed Elia fu difensore della gloria di Dio. C’è un’altra ragione: affinché imparino che ha potere sulla morte e sulla vita; per questo conduce nel mezzo sia Mosè, che era venuto meno con la morte, sia Elia, che non aveva ancora patito la morte. Un’altra ragione la rivela lo stesso Evangelista, cioè quella di mostrare la gloria della croce e rassicurare Pietro e gli altri discepoli che temevano la passione; parlavano infatti, come dice un altro Evangelista, della sua uscita che avrebbe compiuto in Gerusalemme: per cui conduce nel mezzo coloro che si esposero alla morte per le cose che piacevano a Dio e per la comunità dei credenti; infatti entrambi si presentarono liberamente a dei tiranni: Mosè al Faraone, Elia ad Acab. Li conduce nel mezzo anche per questo: voleva infatti che i discepoli imitassero le loro virtù, che cioè divenissero mansueti come Mosè e zelanti come Elia.

Origene [Crisostomo]: Si aggiunge poi quanto disse l’ardente Pietro: Pietro rispondendo disse a Gesù: Signore, è bene per noi stare qui. Poiché infatti aveva udito che doveva andare a Gerusalemme, ancora teme per Cristo; ma dopo il rimprovero non osa dire nuovamente (16, 22): <<Abbi compassione di te>>, ma insinua occultamente la stessa cosa con degli altri segni. Poiché infatti vedeva molta quiete e solitudine, ritenne conveniente fermarsi lì pel la disposizione del luogo, e indica ciò con le parole: E’ bene per noi stare qui. Vuole anche stare lì per sempre; per questo ricorda la tenda, dicendo: se vuoi, facciamo qui tre tende. Pensava infatti che se si fosse fatto ciò non sarebbe salito a Gerusalemme, e se non fosse salito, Cristo non sarebbe morto; sapeva infatti che lì gli Scribi lo insidiavano. Pensava inoltre che era presente Elia, che discendere il fuoco sul monte, e Mosè, che entrò nella nube, e parlò con Dio: per cui potevano nascondersi, e nessuno dei persecutori avrebbe saputo dove erano.

Remigio: Ha sbagliato anche in quanto ha voluto che il regno degli eletti fosse costituito in terra, mentre il Signore aveva promesso di farlo nei cieli. Sbagliò inoltre in quanto si dimenticò che lui e i suoi compagni erano mortali, e volle ottenere la felicità eterna senza gustare la morte.

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