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lunedì 23 aprile 2018

Matteo, Capitolo 13, Versetti 18-23


Ascoltate dunque la parabola del seminatore. Chiunque ode la parola del regno e non intende, viene il maligno e rapisce ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello invece che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ode la parola e subito l'accoglie con gioia; ma non ha in sé radice ed è incostante, cosi che appena giunge una persecuzione o tribolazione a causa della parola egli subito ne resta scandalizzato. Quello che è seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello invece che è stato seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende, e produce frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta.

Glossa [Anselmo]: Spiegando la parabola, aggiunge: Chiunque ode la parola del regno, cioè la mia predicazione che serve a raggiungere il regno dei cieli, e non intende. E non la intende nel senso che viene il maligno, cioè il diavolo, e rapisce ciò che è stato seminato nel suo cuore. Chiunque, dico, è tale, è colui in cui fu seminato lungo la strada. Bisogna però notare che parola <<seminare>> viene presa in distinti significati. SI dice che una semente è seminata e che un campo è seminato: e qui troviamo entrambe le cose. Dove dice infatti: rapisce ciò che è stato seminato, bisogna riferirsi al seme; dove dice invece: fu seminato lungo la strada, ci si deve rifinire non al seme, ma al luogo del seme, cioè all’uomo, che è come un campo seminato del seme della parola divina.

Remigio: Con queste parole, poi, il Signore spiega che cos’è il seme, cioè la parola del regno, ossia l’insegnamento evangelico. Vi sono infatti alcuni che ricevono la parola di Dio senza alcuna devozione del cuore, e quindi il seme della parola di Dio che viene seminato nei loro cuori viene strappato dai demoni, come se fosse una semente seminata su un campo battuto.
Segue: Quello invece che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ode la parola, … Infatti il seme, cioè la parola di Dio, che viene seminato in un terreno sassoso, cioè in un cuore duro e indomito, non può portare frutto, poiché è grande la sua durezza e nullo il desiderio delle cose celesti; per cui per l’eccessiva durezza non ha in sé radice.

Girolamo: Considera poi l’espressione: subito ne resta scandalizzato; vi è infatti una grande distanza fra colui che dopo molte tribolazioni e pene è spinto a negare Cristo e colui che alla prima persecuzione subito si scandalizza e cade; e di ciò qui si parla.

Remigio: Quello invece che è stato seminato nella terra buona. La terra buona è la coscienza fedele degli eletti, ossia la mente dei santi, che riceve la parola di Dio con gioia, desiderio e devozione del cuore, e la conserva virilmente fra le cose prospere e avverse, e le conduce al frutto.

Agostino: Alcuni pensano che bisogna intendere questo passo nel senso chi i santi, secondo i loro meriti, liberano alcuni cento anime, altri sessanta, altri trenta, e aggiungono che ciò si verificherà nel giorno del giudizio, ma non dopo il giudizio. Però uno, al vedere che molte persone abusavano di questa opzione, e si ripromettevano con ogni malizia una completa impunità, poiché in questo modo tutti potevano credere di essere liberi, risponde che piuttosto si deve vivere bene perché ognuno possa trovarsi tra quelli per la cui intercessione si liberano altri. E non succeda che siano tanto pochi che, attendendo ognuno al numero che gli è stato assegnato, rimanga che molti restino senza essere liberati dalle pene per l’intercessione dei santi, e che tra questi si trovi chiunque con vanissima temerità fonda la sua speranza nel frutto altrui. 

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