Ascoltate dunque la parabola del seminatore. Chiunque ode la parola del
regno e non intende, viene il maligno e rapisce ciò che è stato seminato nel
suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello invece che è stato
seminato sul terreno sassoso è colui che ode la parola e subito l'accoglie con
gioia; ma non ha in sé radice ed è incostante, cosi che appena giunge una persecuzione
o tribolazione a causa della parola egli subito ne resta scandalizzato. Quello che
è seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del
mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello
invece che è stato seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e
la comprende, e produce frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il
trenta.
Glossa [Anselmo]: Spiegando la parabola, aggiunge: Chiunque ode la parola del regno, cioè
la mia predicazione che serve a raggiungere il regno dei cieli, e non intende. E non la intende nel
senso che viene il maligno, cioè il
diavolo, e rapisce ciò che è stato
seminato nel suo cuore. Chiunque, dico, è tale, è colui in cui fu seminato lungo la strada. Bisogna però notare che
parola <<seminare>> viene presa in distinti significati. SI dice
che una semente è seminata e che un campo è seminato: e qui troviamo entrambe
le cose. Dove dice infatti: rapisce ciò
che è stato seminato, bisogna riferirsi al seme; dove dice invece: fu seminato lungo la strada, ci si deve
rifinire non al seme, ma al luogo del seme, cioè all’uomo, che è come un campo
seminato del seme della parola divina.
Remigio: Con queste parole, poi, il Signore spiega che cos’è
il seme, cioè la parola del regno, ossia l’insegnamento evangelico. Vi sono
infatti alcuni che ricevono la parola di Dio senza alcuna devozione del cuore,
e quindi il seme della parola di Dio che viene seminato nei loro cuori viene
strappato dai demoni, come se fosse una semente seminata su un campo battuto.
Segue: Quello invece che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ode la parola, … Infatti il seme, cioè la parola di Dio, che viene seminato in un terreno sassoso, cioè in un cuore duro e indomito, non può portare frutto, poiché è grande la sua durezza e nullo il desiderio delle cose celesti; per cui per l’eccessiva durezza non ha in sé radice.
Segue: Quello invece che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ode la parola, … Infatti il seme, cioè la parola di Dio, che viene seminato in un terreno sassoso, cioè in un cuore duro e indomito, non può portare frutto, poiché è grande la sua durezza e nullo il desiderio delle cose celesti; per cui per l’eccessiva durezza non ha in sé radice.
Girolamo: Considera poi l’espressione: subito ne resta scandalizzato; vi è infatti una grande distanza fra
colui che dopo molte tribolazioni e pene è spinto a negare Cristo e colui che
alla prima persecuzione subito si scandalizza e cade; e di ciò qui si parla.
Remigio: Quello invece
che è stato seminato nella terra buona. La terra buona è la coscienza
fedele degli eletti, ossia la mente dei santi, che riceve la parola di Dio con
gioia, desiderio e devozione del cuore, e la conserva virilmente fra le cose
prospere e avverse, e le conduce al frutto.
Agostino: Alcuni pensano che bisogna intendere questo passo
nel senso chi i santi, secondo i loro meriti, liberano alcuni cento anime,
altri sessanta, altri trenta, e aggiungono che ciò si verificherà nel giorno
del giudizio, ma non dopo il giudizio. Però uno, al vedere che molte persone
abusavano di questa opzione, e si ripromettevano con ogni malizia una completa
impunità, poiché in questo modo tutti potevano credere di essere liberi,
risponde che piuttosto si deve vivere bene perché ognuno possa trovarsi tra
quelli per la cui intercessione si liberano altri. E non succeda che siano
tanto pochi che, attendendo ognuno al numero che gli è stato assegnato, rimanga
che molti restino senza essere liberati dalle pene per l’intercessione dei
santi, e che tra questi si trovi chiunque con vanissima temerità fonda la sua
speranza nel frutto altrui.
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