In quel giorno uscendo Gesù dalla casa sedeva presso il mare. E si
radunò attorno a lui molta folla, così che salì sulla barca e sedette, e tutta
la folla stava sulla riva. E parlò loro di molte cose in parabole, dicendo: Ecco,
il seminatore uscì a seminare, e mentre seminava alcuni semi caddero lungo la
via, e vennero gli uccelli del cielo e li mangiarono; altri caddero su un
terreno sassoso, ove non avevano molta terra, e subito crebbero, poiché non
avevano una terra profonda; ma sorto il sole restarono bruciati, e poiché non
avevano radici, si seccarono; altri caddero fra le spine, e le spine crebbero e
li soffocarono; altri caddero cadde sulla terra buona, e davano frutto, altri cento,
altri il sessanta, altri il trenta. Chi ha orecchi per intendere intenda.
Girolamo: Gesù è in mezzo alle onde che da ogni parte si infrangano
sulla barca, però egli, tranquillo nella sua maestà, avvicina la barca alla
terra, in modo che il popolo non avendo ciò di cui temere, né vedendosi
attorniato dalle tentazioni che non potrebbero vincere, stia quieto sulla riva
e ascolti le sue parole.
E parlò loro di molte cose in parabole. Crisostomo: Sebbene sulla montagna non abbia fatto così:
infatti non tenne il suo discorso in parabole. Allora infatti le folle erano
sole, e il popolo ignorante: qui invece c’erano gli Scribi e i Farisei. Ma
parlò in parabole non solo per questa ragione, bensì anche per dare più
chiarezza alle sue parole, affinché si incidessero più profondamente nella loro
memoria e le avessero sempre davanti alla vista.
Girolamo: E’ da notare che non tutte, ma molte cose disse
loro in parabole, perché, se avesse detto tutto in parabole, il popolo si
sarebbe ritirato senza trarre nessun frutto. Mescola le cose che sono molto
chiare con quelle oscure, affinché vengano a conoscenza, attraverso le cose che
intendono, delle cose che non capiscono. Il popolo inoltre non aveva un solo
modo di vedere le cose, ma ognuno le vedeva a modo suo: per questo le dice con
molte parabole, in modo che tutti ricevano diversi insegnamenti secondo i loro
diversi sentimenti.
Ecco, il seminatore uscì a seminare il suo seme. Girolamo: Questo seminatore è
il figlio di Dio, che è venuto a seminare tra i popoli la parola del Padre suo.
Crisostomo: Da dove e come uscì colui che è presente da
tutte le parti? Non uscì da nessun luogo, però per l’incarnazione si avvicina a
noi rivestendosi di carne; ed è venuto a noi poiché noi non potevamo andare da
lui, dato che ce lo impedivano i nostri peccati.
Crisostomo: Però che ragione avrà per seminare tra le spine,
e sopra le pietre, e nella strada? Ciò non avrebbe ragione di essere se
intendiamo la semente e la terra in senso materiale: infatti la pietra non ha
il potere di diventare terra, e la strada di non essere strada, e la spina di
non essere spina. Però ciò ha una lodevole applicazione nelle anime e negli
insegnamenti: è infatti possibile che la pietra diventi una terra fertile, e la
strada non continui più a essere un posto calpestato, e le spine vengano
distrutte. Il seminatore non è colpevole se si perde la maggior parte della
sementa, ma lo è la terra che la riceve, ossia l’anima. Infatti il seminatore,
nel compiere la sua missione, non distingue il ricco e il povero, il saggio e l’ignorante,
ma parla indifferentemente a tutti, nella previsione, senza dubbio, di ciò che
doveva risultare, e in questo modo può dire (Is 5,4): <<Che cosa potevo fare io che non ho fatto?>>.
Per questo non dice manifestamente che i pigri ricevettero una tale parte di
semente e la lasciarono perire, i ricchi ne ricevettero un’altra parte e la
soffocarono, i voluttuosi ne ricevettero un’altra parte e la perdettero, poiché
egli non volle toccare qualcuno in particolare con energia e ingenerare sconforto.
Attraverso questa parabola il Signore insegna anche ai suoi discepoli che non
devono abbandonare la loro missione per il fatto che c’è fra coloro che odono
qualcuno che perisce, poiché il Signore, che ha previsto tutto, non ha lasciato
per questo motivo di seminare.
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