E avvicinandosi i discepoli gli dissero: Perché parli a loro in parabole?
Rispondendo disse loro: Perché a voi è dato di conoscere il mistero del regno
dei cieli, mentre a loro non è dato. A chi infatti ha, sarà dato, e abbondonerà;
ma a chi non sarà tolto anche quello che ha: per questo parlo loro in parabole,
poiché vedendo non vedono, e udendo non odono né intendono e si compie in essi
la profezia di Isaia che dice: <<Udrete con i vostri orecchi e non intenderete,
e vedendo vedrete e non vedrete: infatti il cuore di questo popolo si è
indurito; sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso i loro occhi così che
qualche volta non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non
intendano con il cuore e non si convertano, e io li risani>>. Ma beati i
vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odano; in verità vi dico
che molti profeti e giusti hanno desiderato di vedere ciò che voi vedete e non
lo videro, e udire ciò che voi udite e non l'udirono.
Crisostomo: Bisogna considerare la rettitudine dei cuori dei
discepoli, e come fossero preoccupati del bene di coloro che li attorniavano,
così che il loro primo pensiero fu per gli altri prima che per se stessi;
infatti non dissero al Signore: parli a noi in parabole, ma parli a loro in parabole. Rispondendo disse
loro: Perché a voi è dato di conoscere il mistero dei regni del cielo.
Remigio: A voi,
dico, cioè che aderite a me e credete in me. Chiama poi mistero del regno dei cieli, l’insegnamento evangelico. Mentre a loro, cioè a quelli che sono
fuori e non vogliono credere in lui, ossia gli Scribi e i Farisei e gli altri
che perseverano nell’incredulità, non è
dato. Accostiamoci dunque al Signore assieme ai discepoli con cuore puro,
affinché si degni di interpretarci l’insegnamento evangelico secondo le parole
(Dt 33,3): <<Quelli che si avvicinano ai suoi piedi riceveranno il suo
insegnamento>>.
Crisostomo: Ha detto però questo non per esprimere una
necessità o una fatalità, ma per mostrare che quelli stessi che non hanno
ricevuto questo dono sono la causa di tutti i propri mali, e per farci vedere
che è un dono di Dio e una grazia che viene dal cielo il conoscere i misteri
divini. Non viene distrutto così il libero arbitrio, come si vede da ciò che si
è detto e si dirà più avanti, poiché il Signore, al fine di non scoraggiare gli
uni, né lasciare nel torpore quelli che hanno ricevuto questo dono, ci fa
vedere che il principio di questi doni viene da noi; per questo aggiunge: A chi infatti ha, sarà dato, e abbondonerà;
ma a chi non sarà tolto anche quello che ha; come se dicesse: a chi ha
desiderio e zelo verrà dato tutto ciò che viene da Dio; al contrario, a colui
che è privo di questo desiderio e non fa da parte sua ciò che si può fare per
conseguirlo, non saranno dati i doni di Dio e sarà tolto ciò che ha, non
essendo degno di possederlo.
Ilario: I Giudei, che non hanno la fede, perdettero persino
la legge che avevano ricevuto; per questo la fede nel Vangelo ha la pienezza
dei doni: poiché, una volta ricevuta, ci arricchisce con nuovi frutti, ma se la
si respinge, ci togli i doni che abbiamo avuto nel primo stato di natura.
Rabano: Il cuore dei Giudei si indurì per la durezza della
malizia, e per l’abbondanza dei peccati compresero male le parole del Signore,
poiché le ricevevano con ingratitudine.
Girolamo: Ma affinché non pensiamo che l’indurimento del
cuore e la durezza degli orecchi provenisse dalla natura, non dalla volontà,
aggiunge la colpa dell’arbitrio, e dice: e
hanno chiuso i loro occhi.
Crisostomo: Con ciò mostra l’intensità della loro malvagia,
e il deliberato rifiuto. Ma per attrarli aggiunge: e si convertano, e io li risani. Con la quale dimostra che, se si
convertono, saranno risanati; e come quando uno dice: se me lo avessero
chiesto, subito l’avrei dato, mostra in che modo uno potrebbe riconciliarsi con
lui, così anche qui, quando dice: e
qualche volta non si convertano e io li risani, dimostra che è possibile
convertirsi e che coloro che si pentono si possono salvare.
Crisostomo: Le cose che gli Apostoli videro e udirono furono
la presenza, i suoi miracoli, la sua voce, il suo insegnamento. In ciò li
preferisce non solo ai cattivi, ma anche a quelli che furono buoni, poiché dice
che furono più fortunati che i giusti dell’antichità, dato che vedono non solo
quello che non vedono i Giudei, ma quello che i Profeti e i giusti desiderarono
vedere e non videro; poiché quelli con la mente contemplarono Cristo nella
fede, e questi lo videro con gli occhi e con più chiarezza. Vedi qui dunque
come l’antico Testamento si unisce al Nuovo; poiché se i Profeti fossero stati
servitori di un Dio estraneo o contrario a Cristo, mai avrebbero desiderato
vederlo.
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