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mercoledì 2 maggio 2018

Matteo, Capitolo 13, Versetti 24-30


Propose loro un'altra parabola dicendo: Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato il buon seme nel suo campo; ma mentre gli uomini dormivano venne il suo nemico, e seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Essendo cresciuta l’erba e avendo fatto frutto, allora apparì anche la zizzania. Avvicinandosi i servi al padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato un buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? E disse loro: L’uomo nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo e la raccogliamo? E disse: No, affinché forse raccogliendo la zizzania non sradichiate insieme anche il grano. Lasciateli crescere entrambi fino alle messe, e nel tempo delle messe dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece raccoglietelo nel mio granaio.

Crisostomo: Il Signore aveva parlato, nella parabola precedente, di coloro che non recepiscono la parola di Dio, e ora parla di quelli che la recepiscono alterata, poiché è proprio del demonio mescolare l’errore con la verità.

Crisostomo: Poi mostra il modo delle insidie del diavolo, dicendo: mentre gli uomini dormivano venne il suo nemico, e seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Qui dimostra che l’errore sorge dopo la verità; il che è attestato anche dall’esito delle cose: infatti dopo i Profeti ci furono gli pseudo-profeti, e dopo gli Apostoli gli pseudo-apostoli, e dopo Cristo l’Anticristo. Infatti, se il diavolo non vede che cosa imitare, o chi insidiare, non tenta. Ha visto dunque che la semente fruttifica a volte come cento, a volte come sessanta, a volte come trenta, e che non può strappare né soffocare quella che ha buone radici. E per questo si vale di un altro inganno, confondendo la propria semente e rivestendo le sue opere con colori e sembianze che sorprendono colui che si lascia ingannare con facilità. Per questo il Signore non dice che semina una semenza qualsiasi, ma la zizania, che è molto simile, almeno alla vista, alla semente del seminatore. Questa è la malizia del diavolo: semina quando tutto è stato compiuto, in modo che così possa causare più danni agli interessi dell’agricoltore.

Agostino: Giustamente ci si chiede se sono gli eretici, o i cattolici che vivono malamente. Poiché, dicendo che sono stati seminati in mezzo al grano, sembra che siano indicati quelli che appartengono a una sola comunione. D’altra parte, poiché il campo non indica la Chiesa, ma questo mondo, bene vengono intesi gli eretici, che in questo mondo si mescolano ai buoni: in modo che coloro che sono cattivi nella stessa fede siano la paglia piuttosto che la zizzania, poiché la paglia ha un fondamento e una radice comune con il grano. Gli scismatici, poi, sembra che abbiano più somiglianza con le spighe marce o con la paglia dalle reste rotte o spezzate, che vengono buttate dalla messe. Però non si deve dedurre da qui la conseguenza che gli eretici e gli scismatici sono forzatamente separati dalla Chiesa corporalmente, poiché vi sono molti in seno alla Chiesa che non difendono il proprio errore in modo da poter attrarre il popolo, poiché se facessero così sarebbero espulsi subito dalla Chiesa. Il diavolo, quando con i suoi detestabili errori e false dottrine ha seminato la zizania, cioè ha gettato le eresie dopo che è stato predicato il nome di Cristo, si occulta con più attenzione e si rende più invisibile.

Crisostomo: Con le parole seguenti descrive diligentemente la forma degli eretici, dicendo: Essendo cresciuta l’erba e avendo fatto frutto, allora apparì anche la zizzania. In principio, infatti, gli eretici si nascondono, ma dopo aver ricevuto molta libertà, e avendo intavolato un discorso con qualcuno, allora diffondono il veleno.

Agostino: […] Forse si strappano allo stesso tempo il grano e la zizzania poiché ci sono molti che all’inizio sono zizzania, e poi diventano grano; se questi non sono sopportati con pazienza quando sono cattivi, non si raggiunge lo scopo del mutamento di costumi; e se fossero strappati in questo stato, si strapperebbe allo stesso tempo ciò che con il tempo e il perdono sarebbe diventato grano. Per questo il signore ci previene affinché non facciamo sparire da questa vita questa classe di uomini, e non sia che, per togliere la vita ai cattivi, la togliamo a quelli che forse sarebbero diventati buoni, o portiamo pregiudizio ai buoni al quali, nonostante tutto, i cattivi potrebbero essere utili. Il momento opportuno di farli scomparire sarà quando, alla fine dei tempi, ormai non rimarrà loro spazio per mutare vita, e il contrasto dei loro errori con la verità non potrà più essere utile ai buoni. Motivo per cui aggiunge: Lasciateli crescere entrambi fino alle messe, cioè fino al giudizio.

Agostino: Quando qualche cristiano sarà stato colto in seno alla Chiesa in qualche peccato degno di scomunica, lo si scomunichi dove non ci sia pericolo di dar luogo allo scisma, e lo si faccia con amore, al fine non di strapparlo, ma di correggerlo; però, se egli stesso non si riconoscesse e non si correggesse con la penitenza, egli stesso uscirà fuori, e sarà separato dalla comunione della Chiesa per la sua propria volontà. […]

Agostino: Ci si può chiedere perché il Signore non disse: fate solo un fascio, un solo mucchio con la zizzania; forse per significare che c’erano molte classi di eretici che stavano separati non solo dal grano, ma anche gli uni dagli altri; e per questo i fastelli rappresentano le loro differenti riunioni, in cui ogni partito è unito con la sua propria comunione. E allora è quando si deve cominciare a legarli per appiccare loro il fuoco, visto che allora è quando, separati dalla Chiesa Cattolica, cominciano a formare come delle chiese proprie. Non saranno bruciati prima della fine dei tempi, però rimarranno legati in fastelli. Se però ciò si verificasse subito, non ci sarebbero molti a fare penitenza e a riconoscere il proprio errore, tornando alla Chiesa. Per questa ragione non si formeranno i fascicoli sino alla fine, in modo che non siano castigati senza alcun ordine, ma ognuno lo sia conforme alla sua perversità.

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