E vennero a lui dei Sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che «se muore il fratello di uno» e lascia la moglie «senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello». C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie. E rispondendo Gesù disse loro: Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli di Dio nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: «Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe»? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore.
Teofilatto: I Sadducei formavano una setta eretica in Giudea, negando la risurrezione e l'esistenza degli Angeli e degli spiriti. Essi vanno da Gesù e si mettono a fargli un racconto pieno di ipocrisia per mostrare che la risurrezione non deve avere luogo. Per questo si aggiunge: e lo interrogarono dicendo: Maestro. Al fine di rendere la risurrezione più impossibile, essi danno sette mariti a una donna. Beda: Essi hanno forgiato questa favola per mostrare la follia di coloro che affermano la risurrezione dei corpi, ma non è impossibile che qualcosa di simile sia accaduto realmente in Giudea.
Segue: E rispondendo Gesù disse loro: Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Teofilatto: È come se dicesse loro: Voi non comprendete qual è la risurrezione che la Scrittura annuncia così, poiché voi pensate che nella risurrezione i corpi saranno tali quali sono adesso, ma non sarà così. Così dunque ignorate la Scrittura, ma ignorate anche la virtù divina. Voi considerate infatti ciò come difficile e dite: come potranno delle membra dissolte dalla corruzione riunirsi, e ricongiungersi alle anime? Infatti per la potenza divina ciò è quasi nulla.
Segue: Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come Angeli di Dio nei cieli. Teofilatto: Come se dicesse: sarà una restaurazione divina e angelica della vita, in modo che noi non siamo più preda della corruzione, e rimaniamo nello stesso modo. È per questo che le nozze scompariranno; perché, se le nozze esistono sulla terra, è affinché la nostra specie, che tende incessantemente alla corruzione, sia immortale. Ma nell'altra vita noi saremo come Angeli, che sono senza successione nuziale e vivono sempre.
Teofilatto: Ma io vi dico: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe, come se dicesse il Dio dei viventi, per cui aggiunge: Non è un Dio dei morti ma dei viventi. Infatti non disse: Io fui, ma io sono, come se parlasse di esseri a lui coesistenti. Ma forse qualcuno dirà che Dio disse questo solo dell'Anima di Abramo, non del corpo. A ciò diciamo che Abramo comporta le due cose, cioè il corpo e l'anima, così che egli sia il Dio del corpo e il corpo viva presso Dio, cioè nell'ordinanza divina. Beda: Oppure, quando ha provato che le anime rimangono dopo la morte (né infatti poteva accadere che fosse il Dio di cose che non sussistono), conseguentemente si introduceva anche la risurrezione dei corpi, che hanno compiuto il bne e il male insieme cone le anime.
Girolamo: Quando poi dice il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, nominando Dio tre volte indica la Trinità. Quando poi dice Non è un Dio dei morti, ripetendo lo stesso, indica l'unità nella sostanza. Vivono poi coloro che rivendicano la porzione che avranno scelto, mentre sono morti coloro che hanno perso ciò che avevano rivendicato.
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