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venerdì 12 giugno 2020

Matteo, Capitolo 26, Versetti 17-19


Il primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: Dove vuoi che ti prepariamo per mangiare la Pasqua? Ma Gesù disse: andate in città da un tale, e ditegli: Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino: Faccio la Pasqua presso di te con i miei discepoli. E i discepoli fecero come aveva loro indicato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Girolamo: Il primo giorno degli azzimi è il giorno quattordici del primo mese, quando è immolato l'agnello e la luna è in tutta la sua pienezza e si rifiuta il lievito.

Remigio: E bisogna notare che presso i Giudei la Pasqua viene celebrata il primo giorno, mentre gli altri sette giorni seguenti venivano chiamati giorni degli azzimi; ma ora il giorno degli azzimi indica il giorno di Pasqua.

Remigio [Rabano]: Ma forse qualcuno dirà: se quell'agnello tipico era la figura di questo vero agnello, perché Cristo non ha patito in quella notte nella quale si soleva immolare l'agnello? Ma bisogna sapere che nella stesa notte consegnò ai discepoli, affinché li celebrassero, i misteri del suo sangue e del suo corpo; e così tenuto e legato dai Giudei, consacrò l'inizio della sua immolazione, cioè della sua passione.

Crisostomo: Da ciò poi risulta manifesto che egli non aveva né una casa né una capanna; io inoltre ritengo che nemmeno i discepoli l'avevano: senza dubbio infatti gli avrebbero detto di venire lì.

Rabano: Il Signore tralascia il nome per designare la facoltà che si deve dare di celebrare la vera Pasqua e ospitare Cristo nella dimora della mente e tutti quelli che vogliono farlo.

Origene: Forse però qualcuno chiederà, per il fatto che Gesù celebrò la Pasqua secondo il costume giudaico, perché non lo facciamo anche noi, dato che conviene che siamo imitatori di Cristo. Ma costui non considera che Gesù fu fatto sotto la legge non per lasciare sotto la legge coloro che stavano sotto la legge, ma per liberarli dalla legge. Con questa ragione, dunque, non dovevano entrare nella legge quelli che già prima erano fuori dalla legge? Ma celebrando spiritualmente quelle cose che la legge comanda che si celebrino materialmente, celebriamo la Pasqua con azzimi di sincerità e di verità, secondo la volontà dell'anello che dice (Gv 6, 53): «Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue non avrete la vita in voi».

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