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sabato 14 settembre 2019

Matteo, Capitolo 23, Versetti 23-24


Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino, e trascurate le cose più importanti della legge, il giudizio e la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava fare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Crisostomo: Dato che i sacerdoti erano posseduti dall'avarizia, se qualcuno non offriva decine, anche delle cose più piccole, lo castigavano come se avesse commesso qualche grave crimine; però se qualcuno recava pregiudizio a un altro, o peccava contro Dio, non si curavano di riprenderlo, andando solleciti unicamente del loro guadagno, e curandosi poco della gloria di Dio e della salvezza degli uomini. Operare con giustizia, fare carità e avere fede era ciò che Dio aveva comandato per la sua gloria; invece offrire le decime era unicamente per l'utilità dei sacerdoti, affinché si prendessero cura del popolo nelle faccende spirituali, e il popolo somministrasse l'alimento materiale ai sacerdoti. Così succede ora che tutti si curano dei propri onori, e nessuno si cura dell'onore di Dio; difendono con zelo ciò che corrisponde loro; però non prestano attenzione nel curare come devono il servizio della Chiesa; se il popolo non offre decime tutti mormorano; però se vedono che il popolo pecca, nessuno lo riprende. [...]

Remigio: Il Signore senza dubbio mostra con queste parole che bisogna adempiere tutti i precetti della legge, tanto i più grandi quanto i meno grandi. Sono rimproverati quello che fanno elemosina dei frutti della terra, credendo così di non poter minimamente peccare; ma ad essi nulla giovano le elemosine se non cercano di allontanarsi dai propri peccati.

Origene: Gli Scribi in senso morale sono coloro che non credono che ci sia altro nelle sacre Scritture se non ciò che dimostra semplicemente la parola; i Farisei invece sono quelli che si giustificano da se stessi e si distinguono degli altri dicendo: non avvicinarti a me perché sono mondo. Da parte loro poi la menta, l'amato e il cumino sono condimenti dei cibi, non alimenti essenziali. Così anche nel nostro comportamento ci sono alcune cose che sono necessarie per salvarsi, come la giustizia, la carità e la fede; altre cose sono come i condimenti dei nostri atti, rendendoli più piacevoli, come sono l'astinenza dalla risata, il digiuno, il piegare le ginocchia e altre cose simili. E come non considerare ciechi coloro che non vedono? Poiché a niente serve essere attenti nell’osservanza delle cose piccole se si disprezzano le principali. Le parole citate confondono costoro non perché proibiscono loro l’osservanza di ciò che è semplice, ma perché comandano loro di compiere con più cura che è essenziale.

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