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martedì 9 ottobre 2018

Matteo, Capitolo 16, Versetti 26-28


Che giova infatti all'uomo se guadagna il mondo intero ma danneggia sua anima? O che cosa darà l'uomo in cambio della sua anima? Infatti il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo e con i suoi angeli, e allora <<renderà a ciascuno secondo le sue opere>>. In verità vi dico: Vi sono alcuni dei presenti che non gusteranno la morte finché non vedano il Figlio dell'uomo venire nel suo regno.

Crisostomo: Dato che il Signore disse: chi vuol salvare perderà, e chi perderà salverà, ponendo da entrambi le parti la salvezza e la perdizione, affinché nessuno pensi che in ambedue i casi la salvezza e la perdizione siano la stessa cosa aggiunge: Che giova infatti all'uomo se guadagna il mondo intero ma danneggia sua anima? O che cosa darà l'uomo in cambio della sua anima?, come se dicesse: non dire che chi sfugge i pericoli imminenti a motivo di Cristo salva la sua anima, cioè la vita temporale. Ma metti con l’anima, cioè con la vita temporale, tutto l’universo: che vantaggio ne avrà l’uomo, se l’anima perisce in eterno? Se infatti vedi i tuoi servi nella letizia, e te nell’ultima malattia, che cosa guadagni dal dominio sopra di loro? Pensa questo anche della tua anima, quando con i piaceri della carne aspetta la perdizione futura.

Crisostomo: Anche se regnassi sopra tutto il mondo, non potrai comprare la tua anima; per cui segue: O che cosa darà l'uomo in cambio della sua anima?; come se dicesse: se perdi le ricchezze, puoi dare altre ricchezze per riscattarle, ma se perdi la tua anima non potrai dare qualche anima, e nemmeno qualche altra cosa. Che cosa poi c’è di strano se ciò accade nell’anima? Infatti si vede che ciò accade nel corpo. Poiché, anche se hai posto su un corpo inferno in modo incurabile diecimila diademi, non per questo diventa sano.

 Infatti il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo e con i suoi angeli. Crisostomo: Il Signore non ha detto: nella stessa gloria in cui si trova il Padre, affinché tu non abbia a sospettare una diversità della gloria, ma dice: la gloria del Padre, per mostrare che si tratta della stessa gloria. Ora, se la gloria è una, è manifesto che anche la sostanza è una. Che cosa temi dunque, o Pietro, sentendo parlare di morte? Allora mi vedrai nella gloria. Se poi io sono nella gloria, lo siete anche voi. Tuttavia parlando della gloria vi mescola delle cose terribili, introducendo nel mezzo il giudizio; per cui segue: e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere.

Girolamo: Non vi è dunque distinzione di Giudeo o di Gentile, di uomo o di donna, di ricchi o poveri, dove non si considerano le persone, ma le opere.

In verità vi dico: Vi sono alcuni dei presenti che non guasteranno la morte finché non vedano il Figlio dell'uomo venire nel suo regno. Crisostomo: Volendo dunque mostrare che cos’è quella gloria nella quale poi sarebbe venuto, la rivelò ad essi nella vita presente, nella misura in cui potevano apprenderla, affinché così non si dolessero nemmeno della morte del Signore.

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