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venerdì 18 novembre 2016

Matteo, Capitolo 1, Versetti 8b-11


Giosafat generò Ioram. Ioram generò Ozia. Ozia generò Ioatam. Ioatam generò Acaz. Acaz generò Ezechia. Ezechia generò Manasse. Manasse generò Amon. Amon generò Giosia. Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, nella deportazione in Babilonia.
 
 
Agostino: Non senza ragione furono tolti dal numero degli altri Acazia, Ioas e Amazia. Infatti la loro empietà si prolungò in modo da non avere alcun intervallo. Salomone invece fu lasciato nel regno per merito di suo padre, e Roboamo per merito di suo figlio; quei tre invece che si erano comportati male furono cancellati. Infatti la miglior prova della perdizione di una stirpe si ha quando la malvagità si manifesta con carattere permanente. 

Remigio [Glossa]: Ma si può chiedere perché l’Evangelista dice che essi sono nati nella deportazione, mentre erano nati prima che la deportazione avvenisse. Dice questo poiché erano nati affinché fossero condotti via come prigionieri dal regno di tutto il popolo per i peccati loro e degli altri. E poiché Dio sapeva prima che essi dovevano essere condotti via come prigionieri, così ha detto che essi nacquero nella deportazione. Di quelli poi che il santo Evangelista pone insieme nella genealogia del signore bisogna sapere che furono simili o nella fama o nell’infamia: Giuda e i suoi fratelli furono lodevoli per la fama; similmente Fares e Zara, Ieconia e suoi fratelli furono degni di nota per l’infamia.

Glossa: Segue Giosafat, ossia colui che giudica, così da giudicare gli altri senza essere giudicato da nessuno. Così diventa Ioram, ossia l’eccelso, quasi abitando in cielo; per cui viene reso Ozia, cioè il robusto, quasi attribuendo a Dio la sua forza e perseverando nel suo proposito. E segue Ioatam, cioè il perfetto, poiché ogni giorno progredisse verso il meglio. E cosi diventa Acaz, cioè colui che comprende: dall’attività infatti viene aumentata la conoscenza, secondo le parole (Sal 63,10): <<Annunziarono le opere di Dio, e compresero quanto gli aveva fatto>>. Segue Ezechia, cioè il forte del Signore, poiché intende che Dio è forte; e così convertito il suo amore diventa Manasse, cioè facile a dimenticare, consegnando alla dimenticanza le realtà temporali; e in base a ciò diventa Amon, cioè fedele: chi infatti disprezza le realtà temporali non froda nessuno nelle sue cose. E diventa Giosia, cioè colui che aspetta che aspetta con piena fiducia la salvezza del Signore: Giosia infatti viene interpretato come salvezza del Signore. 

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