sabato 6 dicembre 2025

Marco, Capitolo 13, Versetti 14-20

Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge intenda, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sul tetto non scenda in casa e non entri a prendere qualcosa nella sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che ciò non accada d'inverno. Vi saranno infatti in quei giorni tribolazioni tali quali non ci furono stata dall'inizio della creazione fatta da Dio fino ad oggi, né vi saranno. Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.

Beda: Quando noi cerchiamo la verità ultima delle cose, troviamo che ciò è stato detto in un senso mistico. Secondo il modo ordinario delle Scritture, ogni idolo è chiamato «abominazione». Nel senso più semplice, si può riferire all'Anticristo, o all'immagine di Cesare, che Pilato pose sul tempio, o alla statua di Adriano, che rimase per molto tempo nel medesimo luogo. È detto che l'abominazione fu piazzata nella desolazione poiché queste statue furono piazzate nel tempio desolato e deserto.

Segue: allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti. Beda: Ciò si compì alla lettera, poiché, avvicinandosi la guerra romana e lo sterminio del popolo giudaico, i cristiani della Giudea, avvertiti da un oracolo, si ritirarono provvisoriamente al di là del Giordano, nella città di Pelle, sotto la protezione di Agrippa, che era restato re della frazione del popolo giudaico che aveva voluto restare sottomesso ai Romani. Teofilatto: E' con ragione è detto: quelli che si trovano nella Giudea, poiché gli Apostoli non erano più in Giudea, ma erano stati dispersi, prima del combattimento, lontano da Gerusalemme. Glossa: O, piuttosto, uscirono condotti dallo Spirito Santo.

Segue: Vi saranno infatti in quei giorni tribolazioni tali quali non ci furono stata dall'inizio della creazione fatta da Dio fino ad oggi, né vi saranno. Agostino: Giuseppe, che ha scritto la storia della Giudea, ci narra, di questa catastrofe, delle cose se sembrano appena credibili, e non è senza ragione che vi è aggiunto che una tale tribolazione non c'è mai stata dall'inizio del mondo e giammai vi sarà. Sebbene, e ciò è probabile, quella che esisterà nel tempo dell'Anticristo dovrà essere tale o più grande, tuttavia, quanto al popolo giudeo in particolare, si può dire che non ce ne sarà mai una simile. Se infatti essi per primi e principalmente riceveranno l'Anticristo, sarà quel popolo a fare la tribolazione, piuttosto che subirla.

Beda: Il solo rifugio contro così grandi mali è che Dio, il quale dà la forza di sopportarli, abbrevia nello stesso tempo la potenza dei persecutori, per cui segue: Se il Signore non abbreviasse quei giorni. Teofilatto: Cioè: se la guerra dei romani non fosse stata breve, nessuno si sarebbe salvato; cioè nessun Giudeo sarebbe sfuggito; a motivo degli eletti che si è scelto, cioè per i Giudei credenti, o che avrebbero creduto in seguito, ha abbreviato quei giorni; cioè molti fra i Giudei, dopo la desolazione della città, avrebbero creduto; in vista di ciò non permise che la loro stirpe venisse totalmente distrutta.

Beda: È soprattutto ai giorni dell'Anticristo che avranno luogo tutte queste cose, quando non soltanto i fedeli dovranno sopportare dei tormenti più numerosi e più crudeli di prima, ma anche, cosa molto più deplorevole, lo splendore dei miracoli accompagnerà tali persecutori. Questa tribolazione ultima, più supera le altre che l'hanno preceduta per l'estensione delle prove, più sarà misurata nella sua durata; poiché, per quanto si può concludere dalla profezia di Daniele e dall'Apocalisse, la Chiesa sarà perseguitata per tre anni e mezzo. Ecco in senso spirituale di queste parole. Quando vedremo l'abominazione della desolazione là dove non deve essere, vale a dire le eresie e altri flagelli di questa natura fra le cose che sembrano consacrate ai misteri divini, allora noi tutti che restiamo in Giudea, vale a dire che persistiamo nella confessione della vere fede, dobbiamo tanto più elevarci fino al sommo delle virtù quanto più vediamo gli altri seguire i sentieri del vizio. […] Allora colui che è sui tetti, vale a dire: colui che, superando con la sua anima le azioni terrene, vive vive con il suo spirito in un'aria libera, non discenda alle basse azioni della sua prima vita, e non richiami ancora i desideri del mondo e della carne.

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