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domenica 7 luglio 2024

Marco, Capitolo 7, Versetti 31-37

E nuovamente venne dai confini di Tiro, attraverso Sidone, al mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto e lo pregavano che gli imponesse la mano. E condottolo in disparte fuori dalla folla mise le sue dita nel suo orecchio e con la saliva toccò la sua lingua e guardando il cielo sospirò e disse: Effatà, cioè: apriti. E subito si aprirono le sue orecchie e si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma quanto più lo comandava loro, tanto più lo proclamavano e tanto più si stupivano dicendo: Ha fatto bene tutte le cose: fa udire i sordi e fa parlare i muti.

Teofilatto: Il Signore non voleva dimorare nei luoghi dei Gentili per non dare occasione ai Giudei di ritenerlo trsgressore della legge in quanto si mescolava con i Gentili, e quindi subito ritorna nel territorio della Decapoli.

Crisostomo: Prende il sordomuto portato al di fuori della folla per non compiere pubblicamente i divini miracoli, insegnandoci a cacciare la vanagloria e l'orgoglio: poiché non c'è nulla nel potere di fre i miracoli che possa uguagliare la modestia e l'umiltà. Lui, che poteva guarirlo con una sola parola, accoste le sue dita alle sue orecchie per mostrare che il suo corpo, unito alla divinità, era arrichito della potenza della divinità come le opere di questo corpo. Poiché infatti la natura umana aveva ricevuto in eredità dalla trasgressione di Adamo numerose infermità, come l'indebolimento dei sensi e delle membra, Cristo, comparendo nella nostra carne, volle mostrarla ristabilita in tutta la sua perfezione. È per questo che egli aprì l'orecchio con le sue dita e guarì la lingua con la sua saliva. Teofilatto: Fece questo per mostrare che tutte le sue membra del suo sacro corpo erano divine e sante, come anche la saliva che sciolse il nodo della lingua. Infatti ogni saliva è una superfluità, ma nel Signore tutto era divino.

Beda: Guardò al cielo per insegnarci che è di là che i muti devono attendere la parola, i sordi l'udito e tutti i malati la loro guarigione. [...] Guardando il cielo sospira come un uomo che invoca Dio: ma subito, con una sua parola, guarisce con la potenza della maestà divina.

Segue: E comandò loro di non dirlo a nessuno. Girolamo: Con ciò insegnò che non bisogna gloriarsi della propria capacità, ma della croce e dell'umiliazione. Crisostomo: Insegna inoltre a nascondere il miracolo per non incitare anzitempo i Giudei a compiere per invidia l'omicidio. Girolamo: Ma una città posta su un monte vista da qualsiasi parte non può restare nascosta, e l'umiltà precede sempre la gloria. Agostino: Perché colui che ha sotto il suo sguardo tutte le intenzioni degli uomini, quelle del presente come quelle dell'avvenire, dava loro questo ordine e più egli raccomandava loro di non parlare più essi lo proclamavano, se non per mostrare ai pigri con quale fervore e con quale impegno dovevano predicarlo, essi a cui egli lo raccomanda, quando quelli a cui egli aveva comandato il silenzio non avevano potuto osservarlo?

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