LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

martedì 7 agosto 2018

Matteo, Capitolo 14, Versetti 6-12


Nel compleanno di Erode la figlia di Erodiade danzò nel mezzo e piacque a Erode. Quindi questi con giuramento le promise di darle tutto ciò che gli avesse chiesto. Ma essa, su indicazione dalle madre, disse: Dammi qui su un piatto la testa di Giovanni Battista. Il re ne fu contristato, ma per il giuramento e per quelli che erano a tavola con lui comandò che gli venisse, e fece decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa fu portata su un piatto e fu data alla fanciulla che la diede a sua madre. E venendo i suoi discepoli presero il suo corpo e lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

Remigio: E’ necessario tenere presente che è costume non solo delle donne ricche, ma anche di quelle povere, di educare le loro figlie con tale modestia che a stento sono viste dagli estranei. Invece questa donna impudica educò sua figlia con tanto poco pudore che non solamente non le insegnò la modestia, ma le insegnò la danza. E non è meno degno di biasimo Erode, il quale dimenticando che la sua casa era un palazzo reale, permise che detta donna lo facesse diventare un teatro.

Girolamo: Io non scuso Erode per il fatto che commise omicidio non volendolo e quasi costretto a causa del giuramento, poiché questo stesso giuramento fu quello che preparò la morte; poiché se commise il crimine a causa del giuramento, e gli fosse stata chiesa la morte di suo padre o di sua madre, li avrebbe uccisi sì o no? Quindi doveva rifiutare nei riguardi del Profeta quello che avrebbe rifiutato nei riguardi di se stesso.

Girolamo: Erodiade, temendo che Erode si pentisse, o ritornasse all’amicizia con suo fratello Filippo, e il suo matrimonio illegittimo terminasse col divorzio, dice a sua figlia che subito, nello stesso convito, chieda la testa di Giovanni. Il sangue era il prezzo degno di una danza.

Remigio: Il peccato conduce a un altro peccato più grave, poiché colui che non strappa dal suo cuore un desiderio licenzioso, presto arriva fino alla lussuria, e se non respinge la lussuria, discende fino al crimine dell’omicidio.

Gregorio: Non è strano che causi una meraviglia profonda il vedere che colui che fu pieno di spirito di profezia nel grembo di sua madre, e che non ebbe alcuno superiore tra i figli di donna, sia incarcerato da degli iniqui, sia decapitato per la danza di una ragazza, e un uomo di così tanta santità muoia per il riso di una donna infame. Forse è per espiare qualche crimine della sua vita passata che dovette soffrire una morte tanto disprezzata? No, poiché se Dio opprime i suoi nelle cose piccole, è perché nello stesso tempo sta vedendo il modo di premiarli nelle cose grandi. Da qui dobbiamo trarre la conclusione su quanto grande sarà il castigo dei reprobi dal momento che in questa maniera prova i giusti.

Gregorio: Giovanni non morì come confessore di Cristo, ma come confessore della verità e della giustizia. Però, poiché la verità è Cristo, giunse fino alla morte per Cristo in quanto verità.

Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online