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domenica 10 aprile 2022

Beato Antonio Neyrot da Rivoli

Antonio Neyrot nacque a Rivoli (Torino), ed entrò nel convento I domenicano di S. Marco a Firenze, all'epoca sotto la direzione di S. Antonino (2 mag.); dopo alcuni anni fu inviato in una delle case dell'ordine in Sicilia. Le notizie che lo riguardano come frate non sono totalmente positive: si diceva che fosse pio e obbediente, ma anche irrequieto e amante delle comodità. Dopo un solo anno in Sicilia ottenne il permesso di andare a Napoli e a Roma, ma durante il viaggio la sua nave fu sequestrata dai pirati ed egli fu condotto prigioniero a Tunisi, dove fu trattenuto per un certo periodo in prigione e poi rilasciato. Sembra che trovasse difficile sopportare le difficoltà e le privazioni a cui un cristiano era soggetto sotto il regime islamico quindi, dopo avere studiato il Corano, si fece musulmano e si sposò. Praticò la nuova religione per alcuni mesi, maturando poi un profondo pentimento: ripudiò quindi la moglie e riprese a recitare l'Ufficio divino; a quanto risulta, la conversione fu mossa da una visione di S. Antonino. Si presentò poi davanti al governatore di Tunisi vestito da frate e proclamò che credeva che l'unica vera fede fosse il cristianesimo. Dopo ciò fu condannato a morte e giustiziato tramite lapidazione mentre pregava inginocchiato. Parte dei suoi resti fu riportata in Italia da mercanti genovesi. Il suo culto fu approvato nel 1767.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Tunisi sulla costa dell’Africa settentrionale, beato Antonio Neyrot, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, condotto con la forza in Africa dai pirati, rinnegò la fede, ma, con l’aiuto della grazia divina, il Giovedì Santo riprese pubblicamente l’abito religioso, espiando la precedente colpa con la lapidazione.
 

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