Giovani carissimi
Voi mi avete più volte domandato, giovani carissimi, di scrivervi qualche cosa intorno al vostro compagno Savio Domenico; ed io ho fatto quello che ho potuto per appagare questo vostro pio desiderio. Eccovi la vita di lui, descritta con quella brevità e semplicità che so tornare a voi di gradimento.
Due difficoltà si opponevano alla pubblicazione di questo lavoro; la prima è la critica a cui per lo più va soggetto chi scrive cose delle quali ci sono ancora molti testimoni viventi. Questa difficoltà credo di averla superata procurando di narrare unicamente cose da voi o da me vedute, e quasi tutte conservate scritte e segnate di vostra mano.
Altro ostacolo era il dovere più volte parlare di me, perché, essendo questo giovane vissuto circa tre anni in questa casa, mi tocca sovente riferire cose a cui ho preso parte. Questo ostacolo credo pure di averlo superato, tenendomi al dovere dello storico che è quello di scrivere la verità dei fatti, senza badare alle persone. Tuttavia, se troverete qualche fatto narrato da me con qualche compiacenza, attribuitelo al grande affetto che io portavo all'amico defunto e che porto a tutti voi. Tale affetto mi fa aprire a voi l'intimo del mio cuore, come farebbe un padre, che parla ai suoi amati figli.
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