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mercoledì 2 dicembre 2020

San Giovanni Crisostomo - La Chiesa è come Città Mistica Oppugnata da Molti Nemici

 

Bisogna pertanto usare molta diligenza affinché la parola di Gesù Cristo abiti in noi abbondantemente; non dobbiamo star preparati per una sola specie di battaglia, ma questa guerra é molteplice e combattuta da differenti nemici; essi non usano tutti le stesse armi, né a uno stesso modo fanno forza contro di noi. Onde chi s’accinge a sostenere la guerra contro di tutti, deve conoscere le arti di tutti: essere al tempo stesso arciere e fromboliere, generale e capitano, soldato e comandante, pedone e cavaliere, combattente di flotta e di fortezza. Nelle guerre gli eserciti, attendendo ciascuno a una data operazione, respinge con questa gli assalitori; qui invece non accade così, ma se chi vuol vincere non conosce tutte le specie dell’arte, il diavolo é capace, anche per una parte sola che rimanga a caso trascurata, d’introdurre i suoi predoni e far strage delle pecore; ma non vi riesce, qualora sappia esservi un pastore fornito di ogni conoscenza e pienamente istruito delle sue insidie; bisogna pertanto ben munirsi da ogni parte. Fino a che una città si trova ben fortificata tutt’intorno, può ridersi dei suoi assedianti, rimanendosi in grande sicurezza, ma se si riesca ad aprire nel muro una breccia anche soltanto come una porticina, non le sarà più d’altro giovamento la sua cinta, sebbene in tutto il resto ancor intatta e forte. Così é della città di Dio: fin che la ricinge da ogni parte invece di muro la sagacia e la prudenza del pastore, ogni artificio dei nemici ridonderà a loro scorno e derisione, mentre gli abitanti se ne staranno dentro al sicuro; ma se alcuno riesca a farla cessare in qualche parte, pur non distruggendola interamente, rovina per così dire tutto il resto per causa di quella parte. E che sarà, se mentre [il pastore] sa destramente combattere contro i Gentili, facciano strazio di essa i Giudei? o se vinti questi due nemici, la saccheggino i Manichei; o se dopo aver superato anche costoro, i partigiani del fato uccidano le pecore dentro raccolte? Occorre forse numerare tutte le eresie del diavolo, alle quali se non sappia resistere accortamente il pastore, potrà il lupo anche con una sola di esse divorare la maggior parte delle pecore? Inoltre, i soldati d’un esercito debbono sempre attendersi la vittoria o la sconfitta da parte di oppositori e combattenti; qui invece succede molto diversamente; spesso infatti la battaglia rivolta contro altri, diede la vittoria a tali che non vennero a pugna al primo scontro, né durarono fatica alcuna, ma se ne stavano inerti e seduti. Accade anche talora, che uno non molto addestrato a simile gioco, trafitto dalla sua stessa spada, divenga ridicolo agli amici ed ai nemici. Per esempio cercherò di renderti palese anche con un caso particolare ciò che dico coloro che accolgono la follia, di Valentino e Marcione e quanti sono affetti dalla stessa infermità di quelli, rigettano la legge data da Dio a Mosè dal catalogo delle divine Scritture; i Giudei all’opposto la venerano a tal segno da ostinarsi a osservarla interamente, anche se l’età più non lo comporta e contrariamente all’insegnamento divino; la Chiesa di Dio invece, evitando l’eccesso degli uni e degli altri, s’attiene al giusto mezzo e non permette di soggiacere al giogo di essa, né soffre che sia disprezzata, ma ancorché abrogata la approva, per aver essa giovato a suo tempo. Or chi ha da opporsi agli uni e agli altri deve conoscere questa giusta misura; ché se volendo ammaestrare i Giudei mostrando loro che s’attengono intempestivamente alla legge antica, comincerà ad attaccarla smodatamente, porge non piccola presa a quegli eretici che vorrebbero lacerarla; se poi volendo chiudere la bocca a questi, prenda ad esaltarla oltre misura, ammirandola come se fosse necessaria anche al presente, eccoti che apre la bocca ai Giudei. Così pure quelli che sono presi dalla pazzia di Sabellio e quelli che partecipano la furia di Ario, per eccesso tanto gli uni che gli altri si dipartirono dalla sana fede; essi tutti sono detti Cristiani, ma chi ricerchi i loro dogmi troverà gli uni per nulla migliori dei Giudei, se non in quanto hanno diverso nome; gli altri molto somiglianti all’eresia di Paolo di Samosata, e lontani tutti dalla verità. Anche qui v’è gran pericolo, e la via é stretta e intricata, isolata d’ambo i lati da precipizi; e v’è non piccolo timore che mentre [il pastore] vuol sottomettere l’uno, non resti offeso dall’altro. Ché se uno proclama una sola divinità, tosto Sabellio trae la parola al suo perverso concetto; se poi la separa, dicendo il Padre distinto dal Figlio e dallo Spirito Santo, si fa innanzi Ario per ridurre a una diversità di sostanza la distinzione delle persone; bisogna invece evitare e fuggire tanto l’ampia confusione di quello, come la pazzesca separazione di costui, proclamando un’unica sostanza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e facendo rilevare le tre ipostasi distinte: così potremo bloccare le uscite agli uni e agli altri. Potrei dirti di molte altre difficoltà, contro le quali se uno non lotta con vigore e sagacia, se n’andrà coperto d’innumerevoli ferite.

Fonte: monasterovirtuale.it

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