E venendo ai suoi discepoli, vide una grande folla intorno a loro e gli scribi che discutevano con loro. E subito tutto il popolo, vedendo Gesù, fu preso da meraviglia ed ebbero timore, e accorrendo lo salutavano. E li interrogò: Di che cosa discutete fra voi? E rispondendo uno della folla disse: Maestro, ti ho portato mio figlio che ha uno spirito muto, che, ovunque lo prende, lo getta a terra e schiuma e digrigna i denti e si irrigidisce; ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, e non hanno potuto. Rispondendo loro disse: O generazione incredula, fino a quando starò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo a me. E glielo portarono. E avendolo visto, subito lo conturbò, e gettato a terra si rotolava spumando. E interrogò suo padre: Da quanto tempo gli accade questo? Ed egli disse: Dall'infanzia, e frequentemente lo ha gettato nel nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo; Ma se puoi fare qualcosa, aiutaci, avendo pietà di noi. Gesù gli disse: Se puoi credere, tutto è possibile a chi crede. E subito, gridando, il padre diceva fra le lacrime: Credo, Signore, aiuta la mia incredulità. E Gesù, avendo visto la folla che accorreva, minacciò lo spirito immondo dicendogli: Spirito sordo e muto, io ti comando: Esci da lui e non entrarvi più; e gridando e scuotendolo molto, uscì da lui che divenne come morto, così che molti dicevano che era morto. Ma Gesù, tenendolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò. Ed essendo entrato nella casa, i discepoli lo interrogavano in segreto: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo? E disse loro: Questo genere di demoni in nessun modo può uscire se non con la preghiera e il digiuno.
Crisostomo: La Scrittura mostra che quest'uomo era debole nella fede in quanto Cristo dice: O generazione incredula, e ancora: Se puoi credere. Ma sebbene la sua incredulità fosse l'occasione della mancata espulsione del demonio, tuttavia ne fece colpa ai discepoli, per cui segue: ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, e non hanno potuto. Vedi l'insipienza di quest'uomo: in mezzo alla folla, nel momento in cui prega il Signore, si mette ad accusare i discepoli. È quanto il Signore gli rimprovera davanti davanti a tutto il popolo, estendendo questa accusa dalla sua persona a quella di tutti i Giudei; infatti è probabile che molti degli assistenti scandalizzati abbiano pensato dei discepoli ciò che non avrebbero dovuto pensare. È per questo che si legge: Rispondendo loro disse: O generazione incredula, fino a quando vi sopporterò? Con ciò mostra sia che egli desiderava la morte, sia che gli pesa stare con loro.
Segue: E interrogò suo padre: Da quanto tempo gli accade questo? Ed egli disse: Dall'infanzia, e frequentemente lo ha gettato nel nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Beda: Si vergogni Giuliano, il quale osa dire che tutti gli uomini nascono nella carne senza il contagio del peccato, come innocenti per ogni verso, come Adamo quando fu creato. Che cosa ebbe infatti questo bambino per essere vessato dall'infanzia da un demonio crudelissimo se non era tenuto da nessun vincolo di peccato originale, dal momento che egli non poteva avere alcun peccato personale? Glossa: Esprime poi, nelle parole della sua petizione, il difetto della fede; per cui aggiunge: Ma se puoi fare qualcosa aiutaci, vendo pietà di noi. Poiché dice infatti: Se puoi fare qualcosa, mostra di dubitare della sua potenza, dato che aveva visto che suo figlio non era stato guarito dai discepoli di Cristo. […].
Segue: Credo, Signore, aiuta la mia incredulità. Beda: Nessuno infatti diventa sommo immediatamente, ma nel buon comportamento uno comincia dalle cose minime per giungere alle grandi. Altri, infatti, sono gli esordi della virtù, altro il progresso, altra la perfezione. Come la fede si sviluppa sotto l'ispirazione della grazia per i gradi successivi dei suoi meriti, poteva accadere che in un solo e medesimo tempo colui che non credeva ancora perfettamente fosse contemporaneamente incredulo e credente.
Segue: E Gesù, avendo visto la folla che accorreva, minacciò lo spirito immondo dicendogli: Spirito sordo e muto, io ti comando: Esci da lui e non entrarvi più. Crisostomo: Ciò che minaccia dicendo: Io ti comando viene attribuito al potere divino; mentre il fatto che dica non solo Esci da lui, ma anche: e non entrarvi più, mostra che era pronto a rientrare, poiché quell'uomo non era ancora perfetto nella fede; ma ciò era impedito dal comando divino.
Beda: Spesso, quando noi ci sforziamo di convertici a Dio dopo i nostri peccati, l'antico nemico ci eccita tenendoci delle nuove e più grandi imboscate; e fa questo per ispirarci l'odio della virtù, o per vendicarsi dell'affronto di essere stato scacciato.
Gregorio: Si vede come morto colui che è stato appena liberato dallo spirito impuro. Egli ha fatto tacere in sé i desideri terreni e ha spento ogni vita carnale, e appare morto al mondo: molti lo dicono morto poiché quanti non sanno vivere spiritualmente ritengono del tutto estinto chi non segue i beni carnali.
Girolamo: I Signore imputa al demonio possedente di essere sordo e muto poiché esso mai udrà né dirà ciò che il peccatore penitente oda e dice. Il demonio, poi, uscendo dall'uomo, non torna più se se l'uomo chiuderà il suo cuore con le chiavi dell'umiltà e della carità, e otterrà la porta dell'immunità. L'uomo risanato diventa come morto; infatti ai risanati si dice (Col 3,3): «Siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio».
Beda: Mentre poi il Signore insegna agli Apostoli in che modo un demonio nefasto debba essere espulso, li ammaestra tutti in vista della vita; in modo, cioè, che conosciamo che tutte le cose gravi, e le tentazioni degli spiriti immondi o degli uomini, devono essere superate con i digiuni e le preghiere; e anche l'ira del Signore, quando si è accesa per punire i nostri delitti, può essere placata con questo rimedio singolare. Il digiuno generale, poi, non riguarda soltanto i cibi, ma anche l'astinenza da tutti i piaceri carnali, anzi, da tutte le passioni viziose. Così anche la preghiera generale non riguarda soltanto le parole con cui invochiamo la divina clemenza, ma anche tutte le cose che facciamo con la devozione della fede in ossequio al nostro Creatore, come testimonia l'Apostolo dicendo (1 Ts 5,7): «Pregate senza interruzione».
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