Ambientato ai giorni nostri ma scritto nel 1907, Il padrone del mondo è al tempo stesso una delle prime distopie moderne e un bestseller assoluto nell'ambito della christian fiction.
All'inizio del ventunesimo secolo l'Europa è dominata da governi di
stampo massonico e comunista. Il secolarismo ha trionfato
definitivamente e le religioni sono decadute: la sparuta minoranza
cattolica superstite ha come uniche roccaforti l'Irlanda e Roma, che ha
ottenuto l'indipendenza dall'Italia ed è retta dal papa. Il dissenso è
inesistente, l'eutanasia è pratica diffusa, l'edilizia si sviluppa
sottoterra e la lingua internazionale è l'esperanto. Londra è una città
silenziosa in cui ogni rumore è attutito dallo strato di gomma che
sembra rivestire ogni superficie calpestabile, e a Trafalgar Square
troneggia la statua di un massone. Su questo sfondo si intrecciano le
vite dei due antitetici protagonisti: da una parte Percy Franklin,
ambizioso prete cattolico che aspira a una rifondazione della Chiesa;
dall'altra Oliver Brand, deputato comunista e convinto anticattolico,
figlio della società moderna. Entrambi assistono con trepidazione alla
grande partita sullo scacchiere mondiale che si gioca tra Occidente e
Oriente. Quando l'eterno attrito fra i due blocchi sembra sul punto di
degenerare in una guerra di proporzioni inedite, entra in scena Julian
Felsenburgh, misterioso poliglotta dal carisma eccezionale che si impone
come mediatore, stabilendo un nuovo ordine mondiale e diventando il dio
delle masse: è l'ascesa dell'Anticristo. Ma la pace universale
conquistata non salva il declino dei cattolici: nel momento in cui tutte
le forze convergono nell'ultimo scontro con la Chiesa, il mondo sembra
prossimo all'Apocalisse.
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