I farisei, udendo che aveva messo a tacere i sadducei, si radunarono, e
uno di loro, dottore della legge, lo interrogò per tentarlo: Maestro, qual è il
più grande comandamento nella legge? Gli disse Gesù: «Amerai il Signore Dio tuo
con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Questo è
il più grande comandamento. Il secondo poi è simile a questo: «Amerai il
prossimo tuo come te stesso». Da questi due comandamenti dipendono tutta la
Legge e i Profeti.
Girolamo: Poiché in precedenza i farisei erano stati
confutati nella presentazione della moneta, e videro la disfatta dei loro
avversari, dovevano con questo essere decisi a non insistere con le insidie; ma
per la malevolenza e il livore nutrono l’impudenza, per cui si dice: I farisei, udendo che aveva messo a tacere i
sadducei, si radunarono. Crisostomo:
Senza dubbio i Farisei si misero d’accordo per mezzo del numero non potendo
vincere per mezzo di ragionamenti. Però, appoggiandosi al numero, confessano
che non si possono appoggiare alla verità. Dunque dicevano fra sé che parli uno
solo per noi, e noi parliamo per mezzo di lui; così che, se vincerà, appariremo
come se avessimo vinto tutti, mentre se sarà confuso lo sarà egli solo; per cui
segue: e uno di loro, dottore della
legge, lo interrogò per tentarlo.
Gli disse Gesù: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta
la tua anima e con tutta la tua mente. Crisostomo:
Amerai, dice, non: temerai,
poiché amare è di più di temere, e temere è proprio dei servi, mentre amare è
proprio dei figli. Il timore procede dalla necessità, l’amore dalla libertà.
Colui che serve Dio per timore evita il castigo in verità, però non ha la
grazia della santità, dato che, obbligato, pratica il bene per paura. Dio
dunque non vuole essere servito dall’uomo in maniera servile e come un padrone,
ma essere amato come un padre, dato che ha concesso agli uomini lo spirito di
adozione. E amare Dio con tutto il cuore
è tanto come non avere il proprio cuore inclinato all’amore di qualche cosa, ma
all’amore di Dio. Amare Dio con tutta
l’anima è avere come conoscimento certissimo della verità e stare fermi
nella fede. Pertanto una cosa è l’amore del cuore, un’altra l’amore dell’anima.
L’amore del cuore è carnale in un certo senso, così da amare Dio anche con la
carne; e non possiamo fare ciò senza astenerci dalle cose terrene. Pertanto
l’amore del cuore si sente nel cuore, ma l’amore dell’anima non lo si sente, ma
lo si comprende, poiché consiste nel giudizio dell’anima. Colui che crede che
tutto il bene sta in Dio e nulla di buono c’è fuori di lui, questi lo ama con
tutta la sua anima. Amare Dio con tutta
la mente è come consacrargli tutti i propri sentimenti; colui il cui
intendimento serve Dio, la cui sapienza si fissa in Dio, la cui intelligenza si
occupa delle cose di Dio, e la cui memoria ricorda le cose buone, può dirsi che
ama Dio con tutta la sua mente.
Agostino: Oppure diversamente. Ci si domanda che si ami Dio con tutto il cuore, cioè con tutti i
tuoi pensieri; con tutta l’anima,
cioè con tutta la tua vita; con tutta la
tua mente perché consacri tutto il tuo intendimento a colui dal quale hai
ricevuto tutte queste cose. Non rimane parte alcuna della nostra vita che debba
stare oziosa e che voglia godere di altre cose. Pertanto, qualsiasi altra cosa
che vogliamo amare sia diretta al punto che deve fissarsi tutta la forza del
nostro amore. Un uomo è molto buono quando si inclina con tutte le sue forze al
bene immutabile.
Agostino: E’ evidente che ogni uomo va considerato come
prossimo, dato che nessuno si deve operare male. D’altra parte, se si chiama
rettamente prossimo colui a cui dobbiamo dispensare o da cui dobbiamo ricevere
uffici di carità, si dimostra che in questo precetto, per mezzo del quale ci si
comanda di amare il prossimo, sono compresi anche i santi Angeli, dai quali
riceviamo tanti uffici di carità quanti possiamo vedere facilmente nelle
Scritture. E per questo anche nostro Signore stesso vuole essere chiamato
prossimo, poiché fa capire che egli stesso aiutò quel bisognoso che si trovava
mezzo morto e steso sul cammino.
Ilario: Il fatto che il secondo comandamento sia simile al
primo dimostra che è lo stesso il procedere e il merito dell’uno e dell’altro,
poiché non dà profitto per la salvezza amare Dio senza Cristo o Cristo senza
Dio.
Origene: Colui che ha compiuto tutto ciò che è comandato
rispetto all’amore di Dio e del prossimo è degno di ricevere grazie divine, in
modo che comprenda tutta la legge e i Profeti.
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