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domenica 12 novembre 2017

Matteo, Capitolo 7, Versetti 15-20



Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci; dai loro frutti li riconoscerete. Forse che si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? Così ogni albero buono dà frutti buoni, mentre ogni albero cattivo dà frutti cattivi. Non può un albero buono dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. Ogni albero che non dà frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco; dai loro frutti dunque li riconoscerete.

Crisostomo: I profeti ci furono e ci sono, ma non per profetizzare su Cristo, bensì per interpretare quelle cose che dagli antichi furono profetizzate su Cristo, cioè i dottori della Chiesa; infatti nessuno può interpretare i sensi profetici se non per lo spirito della profezia. Sapendo dunque il Signore che ci sarebbero stati falsi dottori di diverse eresie, ammonisce dicendo: Guardatevi dai falsi profeti. Poiché infatti non erano manifestamente dei pagani, ma erano nascosti sotto il nome del cristiano, non ha detto: vedete; ma guardate. Dove infatti una cosa è certa, la si vede puramente e semplicemente, ma dove è incerta la si considera con cautela. Così pure dice: Guardatevi, poiché per la sicurezza della salvezza bisogna sapere chi si deve fuggire. Non dice però: Guardatevi come se il diavolo introducesse le eresie contro la volontà di Dio, ma con la sua permissione: poiché infatti non senza giudizio vuole avere dei servi, così a mandato la tentazione; poiché però non vuole che essi periscano per ignoranza, per questo li ammonisce prima. Affinché poi nessun maestro eretico sostenga che non ha detto che sono loro i falsi profeti, ma i dottori dei Gentili e dei Giudei, così ha aggiunto: che vengono a voi vestiti da pecore. Infatti sono dette pecore i cristiani, mentre l’abito di pecora e l’apparenza della cristianità e della religione simulata. Ora, nessuna cosa distrugge il bene come la simulazione: infatti il male nascosto sotto l’apparenza del bene, mentre non è conosciuto, non è temuto. E affinché l’eretico non dica ancora che parla dei dottori in genere, che tuttavia sono peccatori, aggiunge: ma dentro sono lupi rapaci. Ora, i dottori cattolici, anche se sono peccatori, sono certamente detti servi della carne, ma non lupi rapaci, poiché non hanno il proposito di mandare in rovina i cristiani. Manifestamente dunque parla dei dottori eretici, i quali prendono l’aspetto dei cristiani per dilaniarli con l’iniquo morso della seduzione.

Agostino: Quali sono dunque i frutti dai quali conosciamo gli alberi cattivi? Dice l’Apostolo (Gal 5,19): <<Le opere della carne sono manifeste: fornicazione, impurità…>>. Quali sono invece i frutti dai quali conosciamo l’albero buono? Lo stesso Apostolo lo mostra dicendo (ibid., v.22): <<I frutti dello Spirito sono carità, gioia, pace>>.

Gregorio: Anche l’ipocrita è coperto dalla pace della Santa Chiesa: per questo davanti ai nostri occhi si riveste della religione. Se però insorge una tentazione della fede, subito i feroci appetiti del lupo lo spogliano di questo rivestimento di pecora, e la sua persecuzione dimostra quanto infierisca contro i buoni.

Crisostomo: […] Se uno esamina la cosa con diligenza, vi sono pene: l’essere tagliato e l’essere bruciato; chi infatti viene bruciato viene anche reciso completamente da regno e questa pena è più dura. Molti invece aborriscono solo la geenna; io pero dico che la caduta da quella gloria è una pena molto più amara dello stesso supplizio della geenna. Quale male infatti grande o piccolo non accetterebbe un padre per vedere e godere di un dolcissimo figlio? Noi riteniamo che sia così in quella gloria: infatti nessun figlio è così soave per il padre quanto il riposo di quei beni, e il morire e essere con Cristo. Certamente la geenna è una pena intollerabile; ma nemmeno diecimila geenne sono paragonabili all’essere recisi da quella gloria ed essere in odio a Cristo. 

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