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lunedì 28 dicembre 2020

Papa Francesco: il Vaccino è Speranza, Sia per Tutti.

 

I vaccini possono essere una speranza se sono per tutti, se si guarderà anche ai più bisognosi, se Stati e imprese rinunceranno alla concorrenza per cooperare in questa sfida planetaria. Papa Francesco dedica il tradizionale Messaggio di Natale alla via d'uscita dalla pandemia. Lo fa in Vaticano, con poche persone presenti nell'Aula della Benedizione. Per la prima volta a Natale piazza San Pietro è vuota.

"Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini" ha detto ieri papa Francesco prima della benedizione Urbi et Orbi. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti. Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell'individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell'amore e della salute dell'umanità".

Quindi il Papa ha rinnovato il suo appello: "Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!". "Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca".

Audio. Santi Martiri Innocenti

Come scriveva Peguy, i Santi Innocenti sono stati dei privilegiati: hanno offerto il sangue per Cristo prima ancora di poter parlare: “O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta perché non muovono ancora le membra, e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria” (Dai «Discorsi» di san Quodvultdeus ). In questo mistero, scandaloso per i più, come la sofferenza che colpisce ogni innocente, si cela la Buona Notizia che illumina la nostra storia, proprio tra le ferite incomprensibili di bambini sterminati al posto di uno solo. Brilla in questi fanciulli una Grazia simile a quella che ha colmato e resa immacolata, ancor prima d’essere concepita, la Vergine Maria. E si svela il mistero dell’elezione di ciascuno di noi, la primogenitura che ci fa appartenere a Cristo ancor prima d’essere nati: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni” (Ger. 1,). Certo, è facile sbattere contro il muro d’irragionevolezza che, a prima vista, circonda questo evento che ha bagnato di sangue i primi vagiti del Signore. Come ci scandalizza ogni avvenimento di sofferenza degli innocenti, cioè di coloro che, letteralmente, "non conoscono", non sanno cioè il perché gli accadano certe cose: i terremoti, i bambini violati e uccisi, le malattie, la guerra. Restiamo senza parole, sbigottiti, dinanzi alla furia di Erode, e ancor più, se pensiamo che tutto quel sangue ha coperto la fuga del Signore. Muti, infanti, etimologicamente senza favella, come i Santi Innocenti, capaci di esprimersi solo con grida e lacrime. E non abbiamo risposte, se non andiamo a cercarle in quel Bimbo messosi miracolosamente in salvo, grazie al martirio di tanti altri. Esule e perseguitato sin dalla nascita, Gesù scende in Egitto che, in ebraico, significa angoscia. Inizia così per Lui il lungo cammino che lo condurrà alla Croce, l’ingiustizia più grande. Occorre oggi, e ogni giorno della nostra vita, fermarsi presso la Croce, come Maria, e imparare a “custodire e meditare nel cuore” ogni avvenimento della nostra vita, perché ciascuno di essi fa parte della vita di Cristo, perché apparteniamo a Lui, sin dall’eternità: “Quando gli eventi ci avvicinano a Cristo, quando soffriamo per Cristo, è sicuramente un privilegio indicibile – qualunque sia la sofferenza, anche se sull'istante, non siamo coscienti di soffrire per lui” (Beato John Henry Newman). E’ la Croce che illumina la storia, anche quella che ha inghiottito i Santi Innocenti: gli eventi drammatici sono soprattutto una Parola viva di Dio che come una spada discende sino al midollo dell'esistenza. La Chiesa è chiamata a mostrare Cristo per annunciarlo vivo e capace di dare senso ad ogni dolore, anche a quello più assurdo. Al dolore e alla sofferenza degli innocenti. Quel giorno che ha segnato con il sangue dei bambini di Betlemme l’inizio della via crucis di Gesù, è la data annotata in rosso sul taccuino di Dio. Quel giorno, e tutti i giorni che partoriscono dolore innocente, ci svelano il suo cuore, il suo progetto di amore per ogni uomo: per amore Gesù è disceso nell’Egitto e nella tomba di ogni uomo a compatirne angosce e sofferenze per deporvi la speranza che non delude, e liberare tutti insieme con Lui: “Dall’Egitto ho chiamato ogni mio figlio” nel Figlio che ha consegnato se stesso.

domenica 27 dicembre 2020

Matteo, Capitolo 27, Versetti 15-26

Nel giorno solenne il governatore era solito rilasciare al popolo un prigioniero a loro scelta. Aveva poi allora un prigioniero insigne, che si chiamava Barabba; radunateli, dunque Pilato disse: Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo? Sapeva infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Ma mentre sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: Non aver nulla a che fare con quel giusto: infatti oggi ho patito molte cose in sogno per causa sua. Ma i principi dei sacerdoti e gli anziani persuasero il popolo a chiedere Barabba, e a far morire Gesù. Rispondendo loro il governatore disse: Chi volete che vi rilasci dei due? Ma quelli dissero: Barabba. Dice loro Pilato: Che farò dunque di Gesù, che è detto il Cristo? Dicono tutti: Sia crocifisso! Dice loro il governatore: Che cosa ha fatto di male? Ma quelli gridavano più forte dicendo: Sia crocifisso. Pilato, vedendo che non serviva a nulla, ma il tumulto aumentava, presa dell'acqua si lavò le mani davanti al popolo dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; vedetevela voi. E rispondendo tutto il popolo disse: Il suo sangue sopra di noi e sopra i nostri figli. Allora rilasciò loro Barabba e consegnò loro Gesù flagellato, affinché fosse crocifisso.

Origene: Così infatti quelli che governano vengono incontro a quelli che sono loro subordinati, fino a conseguire di porre sopra di essi la loro dominazione assoluta. Anche fra i Giudei ci fu talvolta questo stesso costume: Saul infatti non uccise Gionata, poiché tutto il popolo così gli chiese.

Crisostomo: Anche Pilato volle salvare Gesù appoggiandosi su questo costume, e affinché i Giudei non avessero alcuna ombra di scusa, pone a paragone con Cristo un omicida conosciuto da tutti, a riguardo del quale segue: Aveva poi allora un prigioniero insigne, che si chiamava Barabba. Non solamente era un brigante, ma un brigante insigne, ossia celebre per la sua malvagità.

radunateli, dunque Pilato disse: Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo? Crisostomo: Come dicendo: se non volete lasciarlo in libertà come innocente, lasciatelo almeno come condannato, però libero per le festività. E se conveniva lasciarlo libero quando fosse veramente colpevole, con molta più ragione in caso di dubbio. Si veda come si invertì l’ordine in questa occasione. La petizione a favore dei condannati veniva fatta da popolo, e la concessione dal principe; ora invece si fece il contrario: infatti il principe chiede alla folla, e la folla diventa più feroce.

Agostino [Crisostomo]: Così dunque il giudice è spaventato dalla moglie; e per non dare il suo consenso al crimine dei giudei nel giudizio, è giudicato dall’afflizione della moglie nel giudizio: è giudicato colui stesso che giudica, ed è tormentato prima che tormenti.

sabato 26 dicembre 2020

Film. Quo Vadis (1951)

L'azione si svolge a Roma tra gli anni 64 e 68, durante il regno di Nerone. Il tema è il conflitto tra il cristianesimo e la corruzione nel governo dell'impero romano, in particolare nell'ultimo periodo della dinastia giulio-claudia. I personaggi e gli eventi sono rappresentati da una miscela di figure e situazioni storiche reali e inventate.

Il film racconta la storia di un comandante militare romano, Marco Vinicio, di ritorno dalle guerre, che si innamora di una cristiana, Lycia, e viene incuriosito dalla sua religione. La loro storia d'amore è raccontata nei confronti del più ampio contesto storico del primo cristianesimo e la sua persecuzione da parte di Nerone. Anche se cresciuta come romana perché era la figlia adottata di un generale in pensione, Lycia è tecnicamente un ostaggio di Roma. Marco persuade Nerone di darla a lui per i suoi meriti militari. Lycia si risente per questo, ma l'amore per Marco prevale.

Nel frattempo, le atrocità di Nerone diventano sempre più scandalose ed i suoi atti più folli. Quando l'imperatore brucia Roma e accusa i cristiani, Marco corre a salvare Lycia e la famiglia di lei. Nerone li cattura insieme a tutti i cristiani, e li condanna ad essere uccisi nell'arena. Anche Marco è arrestato per aver tentato di salvare Lycia. In carcere, Pietro, arrestato anche lui, unisce in matrimonio i due giovani; infine, Pietro è crocifisso a testa in giù, dietro sua richiesta ("Morire come Nostro Signore è più di quanto io meriti").

Poppea, la moglie di Nerone, che brama l'amore di Marco, elabora una diabolica vendetta per il suo rifiuto. Lycia è legata ad un palo di legno nell'arena. Viene fatto entrare nell'anfiteatro un toro selvaggio, ed Ursus, l'enorme guardia del corpo di Lycia, deve cercare di uccidere la bestia a mani nude, altrimenti Lycia sarà uccisa dall'animale. Marco è legato al palco degli spettatori e costretto a guardare, con l'orrore dei suoi carcerieri, anche loro presenti allo spettacolo. Quando tutto sembra senza speranza, Marco esclama: "Cristo, dagli forza!", subito dopo il quale Ursus riesce a spezzare il collo del toro. Enormemente impressionati dal coraggio di Ursus, la folla esorta Nerone di risparmiarli, cosa che l'imperatore non è disposto a fare. Ma Marco spezza le corde che lo tenevano legato, balza nell'arena, libera Lycia con l'aiuto delle sue truppe fedeli, e annuncia che il generale Galba, in quel momento è in marcia su Roma, intenzionato a sostituire Nerone.

La folla, fermamente convintasi che Nerone, e non i cristiani, sia il responsabile dell'incendio di Roma, si rivolta. Nerone fugge al suo palazzo, dove strangola Poppea a morte, incolpandola per tutto. Acte, una donna cristiana che in passato aveva amato Nerone senza essere ricambiata, lo implora di suicidarsi prima che la folla espugni il palazzo, poiché egli ha vissuto come un mostro e ora dovrebbe morire come un imperatore. Nerone non è in grado di farlo lui stesso, così Acte gli pianta un pugnale nel petto.

Marco e Lycia ora sono liberi e trovano la felicità.

 

ANNO
1951

PAESE


 

REGIA
Mervyn LeRoy

ATTORI
Robert Taylor, Deborah Kerr, Peter Ustinov, Leo Genn, Patricia Laffan, Finlay Currie, Abraham Sofaer, Buddy Baer, Marina Berti, Felix Aylmer, Nora Swinburne


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Pdf. L'Italia nello Specchio del Medioevo

Cosí, entro un gioco di «specchi», evocato non a caso nel sottotitolo, l'autore ricostruisce la storia della rappresentazione che, nel Medioevo, aveva dell'ltalia chi vi abitava e chi no. Gli uni, consapevoli di vivere in una civiltà urbana ineguagliabile e improponibile altrove. Gli altri, portati a considerarla meta di un viaggio iniziatico, in un'ottica prima che estetica, religiosa.

Fondamentale è poi l'idea odierna che dell'ltalia medievale hanno gli storici. La nostra Penisola, infatti, è spesso considerata un paradosso: un Paese scarsamente influente dal punto di vista geografico che però inventa il capitalismo mercantile e lo sviluppo delle arti, modificando cosi il corso della storia.

Nel saggio di Le Goff s'intrecciano anche le fasi dell'ltalia «del mito»: la Roma del passato si congiunge all'ltalia comunale e sfocia nel mito contemporaneo, quello del Rinascimento. È proprio questa struttura a incastro ad affascinare e rendere l'opera scorrevole grazie alle continue citazioni letterarie e artistiche.

Canto. O Emmanuel

 

O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster.

O Emmanuel,
nostro re e legislatore,
atteso dalle genti,
e loro Salvatore:
vieni a salvarci,
Signore, nostro Dio.

 

venerdì 25 dicembre 2020

Fumetto. Canto di Natale

Ebenezer Scrooge è un vecchio avaro, bisbetico, scorbutico e senza cuore. I soldi sono la sua unica gioia, finché l'arrivo di tre spiriti non cambierà la sua esistenza. In una sola notte, dovrà fare i conti con il passato, il presente e il futuro, finendo così per scoprire il vero senso e la bellezza del Natale. Ognuno dei tre spiriti gli farà rivivere un momento della sua vita e lo convincerà ad aprirsi agli altri per trovare finalmente la pace. Così la magia del Natale trasformerà un crudele spilorcio in un uomo cordiale e generoso...

 

https://gloria.tv/post/RMHeBirqmu9M6fkeMyiKfXHW3

Felice e Santo Natale a Tutti Voi!

 

mercoledì 23 dicembre 2020

Film. L'Inchiesta (1986)

 

L'imperatore Tiberio invia Tito Valerio Tauro in Giudea per indagare sulla misteriosa sparizione del corpo di un giovane falegname galileo di nome Gesù, i cui discepoli sostengono sia risorto. Però egli è ostacolato dal governatore Ponzio Pilato che ha pronunciato la condanna a morte per Gesù. Claudia Procula, moglie di Ponzio Pilato, vuole aiutare Tauro perché è rimasta affascinata dagli insegnamenti del giovane falegname e conduce l'investigatore al sepolcro dove era deposto il corpo scomparso.

 

ANNO
1986

PAESE



REGIA
Damiano Damiani

ATTORI
Keith Carradine, Harvey Keitel, Phyllis Logan, Lina Sastri, Angelo Infanti, John Forgeham, Georgia Slowe, Erik Schumann, Luciano Bartoli, Silvan, Philip Locke, Francesco Carnelutti, Franco Fantasia

 

martedì 22 dicembre 2020

Matteo, Capitolo 27, Versetti 11-14

 

Allora Gesù stette ritto davanti al preside, e questi lo interrogò dicendo: Tu il re dei Giudei? Gli dice Gesù; Tu lo dici; e venendo accusato dai principi dei sacerdoti e dagli anziani non rispose nulla. Allora Pilato gli dice: Non senti quante cose i testimoni dicono contro di te? E non rispose a nessuna sua parola, per cui il preside si meravigliò fortemente.

Origene: Considera quanto colui che fu costituito dell’eterno Padre giudice di tutte le creature si umiliò stando davanti a questo giudice della Galilea, e fu interrogato con una domanda che forse lo stesso Pilato formulava con ironia o dubbio.

Crisostomo: Pilato fa questa domanda che gli avversari rivolgevano continuamente contro Cristo. Poiché infatti sapevano che Pilato non si prendeva alcuna cura delle cose legali, conducono la cosa alle accuse pubbliche.

Ilario: Oppure al pontefice che lo interroga se fosse Gesù Cristo aveva detto: Tu l’hai detto, poiché egli stesso aveva affermato che Cristo sarebbe sempre esistito in base alla legge; a questo invece che lo interroga, essendo ignaro della legge, se fosse il re dei Giudei, si dice: Tu lo dici, poiché la salvezza delle Genti è attraverso la fede della confessione presente.

Origene: Ora Gesù accusato, come non rispose nulla allora, così nemmeno adesso; non fu rivolta, infatti ad essi la parola del Signore come un tempo lo fu ai Profeti; ma non era cosa degna che rispondesse neppure a Pilato che lo interrogava poiché questi non aveva su Cristo un giudizio permanente e fermo, ma era trascinato da passioni contrastanti.

Crisostomo: Diceva questo Pilato in quanto voleva liberarlo perché rispondesse scusandosi. Segue: E non rispose a nessuna sua parola, per cui il preside si meravigliò fortemente. Poiché infatti, pur avendo molte dimostrazioni in base alle cose stesse della sua virtù e mansuetudine e umiltà, tuttavia si indignavano contro di lui, ed erano spinti contro di lui da un perverso giudizio, per questo non risponde nulla; e se talvolta risponde dice cose molto brevi, affinché con una continua taciturnità non dia l’impressione di pertinacia.

lunedì 21 dicembre 2020

Cartone Animato. Il Grande San Paolo

 

 Bel cartone animato che ci narra la vita di San Paolo.

 

Pdf. Ipotesi su Gesù

Ritorna il celebre classico, tradotto in tutto il mondo, che ha mostrato come ragione, storia, esperienza confermino la Verità del Vangelo.

Dal 1976 questo libro è stato continuamente ristampato e tradotto. Tanto da essere uno dei saggi più diffusi non solo in Italia (oltre un milione di copie), ma anche nel mondo intero, dove circola in una trentina di lingue. Ormai un classico, ma scritto da un autore il cui motto è: «Studiare come un buon professore e scrivere come un buon giornalista». Per questo non è stato contestato dagli studiosi razionalisti e al contempo è stato letto con passione anche da chi non abbia una particolare cultura. Il lettore è coinvolto in una ricerca appassionante che conferma i cattolici nella fede e che può fa riflettere gli increduli. Queste pagine infatti - scritte sì da un cristiano, ma convertito in età adulta dall'agnosticismo - si affidano soltanto all'evidenza dei fatti e della storia.

 

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Ipotesi su Gesù

Ipotesi su Gesù

Vittorio Messori

sabato 19 dicembre 2020

Documentario - Benedetto XVI. Ritratto di un Papa Tedesco

 

 Il 19 aprile del 2005 Joseph Ratzinger, nato il 16 aprile del 1927 in Germania a Marktl sull'Inn, nella diocesi di Passau, diventa l’erede di Karol Woityla, Papa Giovanni Paolo II. Per il suo pontificato sceglie il nome di Benedetto XVI. Nel 1977 Paolo VI lo ha creato Cardinale. Nel 1978 il Cardinale Ratzinger ha dunque preso parte al Conclave per l’elezione di Giovanni Paolo I, e nel mese di ottobre dello stesso anno ha partecipato anche al Conclave che ha eletto Giovanni Paolo II. Il 25 novembre del 1981 Papa Wojtyla lo ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale. Ora, un documento congiunto della Chiesa cattolica e delle Chiese ortodosse fissa definitivamente il primato del pontefice di Roma, aprendo la strada alla riunificazione delle due Chiese e sanando una divisione che risale allo scisma del 1054. Benedetto XVI, il 265° pontefice di Roma, in questo documento parla di sé e della sua famiglia, delle sue convinzioni e delle sue strategie.

venerdì 18 dicembre 2020

Pdf. Chiesa e Uomini di Chiesa. Apologetica a Rovescio

Di Padre Enrico Zoffoli

Questo testo lo raccomandiamo caldamente alla meditazione sia di coloro che pensano di essere "approvati" dalla Chiesa, sia di coloro che dalla Chiesa si sentono invece scandalizzati.

PREMESSA

Non scrivo un'apologia, ma una chiarificazione perché la Chiesa, per difendersi, ha bisogno soltanto di esser conosciuta e presentata al mondo e alla storia quale Gesù l'ha realmente pensata e istituita. Tutto il resto che in qualsiasi modo la riguarda è irradiazione della sua vitalità e potenza redentrice, oppure difetto e tradimento di figli indegni, nei quali il mondo deve riconoscere e condannare soltanto se stesso.

giovedì 17 dicembre 2020

Documentario. I Passi del Silenzio - Camerino

 

Benedettini Basuliani, Clarisse Cappuccine, Carmelitani, Francescani, Comunità che conducono una vita lontana dagli occhi del mondo, in luoghi che spesso non è nemmeno concesso visitare.

Persone che dedicano tutta la loro esistenza alla contemplazione di Dio nella solitudine e nel silenzio.

Chi sono questi uomini e donne così lontani dalla mentalità moderna? A cosa possono servire vite così inspiegabilmente “inutili”?

Cosa possono dire queste voci nel deserto, alla civiltà della comunicazione globale?

I passi del silenzio, è un itinerario fra monasteri di clausura italiani alle radici della spiritualità.

Non interviste, ma incontri, scoperte.

Film-documentari che raccontano giornate scandite dalla preghiera, dai gesti semplici e profondi della liturgia e dal quotidiano impegno del lavoro.

Uno sguardo su vite semplici, per molti incomprensibili.

Esistenze spese nell'ombra, eppure così vicine alle risposte che cerchiamo. Sentinelle e custodi di significati che abbiamo dimenticato. 

mercoledì 16 dicembre 2020

San Pio X - Pericolo delle Dottrine Moderniste

 

L'officio divinamente commessoCi di pascere il gregge del Signore ha, fra i primi doveri imposti da Cristo, quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del Supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: stanteché per opera del nemico dell'uman genere, mai non mancarono "uomini di perverso parlare (Act. X, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Tim. III, 13)". Pur nondimeno gli è da confessare che in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo; che, con arti affatto nuove e piene di astuzia, si affaticano di render vana la virtù avvivatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso regno di Gesù Cristo. Per la qual cosa non Ci è oggimai più lecito di tacere, seppur non vogliamo aver vista di mancare al dovere Nostro gravissimo, e che Ci sia apposta a trascuratezza di esso la benignità finora usata nella speranza di più sani consigli.

Ed a rompere senza più gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a molti del laicato cattolico e, ciò ch'è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d'ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima; e, fatta audacemente schiera, si gittano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo, non risparmiando la persona stessa del Redentore divino, che, con ardimento sacrilego, rimpiccioliscono fino alla condizione di un puro e semplice uomo.

AudioLibro. Padre Pio - II Sigillo di Dio

 

AudioLibro. Padre Pio - II Sigillo di Dio.

Lettere Segrete di Padre Pio. 

 


martedì 15 dicembre 2020

Matteo, Capitolo 27, Versetti 6-10

Ma i principi dei sacerdoti, prese le monete d’argento, dissero: Non è lecito metterle nel tesoro, poiché è prezzo di sangue. Tenuto consiglio comprarono con esse il campo del vasaio per la sepoltura dei pellegrini. Per questo quel campo fu chiamato Aceldama, cioè campo di sangue, fino a oggi. Allora si adempì quanto fu detto dal profeta Geremia: E presero trenta monete d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

Crisostomo: Poiché i principi dei sacerdoti sapevano che avevano comperato la morte, si vedevano condannati dalla propria coscienza.

Girolamo: In verità colavano un moscerino e trangugiavano un cammello; se infatti non mettono il danaro nel tesoro, cioè nel gazofilacio, dove stavano le offerte fatte a Dio, poiché è prezzo del sangue, perché spargono questo stesso sangue?

Agostino: Io penso che ciò accadde per la provvidenza divina, affinché si veda che il prezzo del Salvatore non serve all’uso dei peccatori, ma offre riposo ai pellegrini; in modo che in futuro Cristo redima col sangue della sua passione i vivi e riceva con la sua passione preziosa i morti. Con il prezzo del sangue del Signore si compra dunque il campo di un vasaio. Leggiamo le Scritture che la salvezza di tutto il genere umano è stata comperata con il sangue del Salvatore, e questo campo è tutto questo mondo. Il vasaio che può tenere il dominio di tutto il mondo, è egli stesso, che fece di terra questo vaso del nostro corpo. Dunque il campo di questo vasaio è quello comprato con il sangue di Cristo, per i pellegrini, diremmo, che camminavano esiliati per tutto il mondo senza casa e patria. Però nel sangue di cristo si provvede ad essi il riposo necessario. Chiamiamo poi pellegrini quei devotissimi Cristiani che, rinunciando al secolo, e non possedendo cosa alcuna nel mondo, riposano nel sangue di Cristo: infatti la sepoltura di Cristo non è altro che il riposo del Cristiano; come dice infatti l’Apostolo (Rm 6, 4): «Siamo stati consepolti con lui nella morte mediante il battesimo». Noi siamo dunque pellegrini in questo mondo, e ci troviamo come ospiti in questa luce.

Canti Gregoriani dei Certosini (Ufficio delle Veglie)

 

Canti Gregoriani dei Certosini fondati da San Bruno.

Questo è un piccolo estratto delle preghiere del mattino/lodi (veglie serali) della Grande Certosa che durano normalmente 2-3 ore.

 

lunedì 14 dicembre 2020

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Giovanni della Croce

 

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 16 febbraio 2011

 

Cari fratelli e sorelle,

due settimane fa ho presentato la figura della grande mistica spagnola Teresa di Gesù. Oggi vorrei parlare di un altro importante Santo di quelle terre, amico spirituale di santa Teresa, riformatore, insieme a lei, della famiglia religiosa carmelitana: san Giovanni della Croce, proclamato Dottore della Chiesa dal Papa Pio XI, nel 1926, e soprannominato nella tradizione Doctor mysticus, “Dottore mistico”.

Giovanni della Croce nacque nel 1542 nel piccolo villaggio di Fontiveros, vicino ad Avila, nella Vecchia Castiglia, da Gonzalo de Yepes e Catalina Alvarez. La famiglia era poverissima, perché il padre, di nobile origine toledana, era stato cacciato di casa e diseredato per aver sposato Catalina, un'umile tessitrice di seta. Orfano di padre in tenera età, Giovanni, a nove anni, si trasferì, con la madre e il fratello Francisco, a Medina del Campo, vicino a Valladolid, centro commerciale e culturale. Qui frequentò il Colegio de los Doctrinos, svolgendo anche alcuni umili lavori per le suore della chiesa-convento della Maddalena. Successivamente, date le sue qualità umane e i suoi risultati negli studi, venne ammesso prima co­me infermiere nell'Ospedale della Concezione, poi nel Collegio dei Gesuiti, appena fondato a Medina del Campo: qui Giovanni entrò diciottenne e studiò per tre anni scienze umane, retorica e lingue classiche. Alla fine della formazione, egli aveva ben chiara la propria vocazione: la vita religiosa e, tra i tanti ordini presenti a Medina, si sentì chiamato al Carmelo.

Nell’estate del 1563 iniziò il noviziato presso i Carmelitani della città, assumendo il nome religioso di Giovanni di San Mattia. L’anno seguente venne destinato alla prestigiosa Università di Salamanca, dove studiò per un triennio arti e filosofia. Nel 1567 fu ordinato sacerdote e ritornò a Medina del Campo per celebrare la sua Prima Messa circondato dall'affetto dei famigliari. Proprio qui avvenne il primo incontro tra Giovanni e Teresa di Gesù. L’incontro fu decisivo per entrambi: Teresa gli espose il suo piano di riforma del Carmelo anche nel ramo maschile dell'Ordine e propose a Giovanni di aderirvi “per maggior gloria di Dio”; il giovane sacerdote fu affascinato dalle idee di Teresa, tanto da diventare un grande sostenitore del progetto. I due lavorarono insieme alcuni mesi, condividendo ideali e proposte per inaugurare al più presto possibile la prima casa di Carmelitani Scalzi: l’apertura avvenne il 28 dicembre 1568 a Duruelo, luogo solitario della provincia di Avila. Con Giovanni formavano questa prima comunità maschile riformata altri tre compagni. Nel rinnovare la loro professione religiosa secondo la Regola primitiva, i quattro adottarono un nuovo nome: Giovanni si chiamò allora “della Croce”, come sarà poi universalmente conosciuto. Alla fine del 1572, su richiesta di santa Teresa, divenne confessore e vicario del monastero dell’Incarnazione di Avila, dove la Santa era priora. Furono anni di stretta collaborazione e amicizia spirituale, che arricchì entrambi. Α quel periodo risalgono anche le più importanti opere teresiane e i primi scritti di Giovanni.

domenica 13 dicembre 2020

Musica Antica. O Nobilis Nativitas

 

Oggi, in questo periodo di Natale, dedichiamo il nostro programma a ricordare della musica scritta in tempi diversi e in luoghi diversi, nel campo della religione cristiana, intorno al Natale.

 

L'Audio è Spagnolo, la Musica di Dio.


Il Concilio Vaticano II è Intoccabile?

 

Siamo chiari: il Vaticano II non è affatto intoccabile, perché, appunto, non essendo dogmatico, ma solo pastorale, non impegna l’infallibilità.

Basti osservare la qualificazione – “nota teologica” – dei Documenti conciliari, si vedrà che alla dottrina del Vaticano II spetta solo la “nota teologica”, e quindi è una dottrina nella quale il Magistero non impegna altro che la sua autorità. Ne consegue che “se un Decreto, per qualcuna, è valutato certamente falso, opposto ad un ragione così solida da non essere vinta dalla forza dell’autorità sacra che dovrebbe richiedere una obbedienza ragionevole, gli sarà lecito dissentire”.

Detto questo, non essendo il Vaticano II, un Concilio “de fide”, non può essere paragonato a quelli “de fide” (come il Tridentino e il Vaticano I), per cui i teologi hanno il diritto di giudicarlo - sia pure con riserva - non infallibile, bensì “democratico”, che solo Dio e il tempo sapranno dire quanto abbia nociuto alla Chiesa!

Certo, fu un Concilio (?) che andò subito alla deriva, tanto da far dire allo stesso Paolo VI che la Chiesa si stava distruggendo, e che, nella Chiesa, era entrato il “fumo di Satana”.

Un Concilio, quindi, che invece di unire, ha dato corda alle Chiese locali, diventate oggi, si direbbe, autonome da Roma. Inoltre, ha dato vita a migliaia di “Comunità di base” che l’hanno spezzettata anche nella dottrina (catechismi diversi, persino eretici!), Liturgia al sacco, disciplina “fai date”! Di certo, se Cristo avesse inteso fondare una Chiesa democratica, non avrebbe detto: “…su questa pietra fonderò la mia Chiesa”, bensì: “Pietro, ti farò eleggere presidente dell’Assemblea degli Apostoli”… e invece di dire: “Andate ed evangelizzate tutte le genti”, avrebbe detto: “Andate a “dialogare”, magari a braccetto, con tutte le religioni”… e altre amenità!

sabato 12 dicembre 2020

Video. La Straordinaria e Miracolosa Immagine della Madonna di Guadalupe

 

La miracolosa immagine della Madonna di Guadalupe, Messico, apparve per la prima volta il 12/12/1531. Secondo il racconto, un Indiano chiamato Giovanni Diego era stato visitato dalla Vergine numerose volte; ella gli comunicò di recarsi dal vescovo ché si edificasse una cappella, tuttavia, quegli non volle credergli. Il vescovo domandò a Giovanni Diego di comunicare alla Madonna di offrire un segno come prova che fosse veramente la Madre di Dio ad essere apparsa. In risposta, la Vergine comunicò a Giovanni Diego di raccogliere delle rose nella sua mantella, presentandole al vescovo; nel ciò operare, le rose caddero a terra e l'immagine di Guadalupe fu miracolosamente impressa sulla sua mantella: essa esiste tuttora, 481 anni appresso, essente visitabile in Messico.

 

venerdì 11 dicembre 2020

Film - La Strada di Paolo (2011)

L'autotrasportatore Paolo è diretto per lavoro in Terra Santa. Il viaggio prende una direzione inaspettata quando si imbatte in alcune realtà che parlano al suo cuore di Dio, Fede, Grazia e Carità, aprendogli anche gli occhi sull'opportunismo e il cinismo umani.

Nell'incontro/scontro con la religiosità e il mistero insondabile di quella Terra, immerso in situazioni surreali, a contatto con personaggi e storie incredibili, per Paolo si aprono nuovi orizzonti che lo porteranno a una decisione fondamentale.

 

ANNO
2011

PAESE


 

REGIA
Salvatore Nocita

ATTORI
Marcello Mazzarella, Philippe Leroy, Valentina Valsania, Milena Miconi


Le Sacre Scritture Condannano l’Aborto?

La Chiesa Cattolica ha sempre condannato l’aborto come pratica omicida diretta nei confronti d’innocenti.

Allo stesso tempo, la Bibbia, insegna che quella cosa che sta nella pancia di una madre imbarazzata è un essere umano!

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Essere Umano

Salmo 139,13-15

Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.

Geremia 1,5

«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».

Luca 1,13

Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

Matteo 1,21

Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Omicidio

Esodo 23,7

Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l'innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.

Deutoronomio 27,25

Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente! Tutto il popolo dirà: Amen.

Matteo 18,10

Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

 

Tuttavia, i bambini e le bambine che non sono ancora nati sono ovviamente innocenti. Pertanto, la morte per mezzo dell'aborto è da condannare.

mercoledì 9 dicembre 2020

Video. Santa Caterina da Siena: Mistica e Politica

 

In questo video RAI, andato in onda l'11 gennaio 2016 nel quadro della trasmissione "Il Tempo e la Storia", si illustra la straordinaria figura della Santa senese. In studio conduce Massimo Bernardini con lo storico Alessandro Barbero.

San Juan Diego Cuauhtlatoatzin

 

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della S. Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002….

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martedì 8 dicembre 2020

Video. Discorso del Papa Benedetto XVI durante la Venerazione dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Martedì, 8 dicembre 2009

 Cari fratelli e sorelle!

Nel cuore delle città cristiane, Maria costituisce una presenza dolce e rassicurante. Con il suo stile discreto dona a tutti pace e speranza nei momenti lieti e tristi dell’esistenza. Nelle chiese, nelle cappelle, sulle pareti dei palazzi: un dipinto, un mosaico, una statua ricorda la presenza della Madre che veglia costantemente sui suoi figli. Anche qui, in Piazza di Spagna, Maria è posta in alto, quasi a vegliare su Roma.

Cosa dice Maria alla città? Cosa ricorda a tutti con la sua presenza? Ricorda che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20) – come scrive l’apostolo Paolo. Ella è la Madre Immacolata che ripete anche agli uomini del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio.

Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia! Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono. Per questo la città ha bisogno di Maria, che con la sua presenza ci parla di Dio, ci ricorda la vittoria della Grazia sul peccato, e ci induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili.

Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto.

La città, cari fratelli e sorelle, siamo tutti noi! Ciascuno contribuisce alla sua vita e al suo clima morale, in bene o in male. Nel cuore di ognuno di noi passa il confine tra il bene e il male e nessuno di noi deve sentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve sentire il dovere di migliorare se stesso! I mass media tendono a farci sentire sempre “spettatori”, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti “attori” e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri.

lunedì 7 dicembre 2020

Santo Tommaso d’Aquino - La Grazia di Dio

Conoscere la verità consiste nell'usare, o nell'esercitare la luce dell'intelletto: poiché secondo l'Apostolo, "tutto quello che viene manifestato è luce". Ora, qualsiasi uso implica un moto: prendendo il termine moto in senso lato, cioè nel senso che si applica, secondo le spiegazioni del Filosofo, anche all'intendere e al volere. Ma negli esseri materiali noi vediamo che per il moto non si richiede soltanto la forma che è il principio del moto, o dell'operazione, ma anche la mozione del primo motore. E il primo motore per gli esseri materiali è un corpo celeste. Cosicché, per quanto possa essere perfetto, il calore del fuoco non potrebbe alterare senza la mozione del corpo celeste. Ebbene, come è evidente che tutti i moti d'ordine fisico hanno nel moto di un corpo celeste il primo motore di ordine materiale; così tutti i moti, sia corporali che spirituali, hanno un primo motore assoluto, che è Dio. Perciò, una qualsiasi natura, sia materiale che spirituale, per quanto perfetta possa essere, non può compiere il proprio atto, senza la mozione di Dio. Mozione che però segue l'ordine della sua provvidenza, e non una necessità di natura come la mozione dei corpi celesti. E ogni mozione, non solo deriva da Dio come dal suo primo motore; ché da lui deriva anche ogni sua perfezione formale, trattandosi dell'atto primo. Perciò l'atto dell'intelletto e di qualsiasi ente creato dipende da Dio sotto due aspetti: primo, in quanto da lui riceve la forma in forza della quale agisce; secondo, in quanto da lui è mosso ad agire.

domenica 6 dicembre 2020

Indice Sermoni, Prediche, Meditazioni e Articoli dei Santi e sui Santi

Dalle "Lettere" di San Gaetano, Sacerdote 

Don Bosco. Il Martirio di San Paolo

La Conversione di Edith Stein

La Strage dei Santi Innocenti secondo le Visioni della Beata Anna Caterina Emmerick 

Lettera di Papa San Clemente Romano ai Corinzi

Omelie e Meditazioni di San Giovanni Crisostomo

Omelie e Meditazioni di San Girolamo

Omelie e Meditazioni di San Pietro Crisologo

Padre Alberto Hurtado - Voi Siete la Luce del Mondo

Padre Pio Contro l’Aborto

Papa Benedetto XVI - Pietro, la Roccia su cui Cristo ha Fondato la Chiesa

San Basilio Magno - I Quaranta Martiri di Sebaste

San Bernardino da Siena - Maria, Giuseppe e, quindi, Gesù, nacquero di Stirpe Regale

San Bernardo di Chiaravalle - Lotta tra Timore e Letizia; la Lampada della Fede

San Carlo Borromeo - Vivere la Propria Vocazione

San Cipriano di Cartagine - La Preghiera deve Essere Comunitaria

San Cirillo d'Alessandria - Seconda Lettera a Nostorio

San Cirillo d'Alessandria - Terza Lettera a Nostorio

San Cirillo di Gerusalemme - La Virtù della Fede Opera oltre le Forze Umane

San Claudio de la Colombière - Atto di Confidenza in Dio

San Claudio de la Colombière - Vivere e Morire nel Tuo Amore

San Clemente Romano - Dio è Fedele alle sue Promesse

San Clemente Romano - Dobbiamo Avere un Alto Concetto del Cristo, che ci Chiamò alla Salvezza/Se Vogliamo Ottenere la Corona, Dobbiamo Combattere 

San Francesco d'Assisi - Di Coloro che Fanno o non Fanno la Penitenza

San Giovanni da Capestrano - Il Salvatore dell’Europa

San Giovanni Damasceno - Dichiarazione di Fede

San Giovanni della Croce - Preziosità del Silenzio

San Giovanni Eudes - I Misteri di Cristo e la Vita della Chiesa

San Giovanni Nepomuceno Neumann - Due Lettere Scritte ai suoi Genitori e a suo Nipote

San Giovanni Nepomuceno Neumann - Ogni Giorno è una Preparazione all’Eternità

San Girolamo Emiliani - Dobbiamo Confidare Soltanto nel Signore 

San Gregorio di Nissa - Commento al Cantico dei Cantici, XI

San Gregorio Magno - Omelie sui Vangeli

San Leonardo da Porto Maurizio - Meditazione sul Fine dell'Uomo

San Leone Magno - Il Servizio Specifico del Nostro Ministero

San Leone Magno - Il Mistero della Nostra Riconciliazione

San Leone Magno - Il Natale del Signore è il Natale della Pace

San Leone Magno - Pietro e Paolo Germogli della Divina Semente

San Lorenzo Giustiniani

San Luigi Gonzaga - Lettera alla Madre

San Martino di Tours - Dalle "Lettere" di Sulpicio Severo

San Patrizio - Il Grido del Daino

San Pietro Giuliano Eymard su San Giuseppe

San Roberto Bellarmino - Elevazione della Mente a Dio

San Roberto Bellarmino - Il Valore della Tradizione

San Vincenzo de’ Paoli - Non mi Basta Amare Dio se Anche il mio Prossimo non lo Ama

Sant'Agostino - Discorso 387

Sant’Agostino - Incarnazione Umiltà Purificazione

Sant'Agostino - La Correzione Fraterna

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori - La Passione di Cristo

Sant'Ambrogio - I Peccatori

Sant'Anselmo d'Aosta - Esortazione della Mente a Contemplare Dio

Sant'Antonio di Padova - La Predica è Efficace quando Parlano le Opere

Sant'Evaristo, Papa e Martire

Sant'Ildefonso di Toledo - La Dottrina Mariana

Sant'Ignazio di Antiochia - Fuggite gli Eretici

Sant'Ignazio di Antiochia - Lettera ai Romani

Sant'Ilario di Poitiers - Dal "Commento ai Salmi"

Sant'Ilario di Poitiers - Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia Rivelare

Sant'Ilario di Poitiers - Questa è l'Opera di Dio: Credere in Colui che egli ha Mandato

Sant'Ilario di Poitiers - Sulla Trinità

Sant'Ireneo di Lione - La Gloria di Dio dà la Vita

Santa Caterina da Siena - Lettera a una Meretrice

 

In Aggiornamento... 

Fumetto. Quo Vadis?

Siamo a Roma nel 64 d.C., sotto il regno di Nerone, imperatore crudele e dissoluto. La distruzione della città a causa di un incendio inasprirà le persecuzioni contro i cristiani, ritenuti gli unici responsabili. Il patrizio romano Vinicio è follemente innamorato di Licia, figlia del re dei Lici, e prigioniera cristiana dei Romani. Come potrà sopravvivere il loro amore in circostanze tanto tragiche? Il romanzo storico per il quale Henryk Sienkiewicz vinse il Premio Nobel per la letteratura.

 

https://gloria.tv/post/sraKcSnGZvUJ6RKNMYSi8sVC3


Video. Vocazione: Perché non Essere Sacerdote?

 

 Breve video vocazionale creato dai Legionari di Cristo.

 

Musica Antica. Ave Maris Stella

 

Esiste un inno medioevale nel quale si parla della stella del mare che orienta i nostri destini. Questo inno vincolato alla salvezza perdurò durante molti secoli come un pezzo importante del repertorio sacro, servendo come base per mottetti, messe e pezzi strumentali. A questo inno “Ave maris stella” (Salve, stella del mare) andiamo a dedicare oggi la puntata di Musica Antica.

 

 L'audio è in spagnolo, la musica di Dio.


sabato 5 dicembre 2020

Ricetta. Scagliozze (per San Nicola)

A Bari il giorno di San Nicola è festa grande. All’alba del 6 dicembre ci si reca a Messa per ricevere la benedizione per chiudere l’anno in corso e per affrontare quello che verrà. A onorare San Nicola sono soprattutto le “vacandine”, cioè le zitelle, che, dopo aver compiuto tre volte il giro intorno alla colonna bizantina nella Basilica dedicata al Santo (la stessa in cui sono custodite le sue reliquie), esprimono tre desideri sperando che San Nicola le aiuti a trovare marito. Del resto, se San Nicola, alias Santa Claus, porta i regali ai bambini, non vedo perché non dovrebbe portare i mariti alle fanciulle sole…

L’anno scorso, quando vi avevo la minestra di farro di San Nicola, vi avevo raccontato, infatti, che questo santo è il protettore delle ragazze da marito. Questo patronato è dovuto ad un miracolo compiuto dal santo: quando venne a conoscenza che un uomo ricco caduto in disgrazia voleva avviare le figlie alla prostituzione perché non poteva permettersi di farle sposare in maniera decorosa, prese del denaro e, di notte, lo gettò nella casa dell’uomo, in modo che le figlie avessero la dote per il matrimonio.

In passato si toccava la colonna miracolosa della Basilica di Bari ma questa tradizione, che affonda le sue radici in tempi lontani, negli ultimi anni ha rischiato di essere sradicata.

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