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giovedì 28 dicembre 2017

Isidoro (santo) (570 -636)

Vescovo di Siviglia, fu lo scrittore più celebre del VII secolo. Particolarmente importante la sua opera monumentale: Libro delle origini o delle etimologie.

mercoledì 27 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 18-22



Vedendo Gesù una grande folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. E uno scriba avvicinandosi gli disse: Maestro, ti seguirò ovunque andrai. Gli dice Gesù: Le volpi hanno le tane e gli uccelli del cielo i nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo. Un altro dei suoi discepoli gli disse: Signore, permettimi prima di andare a seppellire mio padre; ma Gesù gli rispose: Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti.

Crisostomo: Cristo, poiché non guariva solo il corpo, ma purificava anche l’anima, desiderava mostrare la vera sapienza non solo curando le malattie, ma anche non facendo niente per ostentazione; perciò si dice: Vedendo Gesù una grande folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. Faceva ciò insegnandoci nello stesso tempo a essere umili e mitigando l’ostilità dei Giudei e insegnandoci a non fare nulla per ostentazione.

Remigio: Oppure fece questo come uno che desiderasse sfuggire la curiosità della folla. Essi infatti si stringevano a lui in ammirazione, affollandosi per vederlo. Chi si sarebbe allontanato da uno che faceva tali miracoli? Chi non avrebbe desiderato guardare apertamente il suo viso, e la bocca che diceva tali cose?

Ilario: Questo scriba, che è uno dei dottori della legge, chiede se deve seguirlo, come se non fosse espresso nella legge che questi era colui che era utile seguire. Quindi, sotto la diffidenza dell’interrogazione esprime il sentimento dell’incredulità: poiché l’assunzione della fede non è oggetto di domanda, ma di sequela.

Crisostomo: Così Cristo gli rispose non in base alle parole dell’interrogazione, ma in base all’intenzione della mente; per cui segue: Gli dice Gesù: Le volpi hanno le tane e gli uccelli del cielo i nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo.

martedì 26 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 16-17



Venuta dunque la sera gli portarono molti indemoniati, e scacciava gli spiriti con la sua parola e curò molti afflitti dal male, affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: <<Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie>>.

Remigio: Cristo, il Figlio di Dio, l’autore della salvezza umana, la fonte e la sorgente di tutta la bontà, forniva la medicina celeste. Infatti respingeva i demoni e le malattie con la sola parola, in modo che con questi segni e potenti parole egli potesse mostrare che era venuto per la salvezza del genere umano.

Remigio: Prese la debolezza della natura umana per rendere forti e robusti noi deboli.

Ilario: E con la passione del suo corpo, secondo le parole del Profeta, egli assorbì tutte le infermità della debolezza umana.

Crisostomo: Sembra però che ciò sia stato detto dal Profeta soprattutto riguardo ai peccati: come mai dunque l’Evangelista lo dice dei mali del corpo? Ma bisogna sapere che o egli ha adattato il testo alla storia, oppure intende inculcare che la maggior parte delle malattie del nostro corpo ha origine dai peccati dell’anima, poiché la morte stessa ha la sua radice nel peccato.

domenica 24 dicembre 2017

Luca, Capitolo 2, Versetti 6-7


Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'alloggio.

Gregorio Nisseno: Comparendo come uomo, tuttavia non sottostà in tutto alle leggi della natura umana: che infatti nasca da una donna, sa di umiltà; mentre la verginità, che si prestò alla sua nascita, fa vedere quanto abbia superato l’uomo. Infatti [vediamo] la sua felice gestazione, il luogo immacolato, il facile parto, la nascita senza corruzione, senza aver inizio nella sensualità e senza aver partorito nel dolore; Infatti colei che con la colpa ha introdotto la morte nella nostra natura, fu condannata a partorire tra i dolori, mentre era conveniente che partorisse con gioia chi dava alla luce l’autore della vita. Ora, in quel tempo, grazie all’integrità verginale, egli trasmigra nella vita dei mortali, in cui cominciano a diminuire le tenebre, e l’immensità della notte a causa dell’esuberanza del raggio di luce è costretta a recedere. Infatti la morte aveva toccato il confine della pravità del peccato; ma per il resto essa tende al nulla per la presenza della vera luce, che con i raggi evangelici ha illuminato tutta la terra.

Beda: Colui che ha rivestito tutto il mondo con ogni sorta di ornamento, viene avvolto in umili panni, affinché noi possiamo ricevere la prima stola (della grazia). Colui per mezzo del quale tutte le cose sono state create viene legato mani e piedi, affinché le nostre mani siano allenate a fare del bene, i nostri piedi diretti sulla via della pace.

Il Greco: O quale mirabile costringimento e peregrinazione subì colui che contiene l’universo! Sin dall’inizio accetta la povertà e la rende bella in se stesso. Indubbiamente, se avesse voluto, avrebbe potuto venire muovendo il cielo, scuotendo la terra, scagliando i fulmini; ma non è arrivato in questo modo: infatti non voleva perdere ma salvare, e voleva calpestare la superbia umana sin dall’inizio; e fa ciò non solo da uomo, ma da uomo povero; scelse inoltre una madre povera, che è priva persino delle cose su cui deporre l’infante.

sabato 23 dicembre 2017

Ilario (santo) (315 - 367)

Vescovo di Poitiers, fu uno dei campioni nella lotta contro l'arianesimo, tanto da essere chiamato <<l'Atanasio dell'Occidente>>.


venerdì 22 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 14-15



Ed essendo venuto Gesù alla casa di Pietro, vide la sua suocera a letto e con la febbre, e toccò la sua mano e la febbre la lasciò, e si alzò e li serviva.

Crisostomo: Ora, nota il rispetto di Pietro per Cristo: avendo infatti in casa la suocera con la febbre non lo condusse alla sua casa, ma aspettò che egli terminasse il suo insegnamento e curasse gli altri.  Dall’inizio infatti era stato istruito su quali cose altrui andassero anteposte alle proprie. […] Gesù toccando il corpo, non solo estinse la febbre, ma rese anche la perfetta salute.

Girolamo: La natura degli uomini è tale che dopo la febbre gli uomini si indeboliscano maggiormente, e riprendendo la salute sentono i mali dell’infermità. Invece la salute che è conferita dal Signore ritorna tutta insieme; né basta essere risanati, ma per indicare l’intensità della fortezza è stato aggiunto: si alzò e li serviva.

Remigio: Nella suocera di Pietro si può intendere la legge, che secondo l’Apostolo era malata a motivo della carne, cioè del giudizio carnale. Ma quando il Signore, mediante il mistero dell’incarnazione, apparve visibilmente nella sinagoga, e adempì con l’opera la legge, e insegnò a intenderla spiritualmente, subito essa, unita alla grazia del Vangelo, ricevette tanta forza che, mentre prima era serva della morte e della pena, dopo lo divenne della vita e della gloria.

giovedì 21 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 10-13



Udendo ciò Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: In verità vi dico, in Israele non ho trovato una fede così grande. Ora, vi dico che molti verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno verranno gettati nelle tenebre esteriori: lì sarà pianto e stridore di denti. E Gesù disse al centurione: Va’, e sia fatto a te come hai creduto. E in quell’ora il suo servo fu guarito.

Origine: Considera quanto sia grande o di quale natura sia ciò che Dio unigenito ammira. L’oro, le ricchezze, i regni, i principati al suo cospetto sono come un’ombra o un fiore che cade: nessuna di queste cose infatti è degna di ammirazione al cospetto di Dio, e così grande e preziosa, all’infuori della fede: questa ammira onorandola, questa ritiene accettabile per sé.

Crisostomo: Se vogliamo ritenere, che il centurione abbia avuto una fede più grande di quella degli Apostoli, l’attestazione di Cristo va intesa nel senso che ogni bene dell’uomo deve essere valutato in proporzione alla persona: infatti è una grande cosa che un uomo grossolano dica qualcosa con sapienza, mentre non lo è di un filosofo.

Agostino: Come poi vediamo i cristiani chiamati al convito celeste, dove ci sono il pane della giustizia, la bevanda della sapienza, così vediamo anche i Giudei dannati; per cui segue: mentre i figli del regno verranno gettati nelle tenebre esteriori; ossia i Giudei che ricevettero la legge, che celebrano la figura di tutte le cose future, e tuttavia non hanno riconosciuto le cose presenti.

mercoledì 20 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 5-9



Entrato poi a Cafarnao gli si avvicinò un centurione che lo pregava dicendo: Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente. Gli dice Gesù: Io verrò e lo curerò. E rispondendo il centurione disse: Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.  Infatti anch'io sono un uomo costituito sotto il potere e ho sotto di me dei soldati e dico a questo: Va', ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa.

Crisostomo: Questo centurione fu il primo frutto delle Genti, e di fronte alla sua fede la fede dei Giudei sembrava incredulità: egli né udì Cristo che insegnava, né vide la guarigione del lebbroso, ma saputo soltanto della salute del lebbroso, credette più di quanto aveva udito; era infatti nel mistero delle Genti future, che non avevano letto né la legge né i Profeti su Cristo, né avevano visto Cristo che compiva dei miracoli.

Crisostomo: Alcuni dicono che ha espresso questi motivi per scusarsi del fatto di non averlo portato. Infatti non era possibile portare uno indebolito, tormentato dal male e giunto all’ultimo respiro. Ma io dico invece che questo è il segno di una grande fede: poiché infatti sapeva che la sola ingiunzione bastava a guarire chi giaceva, riteneva superfluo condurlo. 

Ilario: In senso spirituale si devono vedere i Gentili come i malati di questo mondo, indeboliti per le malattie dei peccati, con le membra prive di forza da tutte le parti, incapaci di reggersi, perduti per il camminare. In mistero della loro salvezza si ritrova nella guarigione del servo del centurione, di questo centurione di cui abbiamo detto a sufficienza che era la primizia delle Genti che avrebbero creduto. 

Crisostomo: Se il Signore non avesse detto: Io verrò e lo curerò, il centurione non avrebbe risposto: non sono degno. E promise di andare poiché chiedeva per il servo, per insegnarci a non onorare i grandi e disprezzare i piccoli, ma a onorare ugualmente i poveri e i ricchi.

lunedì 11 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 8, Versetti 1-4



Quando Gesù fu sceso dal monte, lo seguiva molta folla, ed ecco che un lebbroso venendo lo adorava dicendo: Signore, se vuoi, puoi mondarmi. E stendendo la mano Gesù lo toccò dicendo: Lo voglio, sii mondato. E subito fu mondata la sua lebbra. E Gesù gli disse: Guarda di non dirlo a nessuno, ma va’, mostrarti al sacerdote e offri in dono ciò che ha ordinato Mosè a testimonianza per loro.

Origine: Mentre il Signore insegnava sul monte, erano con lui i discepoli, ai quali era stato dato di conoscere i segreti dell’insegnamento celeste; ora invece scendendo dal monte lo seguiva la folla, poiché non potevano in alcun modo salire sul monte, in quanto coloro che sono oppressi dal peso dei peccati non possono salire alla sublimità dei misteri. Quando però il Signore scende, cioè si piega sulla debolezza e l’impotenza degli altri, quando ha misericordia della loro imperfezione o infermità, lo seguiva molta folla: alcuni per la fama, la maggior parte per l’insegnamento, alcuni per la guarigione e la cura che aveva di essi.

Origine: Lo cura in basso e sul monte non opera nulla: poiché per ogni cosa c’è il tempo sotto il cielo, il tempo dell’insegnamento e il tempo della guarigione. Sul monte insegnò, curò la anime, risanò i cuori; compiuto ciò, come scendendo dal monte pe salvare gli uomini carnali, venne a lui un lebbroso, e lo adorava. Prima di chiedere, cominciò ad adorare, mostrando il culto.

Crisostomo: Infatti non si rivolgeva a lui come a un uomo che guariva per un’arte umana, ma lo adorava come Dio. Ora, la preghiera perfetta è fede e confessione, per cui il lebbroso adorando compì l’opera della fede, mentre l’opera della confessione la compì nella parola.

Crisostomo: Sebbene potesse guarire con la volontà o con la parola, toccò con la mano per mostrare che non è soggetto alla legge e che ormai nulla è immondo per chi è mondo. Eliseo osservando l’esattezza della legge, non riuscì a toccare Naaman, ma lo mandò a lavarsi nel Giordano. Il Signore invece mostra che guarisce e tocca non come servo, ma come Signore: infatti la mano no fu resa immonda dalla lebbra, ma il corpo lebbroso fu reso mondo dalla mano santa. Infatti non venne solo per curare i corpi, ma anche per condurre l’anima alla vera sapienza. Come dunque non proibiva più di mangiare con le mani non lavate, così anche qui insegna che bisogna temere solo la lebbra dell’anima, che è il peccato mentre la lebbra del corpo non è impedimento alcuno alla virtù.

giovedì 7 dicembre 2017

Cipriano (santo) (200 - 258)

Fu vescovo di Cartagine e morì martire sotto l'imperatatore Valeriano. Fra le sue opere più celebri vanno ricordate L'unità della Chiesa e La Preghiera del Signore.


Cassiano (santo) (360 - 435)


Dopo un soggiorno fra i monaci del deserto i Egitto si trasferì  a Roma, poi in Francia, dove fondò due monasteri. Attraverso le sue opere riuscì a trasmettere all'Occidente la grande tradizione spirituale dei Padri del deserto. Di lui san Tommaso cita soprattutto le Conferenze dei Padri (Collationes Patrum).


martedì 5 dicembre 2017

Matteo, Capitolo 7, Versetti 28-29



E avvenne che avendo Gesù completato queste parole, le folle erano stupite del suo insegnamento; li ammaestrava infatti come uno che ha autorità, e non come gli Scribi e i Farisei.

Crisostomo: L’intelletto umano appagato ragionevolmente genera la lode, vinto invece la meraviglia. Ciò che infatti non possiamo lodare degnamente, lo facciamo oggetto di stupore. Il loro stupore tuttavia riguardava più la gloria di Cristo che la loro fede: se infatti avessero creduto in Cristo non si sarebbero stupiti. Infatti suscita stupore ciò che supera la persona di chi fa o dice: quindi non ci meravigliamo di ciò che è detto o fatto da Dio, poiché tutto è inferiore alla potenza di Dio. Ora, erano le folle che si stupivano, cioè il popolo semplice, non i principi del popolo, i quali non erano soliti ascoltare per il desiderio di apprendere; invece il popolo semplice ascoltava con semplicità; se però quelli fossero intervenuti, avrebbero turbato il loro silenzio con le contestazioni: infatti dove c’è maggiore scienza c’è una più forte malizia: chi infatti si sforza di essere primi non si accontenta di essere secondo.

Crisostomo: Se gli scribi, vedendo questo potere nelle opere, si allontanavano da lui, come non si sarebbero scandalizzati là dove solo le parole manifestavano la potenza? Ma ciò non accade nelle folle: quando infatti l’anima è benevola, facilmente è persuasa da discorsi di verità. C’era poi l’autorità di chi insegnava, per conquistare molti di loro e farli passare all’ammirazione; così che per il piacere delle cose che erano state dette non lo abbandonavano nemmeno quando taceva: per cui lo seguirono quando discese dal monte. Ciò che più li colpiva era il fatto che in ciò che diceva non si appoggiava sull’autorità di nessuno, come le parole di Mosè e dei Profeti, ma si mostrava sempre come chi ha autorità; infatti citando la legge diceva sempre (cf. 5,25): <<Ma io vi dico>>.

Girolamo: Poiché come Dio e Signore dello stesso Mosè, secondo la libertà della sua volontà, faceva delle aggiunte alla legge o predicava al popolo mutandole. Gli scribi invece insegnavano soltanto quelle cose che risultavano scritte in Mosè o nei Profeti.


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