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domenica 30 settembre 2018

Pdf - San Girolamo: La Verginità


In occasione della ricorenza della festa di San Girolamo, pubblichiamo questa sua lettera sul volore della verginità.
 
Lo scopo del trattato è d’infondere in coloro che lo leggeranno il desiderio della vita virtuosa. Poiché, come dice il divino apostolo, la vita secolare è soggetta a molte distrazioni, il nostro scritto non può fare a meno di raccomandare la vita basata sulla verginità come porta d’ingresso ad una condotta  più  saggia:  per  coloro  che  si  trovano  impigliati  nella  vita  comune  non  è  facile,  in  effetti, attendere  con  la  necessaria serenità  di  spirito  alla  vita  più  divina,  mentre  coloro  che  si  sono totalmente   staccati   dal   turbine   della   vita   secolare   hanno   maggiori possibilità   di   dedicarsi ininterrottamente alle più alte occupazioni. L’esortazione non riesce da sola a persuadere, e con il semplice discorso non è facile indurre o spronare qualcuno a fare qualcosa di utile, se prima non si fa vedere la nobiltà dello scopo a cui si esorta l’ascoltatore; per questa ragione, il nostro discorso partendo dall’encomio della verginità termina  con  l’esortazione.  E poiché la bellezza di una determinata cosa è in un certo senso posta maggiormente in risalto dal raffronto con il suo contrario, abbiamo dovuto ricordare anche  gli  aspetti  sgradevoli  della  vita  secolare. Quindi, seguendo il metodo migliore, abbiamo dato uno  schizzo  della  vita  spirituale,  e  fatto  vedere  come  colui  che  è assorbito  dai  pensieri  del  mondo  non  possa  raggiungerla.  I desideri corporei sono sopiti in  coloro che  hanno  rinunziato  al  mondo;  di  conseguenza,  abbiamo  cercato  di  dare  un  contorno  preciso  a quello che deve essere il vero oggetto dei nostri desideri: proprio in vista di quest’oggetto abbiamo ricevuto dal creatore della nostra natura la facoltà di desiderare. Una volta che l’avremo rivelato nei limiti delle nostre possibilità, potremo anche pensare al modo di conseguire questo bene.

Matteo, Capitolo 16, Versetti 13-19


Venne poi Gesù dalle parti di Cesarèa di Filippo, e interrogava i suoi discepoli dicendo: Chi dicono gli uomini che sia il Figlio dell'uomo? Ma essi dissero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri invece Geremia o uno dei profeti. Dice loro Gesù: Ma voi chi dite che io sia? Rispondendo Simon Pietro disse: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Rispondendo Gesù gli disse: Beato te, Simone figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa, e a te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Crisostomo: Dice Cesarea di Filippo, e non semplicemente Cesarea, poiché c’è un’altra Cesarea, di Strato; non in questa, ma nella prima il Signore domandò ai suoi discepoli, allontanandoli dai Giudei, che dicessero senza timore e con ogni libertà ciò che pensavano.

Crisostomo: [Girolamo]: Questo Filippo era fratello di Erode e tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e diede il nome di Cesarea alla città che oggi si chiama Panea, in onore di Tiberio Cesare.

Crisostomo: Non dice che cosa vogliono di me gli Scribi e i Farisei, bensì: che cosa dicono gli uomini di me? Ricerca l’opinione del popolo, poiché non era inclinata dalla parte del male; è benché la loro opinione su Cristo fosse inferiore alla realtà era tuttavia pura da ogni malizia. Non così invece l’opinione dei Farisei, che era sommamente maliziosa. 

Ilario: Al dire del Signore: Chi dicono gli uomini che sia il Figlio dell'uomo?, si deve intendere che dovevano considerarlo qualcosa di più di ciò che vedevano in lui: era infatti il Figlio dell’uomo. Che cosa desiderava dunque che opinassero di lui? Non crediamo quindi che era occulto ciò che egli stesso confessò di sé, ma ciò che egli domandava, e che la nostra confessione deve essere basata sul credere che Cristo non solamente è Figlio di Dio, ma anche Figlio dell’uomo, e che senza le due cose non possiamo trovare speranza alcuna di salvezza.

sabato 22 settembre 2018

venerdì 21 settembre 2018

Matteo, Capitolo 16, Versetti 5-12


Passando però i discepoli all'altra riva, si dimenticarono di prendere i pani. Ed egli disse loro: Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei. Ma essi pensavano tra sé dicendo: Non abbiamo preso i pani. Gesù sapendolo disse loro: Perché pensate fra di voi, uomini di poca fede, che non avete pani? Non capite ancora e non vi ricordate dei cinque pani per i cinquemila uomini, e di quante ceste avete portato via? E neppure dei sette pani per i quattromila uomini, e di quante ceste portato via? Perché capite ancora che non riguardo al pane vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei? Allora capirono che non aveva detto che si guardassero dal lievito dei pani, ma dalla dottrina dei Farisei e dei Sadducei.

Remigio: I discepoli amavano tanto il loro maestro che non volevano separarsi da lui un istante. Bisogna notare quanto distanti erano i discepoli dal desiderare i piaceri, quando nemmeno facevano caso al necessario per la vita, e persino si dimenticarono di prendere dei pani, tanto indispensabili per poter sussistere.

Segue: Ed egli disse loro: Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei. Ilario: Il Signore consiglia, con queste parole ai suoi Apostoli, di non mescolarsi con la dottrina dei Giudei, poiché le opere della legge furono stabilite per essere realizzate nella fede, e come figura delle cose future; ed essi, nel tempo e nell’età dei quali era venuta la verità, non considerino più d’ora innanzi alcuna cosa come figura della verità; in modo che la dottrina dei Farisei che non conosce Cristo non corrompa gli effetti della verità del Vangelo.

Gesù sapendolo disse loro: Perché pensate fra di voi, uomini di poca fede, che non avete pani? Glossa: Come se dicesse: perché state pensando che io abbia voluto parlare dei pani terreni, su cui non dovete dubitare, avendoli moltiplicati in tale maniera che da pochi pani ho fatto sì che rimanessero porzioni tanto consistenti?

mercoledì 19 settembre 2018

Graduale Romanum 1908

La benemerita Associazione Americana per la Musica Sacra, con un notevole sforzo, ha fatto scannerizzare, passare in pdf e provvedere di segnalibri (tabs) il Graduale Romanum edizione vaticana del 1908. Nel centesimo anniversario di questo "libro dei canti della chiesa romana", che segna il ritorno e l'inizio del rinnovamento del gregoriano, il Graduale "essenziale" (cioè senza i segni interpretativi di Solesmes) viene messo a disposizione del grande pubblico della Rete. 

martedì 18 settembre 2018

Matteo, Capitolo 16, Versetti 1-4


Congedata la folla, salì sulla barca e giunse ai confini di Magadàn [questo versetto corrisponde al n. 39, cap. 15, secondo la versione CEI]. E si avvicinarono a lui I farisei e i sadducei per tentarlo, e gli chiesero di mostrare loro un segno dal cielo. Ma egli rispondendo disse loro: Venuta la sera dite: sarà sereno, poiché il cielo rosseggia; e al mattino: oggi sarà tempesta, poiché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque giudicare l'aspetto del cielo, ma non potete discernere i segni dei tempi. Una generazione malvagia e adultera chiede un segno, ma non le sarà dato alcun segno all’infuori del segno del profeta Giona. E, lasciatili, se ne andò.

Agostino: Marco dice: a Dalmanuta; però ciò non dà luogo a dubbio alcuno, poiché si conosceva la popolazione con i due nomi, e in molti codici, secondo lo stesso Marco, non si incontra altro che la parola Magadàn.

Remigio: Certamente è degna di meraviglia la cecità dei Farisei e dei Sadducei che chiedevano un miracolo dal cielo come se non fossero miracoli le opere a cui avevano presenziato. Giovanni dà la ragione del perché chiedevano un miracolo quando riferisce (6, 30-31) che la gente, dopo aver mangiato i cinque pani, si avvicinò al Signore e gli disse: <<Che miracolo fai tu perché vediamo e crediamo in te? I nostri padri mangiarono la mamma nel deserto, come è scritto: hai dato loro da mangiare un pane dal cielo>>. Così dicono anche qui: mostraci un segno dal cielo, cioè fa’ che piova per lo spazio di uno o due giorni la manna, in modo che si sazi tutto il popolo come succedette nel deserto durante un tempo tanto lungo. Ma egli, essendo Dio, penetrando i loro pensieri, e sapendo positivamente che anche se avesse fatto loro il miracolo che chiedevano non avrebbero creduto, negò di concedere loro quanto chiedevano.

Agostino: Le parole del Signore: Venuta la sera dite: sarà sereno, poiché il cielo rosseggia, possono essere intese nel senso che si concede il perdono ai peccatori nella prima venuta di Cristo attraverso il sangue che il Signore sparse nella sua passione; e al mattino: oggi sarà tempesta, poiché il cielo è rosso cupo, poiché la seconda venuta del Signore sarà proceduta dal fuoco.

lunedì 17 settembre 2018

Matteo, Capitolo 15, Versetti 32-38


Gesù, poi, convocati i suoi discepoli disse: Ho pietà della folla, poiché già da tre giorni perseverano con me e non hanno da mangiare e non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per la via. E gli dicono i discepoli: Dove troveremo nel deserto tanti pani da saziare una folla così grande? Disse loro Gesù: Quanti pani avete? Dissero: Sette, e pochi pesciolini. E comandò alla folla di sedersi per terra e prendendo i sette pani e i pesci e rendendo grazie li spezzò e li diede ai suoi discepoli, e i discepoli li diedero al popolo e mangiarono tutti e furono saziati. E dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. Quelli che mangiarono erano quattromila uomini oltre ai bambini e alle donne.

Girolamo: Prima Cristo aveva eliminato le debolezze dei malati, poi invece offre il cibo ai guariti. Riunisce anche i suoi discepoli e parla di che cosa sta per fare; per cui si dice: Gesù, poi, convocati i suoi discepoli disse: Ho pietà della folla. Fa questo per dare un esempio ai maestri della necessità che hanno di comunicare ai loro inferiori e discepoli tutti i loro progetti; oppure affinché, mediante questa conversazione, i discepoli comprendano la grandezza del segno che sta per fare.

Crisostomo: Infatti le folle, essendo venute per la guarigione, non osavano chiedere del pane; per questo egli stesso, amante degli uomini e prendendosi cura di tutti, dà anche a chi non chiede: per cui dice: Ho pietà della folla. Affinché poi non si dica che venendo avevano portato con sé le provviste, dice: poiché già da tre giorni perseverano con me e non hanno da mangiare. Sebbene infatti, quando vennero, avessero il cibo, tuttavia era già stato consumato tutto; e per questo fece ciò non il primo o il secondo giorno, ma il terzo, quando tutto era stato consumato: affinché essendo stati prima costituiti in necessità, ricevessero ciò che accadeva con un grande desiderio. 

Remigio [Rabano]: In questa lezione del Vangelo bisogna considerare due cose: la divinità e l’umanità di Cristo; l’umanità nella compassione che ebbe delle turbe, cosa che è propria del sentimento della fragilità umana, e la divinità nella moltiplicazione dei pani e nella alimentazione delle folle. Questo passo distrugge completamente l’errore di Eutiche, il quale non ammetteva in Cristo altro che una sola natura.

domenica 16 settembre 2018

Pdf - Ave Maria in 408 Lingue


Un antico e prezioso libretto stampato la prima volta nel 1931 dall'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

venerdì 14 settembre 2018

Matteo, Capitolo 15, Versetti 29-31


Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea, e salito sul monte sedeva là.  E si avvicinarono a lui molte folle, recando con sé muti, zoppi, deboli e molti altri, e li deposero ai suoi piedi ed egli li guarì; in modo che le folle si stupivano vedendo i muti che parlavano, gli zoppi che camminavano, i ciechi che vedevano, e magnificavano il Dio di Israele.

Remigio [Rabano]: Questo mare viene chiamato con diversi nomi; è detto infatti mare di Galilea a motivo della Galilea adiacente, e mare di Tiberiade per la città di Tiberiade.

Crisostomo: In due cose le folle dimostravano la loro fede: nel salire alla montagna e nella persuasione che avevano di non aver bisogno, per essere curati, di altro che di gettarsi ai piedi del Signore. Non si accontentano di toccare gli orli del suo vestito, ma danno prova di una fede più elevata, per cui si dice: e li deposero ai suoi piedi. E certamente impiegò qualche tempo a curare la figlia della donna per mostrare la virtù di questa donna; questi invece li curò subito non perché erano migliori, ma per chiudere la bocca dei Giudei increduli; per cui segue: e li guarì tutti. Ma la moltitudine di coloro che venivano guariti, e la facilità della guarigione li riempivano di stupore, per cui segue: in modo in modo che le folle si stupivano vedendo i muti che parlavano.

Rabano [Anselmo]: In senso mistico, Il Signore viene in Giudea dopo aver curato la figlia della donna di Cananea, il che è figura della conversione dei gentili, poiché <<tutto il popolo di Israele raggiungerà la sua salvezza dopo che la maggior parte dei Gentili sarà entrata nella Chiesa>> (Rm 11, 25-26).

giovedì 13 settembre 2018

Matteo, Capitolo 15, Versetti 21-28


E uscito di là, Gesù si recò dalle parti di Tiro e Sidone. Ed ecco, una donna Cananea uscita da quei confini gridò a lui dicendo: Pietà di me, Signore, figlio di Davide; mia figlia è crudelmente tormentata dal demonio. Ma egli non le disse neppure una parola. E i suoi discepoli, avvicinandosi, lo pregavano dicendo: Congedala, poiché ci grida dietro. Ma egli rispondendo disse: Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele. Ma quella venne e lo adorò dicendo: Signore, aiutami. Egli rispondendo disse: Non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cani. Ma ella disse: E' vero, Signore, ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni. Allora Gesù rispondendo le disse: O donna, grande è la tua fede, avvenga di te come vuoi. E da quell'ora la sua figlia fu guarita.

Remigio [Rabano]: Tiro e Sidone erano due città abitate dai Gentili, poiché Tito era la metropoli dei Cananei e Sidone il termine, guardando a settentrione, degli stessi Cananei.

Crisostomo: L’Evangelista la chiama Cananea in modo da far vedere l’influsso che su di essa esercitava la presenza di Cristo. I Cananei, che erano stati espulsi perché non pervertissero i Giudei, si mostrarono in questa occasione più saggi dei Giudei, uscendo fuori dai loro territori e avvicinandosi a Gesù. Ma questa donna, dopo che si fu avvicinata a Cristo, non gli chiese altro che misericordia.

Glossa [Anselmo]: Qui viene sottolineata la grande fede della Cananea: crede nella divinità di Cristo, quando lo chiama Signore, e nella sua umanità quando gli dice: Figlio di Davide. Ella non chiede nulla in nome dei suoi meriti; invoca solo la misericordia di Dio dicendo: Pietà. E non dice: abbi pietà di mia figlia, ma: Abbi pietà di me, poiché il dolore della figlia è il dolore della madre; e in modo da muoverlo a compassione, gli racconta tutto il suo dolore.

martedì 11 settembre 2018

Pdf Cattolico - Chi Prega Si Salva


Da che l’uomo è uomo, prega. Sempre e ovunque l’uomo si è reso conto che non è solo al mondo, che c’è qualcuno che lo ascolta. Sempre si è reso conto che ha bisogno di un Altro più grande e che deve tendere a Lui perché la sua vita sia ciò che deve essere. Ma il volto di Dio è sempre stato velato e solo Gesù ci ha mostrato il Suo vero volto. Chi vede Lui vede il Padre (cfr. Gv 14,9).  Così, se da una parte all’uomo risulta naturale pregare (chiedere nel momento del bisogno e ringraziare nel momento della gioia), d’altra parte c’è sempre anche la nostra incapacità di pregare e di parlare a un Dio nascosto.  Non sappiamo cosa conviene domandare, dice san Paolo (cfr. Rm 8,26). Perciò dobbiamo sempre dire al Signore, come i discepoli: «Signore, insegnaci tu a pregare» (Lc 11,1).  Il Signore ci ha insegnato il Padre nostro come modello dell’autentica preghiera e ci ha donato una Madre, la Chiesa, che ci aiuta a pregare.  La Chiesa ha ricevuto dalla Sacra Scrittura un grande tesoro di preghiere. Nel corso dei secoli sono salite, dai cuori dei fedeli, numerose preghiere con cui essi sempre di nuovo si indirizzano a Dio.  Nel pregare con la Madre Chiesa noi stessi impariamo a pregare.
Sono molto contento perciò che 30Giorni faccia una nuova edizione di questo piccolo libro contenente le preghiere fondamentali dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli.  Ci accompagnano lungo tutte le vicende della nostra vita e ci aiutano a celebrare la liturgia della Chiesa pregando. A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno di viaggio per molti cristiani.

Roma, 18 febbraio 2005
Cardinal Joseph Ratzinger



INDICE

DAL CATECHISMO DI SAN PIO X
PREGHIERE E FORMULE
ANGELUS E REGINA CAELI
IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA O CONFESSIONE
SANTA MESSA
SANTO ROSARIO
VIA CRUCIS
VISITA AL SANTISSIMO SACRAMENTO
PREGHIERE
SALMI E CANTI SPIRITUALI
GIACULATORIE
CANTI

lunedì 10 settembre 2018

S. Tommaso d'Aquino: Opuscoli Teologico - Spirituali



Titolo originale dell'opera:
In symbolum apostolorum, scil. «Credo in Deum», expositio.
In orationem dominicam, videlicet «Pater noster», expositio.
In duo praecepta caritatis et in decem legis praecepta expositio.
In salutationem angelicam, vulgo «Ave Maria», expositio.
Imprimatur : +Giovanni Canestri, Vicegerente Roma.



Quattro opuscoli che sono la registrazione stenografica di cinquantotto prediche che nell'ultimo anno di vita san Tommaso d'Aquino volle tenere ai suoi universitari e alla popolazione napoletana, dal pulpito di S. Domenico Maggiore.
    Ne risultò una delle quaresime più singolari negli annali della predicazione cristiana, sia per la fama di santità e la sicurezza di dottrina, sia per la personalità del protagonista e per lo stesso filo conduttore dei sermoni.
    Uomo profondamente «serio» fra Tommaso ideava gli schemi degli opuscoli minori e delle omelie che avrebbe tenuto alla messa festiva con la medesima coscienziosità a cui si ispirava nei poderosi trattati: evitando cioè di proposito artifizi e preziosità retoriche, curiose trovate oratorie e sorprese ad effetto, per puntare unicamente alla ricerca della Verità pura e semplice.

venerdì 7 settembre 2018

Pdf - Rituale Romano Cattolico dell’Esorcismo

 Traduzione pubblicata in appendice al libro di MALACHI MARTIN, IN MANO A SATANA. CINQUE VITE POSSEDUTE DAL DEMONIO. Sperling & Kupfer editori. Milano 1978. Dello stesso Autore anche il Breve prontuario per l’esorcismo, più sotto riportato. Malachi Martin (1921-1999), gesuita e sacerdote esorcista irlandese, ottenne dispensa dal suo Ordine dopo e a causa delle aspre delusioni patite in seguito alle riforme conciliari e all’apparente, temporaneo trionfo del modernismo nella Chiesa. A seguire, il testo dell’esorcismo nell’originale latino tratto dal Rituale Romanum nell’edizione del 1952, emanata per autorità di S. S. Papa Pio XII di v. m. In copertina: Gesù scaccia i demoni. Miniatura. 

Matteo, Capitolo 15, Versetti 15-20


Pietro rispondendo gli disse: Spiegaci questa parabola. Ma egli disse: Anche voi siete ancora senza intelletto? Non comprendete che tutto ciò che entra nella bocca va nel ventre e va a finire nella fogna? Le cose Invece che procedono dalla bocca escono dal cuore, e queste contaminano l'uomo. Dal cuore infatti escono i pensieri cattivi, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che contaminano l'uomo. Invece mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo.

Crisostomo: Il Signore riprende Pietro non perché la sua domanda si appoggiasse su qualche dubbio, ma per lo scandalo che egli aveva provato. La folla infatti non comprese ciò che era stato detto, e i discepoli si scandalizzarono; per cui in un primo essi volevano porre domande al posto dei Farisei; però, al dire di cose tanto elevate come (v. 13): <<Ogni albero che…>>, si trattennero. Però Pietro, che era sempre focoso, non tace in tal modo; per questo il Signore lo riprende indicandone il motivo in questi termini: Non comprendete che tutto ciò che entra nella bocca va nel ventre e va a finire nella fogna?

Agostino: Dopo che gli alimenti sono dissolti, cioè hanno perso la loro forma, passano a formare il corpo, e, dissolti, prendono una forma conveniente e rinnovano i tessuti; il movimento proprio della vita distingue in certo modo gli uni dagli altri, e, per alzare l’edificio visibile del corpo, prende quelle cose che conducono a questo fine; ma ciò che non serve a tale scopo è gettato attraverso certe vie apposite, e le parti più grasse ritornano alla terra, in modo da trasformarsi di nuovo; un’altra parte è esalata dal corpo e un’altra riceve le qualità occulte di ogni animale e serve per la generazione.

giovedì 6 settembre 2018

Matteo, Capitolo 15, Versetti 12-14


Allora i suoi discepoli, avvicinandosi, gli dissero: Sai che i farisei, udite questa parole, si sono scandalizzati? Ma egli rispondendo disse: Ogni albero che non ha piantato il mio Padre celeste sarà sradicato. Lasciateli: sono ciechi e guide di ciechi; ora, se un cieco fa da guida a un altro cieco, cadono entrambi nella fossa.

Crisostomo: I Farisei, dopo aver compreso ciò che il Signore aveva appena detto, non tornarono a contradirlo, poiché rimasero completamente convinti non solo dagli argomenti che egli presentava loro, ma anche perché egli metteva in luce la loro malizia e i loro inganni. Tuttavia si scandalizzarono, non le folle, ma i Farisei.

Girolamo: Dato che con tanta frequenza la Scrittura usa la parola scandalo, conviene spiegare sia pur brevemente il significato di questa parola. Possiamo chiamare scandalo tutto ciò che provoca caduta o inciampo. Quando leggiamo dunque: Chiunque scandalizzerà, dobbiamo intendere: chiunque, attraverso le sue parole o le sue azioni, darà occasione di caduta.

Ilario: Le parole del Signore secondo cui ogni pianta non piantata dal Padre celeste sarà dalla radice ci insegnano che dobbiamo disprezzare ogni tradizione umana sotto il cui riparo si trasgrediscono i precetti della legge.

martedì 4 settembre 2018

Pdf : F. Van de Meer - Sant'Agostino Pastore di Anime


In questo libro s’illustra il concetto che ha s. Agostino del ministero pastorale, se ne indica il campo e le varie forme concrete di attività, fra cui ha una parte preminente la predicazione. Se ne studia poi lo spirito, informato alla carità e all’umiltà di Cristo, che eleva e potenzia il fondo schiettamente umano di Agostino, stabilendo una corrente di simpatia fra il pastore e il gregge. Infine si additano i doveri di quest’ultimo, consistenti nell’ossequio, nell’amore, nell’obbedienza, nell’aiuto, nella preghiera.
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