In occasione della ricorenza della festa di San Girolamo, pubblichiamo questa sua lettera sul volore della verginità.
Lo scopo del trattato è d’infondere in coloro che lo
leggeranno il desiderio della vita virtuosa. Poiché, come dice il divino
apostolo, la vita secolare è soggetta a molte distrazioni, il nostro scritto non
può fare a meno di raccomandare la vita basata sulla verginità come porta
d’ingresso ad una condotta più saggia:
per coloro che si trovano
impigliati nella vita
comune non è
facile, in effetti, attendere con
la necessaria serenità di
spirito alla vita
più divina, mentre
coloro che si
sono totalmente staccati dal
turbine della vita
secolare hanno maggiori possibilità di
dedicarsi ininterrottamente alle più alte occupazioni. L’esortazione non
riesce da sola a persuadere, e con il semplice discorso non è facile indurre o
spronare qualcuno a fare qualcosa di utile, se prima non si fa vedere la nobiltà
dello scopo a cui si esorta l’ascoltatore; per questa ragione, il nostro
discorso partendo dall’encomio della verginità termina con
l’esortazione. E poiché la bellezza
di una determinata cosa è in un certo senso posta maggiormente in risalto dal
raffronto con il suo contrario, abbiamo dovuto ricordare anche gli
aspetti sgradevoli della
vita secolare. Quindi, seguendo il metodo migliore, abbiamo
dato uno schizzo della
vita spirituale, e fatto vedere
come colui che è assorbito dai
pensieri del mondo
non possa raggiungerla.
I desideri corporei sono sopiti in
coloro che hanno rinunziato
al mondo; di
conseguenza, abbiamo cercato
di dare un
contorno preciso a quello che deve essere il vero oggetto dei
nostri desideri: proprio in vista di quest’oggetto abbiamo ricevuto dal creatore
della nostra natura la facoltà di desiderare. Una volta che l’avremo rivelato
nei limiti delle nostre possibilità, potremo anche pensare al modo di
conseguire questo bene.
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