Gesù, poi, convocati i suoi discepoli disse: Ho pietà della folla,
poiché già da tre giorni perseverano con me e non hanno da mangiare e non
voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per la via. E gli dicono i
discepoli: Dove troveremo nel deserto tanti pani da saziare una folla così
grande? Disse loro Gesù: Quanti pani avete? Dissero: Sette, e pochi pesciolini.
E comandò alla folla di sedersi per terra e prendendo i sette pani e i pesci e
rendendo grazie li spezzò e li diede ai suoi discepoli, e i discepoli li diedero
al popolo e mangiarono tutti e furono saziati. E dei pezzi avanzati portarono
via sette sporte piene. Quelli che mangiarono erano quattromila uomini oltre ai
bambini e alle donne.
Girolamo: Prima Cristo aveva eliminato le debolezze dei
malati, poi invece offre il cibo ai guariti. Riunisce anche i suoi discepoli e
parla di che cosa sta per fare; per cui si dice: Gesù, poi, convocati i suoi
discepoli disse: Ho pietà della folla. Fa questo per dare un esempio ai maestri
della necessità che hanno di comunicare ai loro inferiori e discepoli tutti i
loro progetti; oppure affinché, mediante questa conversazione, i discepoli
comprendano la grandezza del segno che sta per fare.
Crisostomo: Infatti le folle, essendo venute per la
guarigione, non osavano chiedere del pane; per questo egli stesso, amante degli
uomini e prendendosi cura di tutti, dà anche a chi non chiede: per cui dice: Ho pietà della folla. Affinché poi non
si dica che venendo avevano portato con sé le provviste, dice: poiché già da tre giorni perseverano con me
e non hanno da mangiare. Sebbene infatti, quando vennero, avessero il cibo,
tuttavia era già stato consumato tutto; e per questo fece ciò non il primo o il
secondo giorno, ma il terzo, quando tutto era stato consumato: affinché essendo
stati prima costituiti in necessità, ricevessero ciò che accadeva con un grande
desiderio.
Remigio [Rabano]: In questa lezione del Vangelo bisogna
considerare due cose: la divinità e l’umanità di Cristo; l’umanità nella
compassione che ebbe delle turbe, cosa che è propria del sentimento della
fragilità umana, e la divinità nella moltiplicazione dei pani e nella
alimentazione delle folle. Questo passo distrugge completamente l’errore di
Eutiche, il quale non ammetteva in Cristo altro che una sola natura.
Glossa [Anselmo]: E’ da considerare come il Signore prima
cura l’infermità e poi l’alimento. Fa così per significare che dobbiamo prima
far scomparire i peccati, e poi alimentare l’anima con le parole di Dio.
Remigio [Rabano]: Quelli che si correggono attraverso la
penitenza dei peccati che hanno commesso si convertono al Signore con il
pensiero, con la parola e con le opere. Il Signore non volle lasciare andare
digiuna tutta la gente perché non svenisse nel cammino; poiché i peccatori che
si convertono attraverso la penitenza periscono nel percorso di questa vita
passeggera, se vengono lasciati senza l’alimento della sacra dottrina.
Nessun commento:
Posta un commento