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giovedì 29 novembre 2018

Pdf: Concilium Tridentinum, Canones et Decreta in Italiano





Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III nel 1545 (13 dicembre), dopo diverse traslazioni e interruzioni si concluse nel 1563. Fu un Concilio che si prefisse anzitutto la tutela del dogma e la riforma della Chiesa: riforma spirituale, morale e disciplinare. Le definizioni dogmatiche riguardarono, in particolar modo, le fonti della fede, l’interpretazione della Sacra Scrittura, la dottrina sul peccato originale, sulla giustificazione e il valore dei sacramenti. Al principio protestante della sola scriptura - anarchico e individualista - il Concilio oppose come fonte della fede la Scrittura illuminata e spiegata al contempo dalla Tradizione, intesa quale testimonianza dei Padri e dei concili approvati, grazie al giudizio e al consenso costante di tutta la Chiesa, privilegiando cosí una visione ecclesiale universale. 

mercoledì 28 novembre 2018

Matteo, Capitolo 18, Versetti 7-9


Guai al mondo per gli scandali! È necessario infatti che avvengano scandali. Tuttavia guai a quell'uomo per il quale avviene lo scandalo! Se poi la tua mano o il tuo piede ti scandalizza, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, piuttosto che avendo due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te. È bene per te entrare nella vita con un occhio solo, piuttosto che avendo due occhi essere gettato nella geenna del fuoco.

Guai al mondo per gli scandali! Origene: Si intende qui per mondo non gli elementi che lo costituiscono, ma gli uomini che vivono nel mondo. Ora, i discepoli di Cristo non sono di questo mondo; di conseguenza non si può applicare ad essi il <<guai al mondo>> per gli scandali, poiché anche se vi sono al mondo molti scandali, essi non giungono a coloro che non sono di questo mondo. Però, se qualcuno è nel mondo e ama le cose del mondo, gli scandali lo raggiungono in tutte quelle cose del mondo con cui si mescola.

È necessario infatti che avvengano scandali. Origene: Gli scandali che devono venire sono gli angeli di Satana. Tuttavia non pensare che essi siano scandalo o per natura o per la loro sostanza, ma che il loro libero arbitrio in alcuni ha generato lo scandalo, non volendo subire la fatica della virtù. Ora, non può esistere un vero bene senza che sia combattuto dal male. Così dunque è necessario che vengano gli scandali, come è anche necessario che noi soffriamo la malizia degli spiriti celesti, tanto più irritati quanto più sta fra gli uomini il Verbo di Dio, e allontana da essi le ispirazioni cattive. Essi cercano i mezzi per meglio scandalizzare, e su questi c’è un maggiore guaio: infatti sarà molto peggio per colui che scandalizza che per colui che è scandalizzato; per cui segue: Tuttavia guai a quell'uomo per il quale avviene lo scandalo!

Rabano: La parola <<scandalo>> è greca, e possiamo tradurla con inciampo, caduta o urto del piede. Di conseguenza colui che dà al suo fratello occasione di cadere, o con le sue parole o con le sue azioni, lo scandalizza.

martedì 27 novembre 2018

Matteo, Capitolo 18, Versetti 1-6


In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: Chi ritieni che sia il più grande nel regno dei cieli? E Gesù chiamato un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: In verità vi dico che se non vi convertirete e non diverrete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un tale bambino in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e venga immerso nel profondo del mare.

Origene: Dobbiamo imitare i discepoli se qualche volta dubitiamo e non troviamo la risoluzione del dubbio, avvicinandoci tranquillamente a Gesù, che ha il potere di illuminare i cuori degli uomini e spiegare loro qualsiasi tipo di questione. Interroghiamo anche qualcuno dei dottori che sono preposti nella Chiesa. I discepoli sapevano, facendo questa domanda, che nel regno dei cieli non tutti i santi sono uguali, però desiderano sapere in che maniera si arriva a essere il più grande, e per quale cammino si discendeva fino a essere il minore. O anche, attraverso quanto il Signore aveva detto in precedenza, sapevano chi era grande e chi il minore, però non comprendevano chi sarebbe stato il maggiore tra molti che erano grandi.

E Gesù, chiamato un bambino, lo pose in mezzo a loro. Crisostomo: Mi pare che abbia posto nel mezzo un bambino molto piccolo, ancora privo di ogni passione. Girolamo: In Modo da trovare in lui sia l’età, sia la figura dell’innocenza. O Anche, il Signore stesso si presentò in mezzo ad essi come un bambino per dimostrare loro che non era venuto per essere servito, ma per servire, e dare loro un esempio di umiltà. Altri intendono nella parola bambino lo Spirito Santo, che il Signore pose nel cuore dei suoi discepoli per cambiare il loro orgoglio in umiltà.
Segue: e disse: In verità vi dico che se non vi convertirete e non diverrete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli. Non comanda agli Apostoli di avere l’età dei bambini, ma l’innocenza; e ciò che quelli possiedono a motivo degli anni, essi lo posseggano con il loro impegno; in modo da essere bambini nella malizia, ma non nella sapienza; come se dicesse: come questo bambino che vi propongo quale esempio non è tenace nella collera, dimentica il male che gli si è fatto, non si diletta nel vedere una bella donna, non pensa una cosa e ne dice un’altra, così voi, se non avrete questa innocenza  e questa purezza di anima, non potrete entrare nel regno dei cieli.

Segue: E chi accoglierà un tale bambino in nome mio, accoglie me. Crisostomo: Come se dicesse: non solamente una ricompensa se vi farete come questo bambino; ma se onorerete per me tutti quelli che si fanno simili a un bambino, determinerò per voi, come ricompensa per l’onore che gli avete dato, il regno dei cieli. Anzi, pone ciò che è molto più grande, dicendo: accoglie me. Poi il Signore rese più accettabili le sue parole parlando loro del castigo. Per questo continua: Chi invece scandalizzerà uno di questi piccoli…, il che equivale a dire: come hanno una ricompensa quelli che per me onorano questi, così anche avranno i più terribili castighi quelli che li disonorano. E non meravigliarti se chiamo scandalo il disprezzo, poiché molti pusillanimi si scandalizzano per i disprezzi che ricevono.

lunedì 19 novembre 2018

Dizionario Biblico

Diretto da Francesco Spadafora
 Ordinario di Esegesi nella Pontificia Università del Laterano
STUDIUM 1963

venerdì 16 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 24-27


Ed essendo venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro coloro che ricevevano le due dramme e gli dissero: Il vostro maestro non paga le due dramme? Disse: Sì. Ed essendo entrato in casa, Gesù lo prevenne: Che ti pare, Simone: i della terra da chi ricevano il tributo o la tassa? Dai figli o dagli estranei? Ed egli disse: Dagli estranei. Disse loro Gesù: Quindi i figli sono esenti. Ma per non scandalizzarli, va al mare e getta l'amo, prendi quel pesce che per primo salirà e apertagli la bocca vi troverai uno statere: prendilo e dallo per te e per me.

Ilario: Si chiede al Signore che paghi le due dramme, cioè due denari. La legge imponeva questa imposta a tutto Israele per la redenzione del corpo e della anima, e in modo da sostenere i ministri del tempio.

Girolamo: Dopo Cesare Augusto la giudea divenne tributaria. Tutti erano obbligati a censirsi: di qui il fatto che Giuseppe e Maria, che erano della stessa tribù, dovettero andare a Betlemme; e dato che il Signore era vissuto a Nazaret, luogo della Galilea confinante con Cafarnao, per questo gli chiese il tributo. Quelli che esigevano il tributo non si azzardavano a chiederlo a Cristo a causa della fama dei suoi miracoli; per questo si rivolgono al discepolo.

Girolamo: I tribuni fanno la domanda la domanda con malizia, se Cristo pagava le imposte oppure si opponeva alla volontà di Cesare.

giovedì 15 novembre 2018

Libri in Pdf: don Giuseppe Ricciotti - Vita di Gesù Cristo


Giuseppe Ricciotti (1890-1964) fu abate dei Canonici Regolari Lateranensi, storico del cristianesimo, orientalista, docente di storia del cristianesimo, autore di versioni critiche e traduzioni di testi biblici e siriaci. L'opera rappresenta uno tra i più importanti trattati sulla vita di Gesù Cristo fornendo una ampia e chiarissima visione del periodo storico e sociale.
Ad oltre sessant'anni dalla sua apparizione, questo saggio è un "classico" da leggere e da tenere poi a portata di mano accanto ai Vangeli.


 ☩︎

INDICE

PREFAZIONE
LE FONTI
FONTI CRISTIANE
LA CRONOLOGIA DELLA VITA DI GESÙ
L'ASPETTO FISICO DI GESÙ
LE INTERPRETAZIONI RAZIONALISTE DELLA VITA DI GESÙ
LA VITA PRIVATA
DALL'INIZIO DELLA VITA PUBBLICA FINO ALLA PRIMA PASQUA
DALLA PRIMA PASQUA FINO ALLA SECONDA
LA GIORNATA DELLE PARABOLE
DALLA SECONDA PASQUAFINO ALL'ULTIMA FESTA DEI TABERNACOLI
DALL'ULTIMA FESTA DEI TABERNACOLI FINO ALL'ULTIMA FESTA DELLA DEDICAZIONE
DALL'ULTIMA FESTA DELLA DEDICAZIONE FINO ALL'ULTIMO VIAGGIO LUNGO LA GIUDEA
DALL’ULTIMO VIAGGIO LUNGO LA GIUDEA FINO ALLA SETTIMANA DI PASSIONE
LA SETTIMANA DI PASSIONE. LA DOMENICA E IL LUNEDÌ
LA SETTIMANA DI PASSIONE. IL MARTEDÌ E IL MERCOLEDÌ
LA SETTIMANA DI PASSIONE, IL GIOVEDÌ
LA SETTIMANA DI PASSIONE. IL VENERDÌ
LA SECONDA VITA
SGUARDO RETROSPETTIVO

mercoledì 14 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 22-23



Mentre si trovavano in Galilea, Gesù disse loro: Il Figlio dell'uomo deve essere consegnato nelle mani degli uomini, e lo uccideranno, e il terzo giorno risorgerà. Ed essi furono molto rattristati.

Remigio: Il Signore predisse spesso ai discepoli i misteri della sua passione, in modo che quando fossero accaduti li sopportassero tanto più lievemente quanto più li avessero conosciuti in antecedenza, e per questo qui si dice: Mentre si trovavano in Galilea, Gesù disse loro: Il Figlio dell'uomo deve essere consegnato nelle mani degli uomini, e lo uccideranno.

Girolamo: Sempre poi mescola le cose tristi a quelle liete: se infatti lì rattrista poiché deve essere ucciso, li deve rallegrare ciò che viene aggiunto: e il terzo giorno risorgerà.

Origene: Precidendo il Signore queste cose, i discepoli furono rattristati; per cui segue: E furono molto rattristati, non considerando ciò che aveva detto: e il terzo giorno risorgerà, e nemmeno chi fosse colui al quale bastava un tempo di tre giorni per distruggere la morte.

martedì 13 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 19-21


Allora i discepoli si accostarono a Gesù in disparte e dissero: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo? Disse loro Gesù: Per la vostra mancanza di fede. In verità vi dico: se avrete fede pari quanto un granello di senapa direte a questo monte: Spostati da qui a là, e si sposterà; e nulla vi sarà impossibile. Ma questo genere di demoni non viene scacciato se non con la preghiera e il digiuno.

Crisostomo: I discepoli avevano ricevuto il potere sopra gli spiriti immondi; e poiché non avevano potuto guarire l’indemoniato presentato loro, sembra che venissero a dubitare di aver perso la grazia che era stata loro concessa; quindi dice: Allora i discepoli si accostarono a Gesù in disparte e dissero: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo? Lo interrogarono a parte non per vergogna, ma perché si trattava di una cosa ineffabile e grande.
Segue: Per la vostra mancanza di fede.

Girolamo: Questo è ciò che dice il Signore in un altro luogo (Gv 15, 16): <<Qualunque cosa chiederete nel mio nome, credendo la otterrete>>. Quindi tutte le volte che non riceviamo, non è per l’impotenza di chi dà, ma per colpa di chi chiede.

Origene: Si compara la fede con il grano di senapa poiché è disprezzata dagli uomini che sogliono guardarla come cosa vile e di scarsa importanza. E quando questo seme ha raggiunto un’anima buona quale terra, diventa un albero grande. Però fra tutti i mali l’infermità del lunatico è tanto grande e tanto difficile da curare che è paragonata a una montagna, e non può essere estirpata se non dalla fede integra di chi vuole risanare sofferenze di questo genere.

lunedì 12 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 14-18


E giunto alla folla gli si avvicinò un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: Signore, abbi pietà di mio figlio, poiché è lunatico e soffre molto; cade infatti spesso nel fuoco e frequentemente nell'acqua. L'ho portato ai tuoi discepoli, ma non hanno potuto curarlo. Gesù rispondendo disse: O generazione incredula e perversa, fino a quando starò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatemelo qui. E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.

Origene: […] poiché è lunatico e soffre molto. I medici dicono quello che vogliono in questo punto. Pretendono che questa malattia non si il risultato di uno spirito impuro, ma l’effetto degli umori, messi nella testa di coloro che hanno la natura umida per un influsso della luna.  Ma noi che crediamo nel Vangelo diciamo che lo spirito impuro è colui che produce nelle anime questo patimento. Egli osserva infatti certe fasi della luna, e in conformità ad esse opera in maniera che pone in armonia con esse i patimenti dell’uomo, e getta il male sopra le creature di Dio. In questa maniera altri demoni pongono insidie agli uomini secondo certi segnali dalle stelle, e fanno loro credere che l’iniquità scenda dalle altezze del cielo. Per questo chiamano benefiche alcune stelle e malefiche altre, pur non avendo fatto Dio nessuna stella cattiva o causa di male.

Girolamo: Con le parole: L'ho portato ai tuoi discepoli, ma non hanno potuto curarlo, accusa apertamente gli Apostoli, sebbene molte volte l’impossibilità di guarire dipende non dall’incapacità di coloro che curano, ma dalla poca fede in quelli che devono essere curati.

Remigio: Bisogna sapere che il Signore non aveva cominciato solo allora a subire l’ingiustizia dei Giudei, ma anche da molto tempo prima; per questo dice qui: Fino a quando vi sopporterò?, come se dicesse: poiché da lungo tempo ho cominciato a subire le vostre ingiustizie, per questo siete indegni della mia presenza.

venerdì 9 novembre 2018

Libro in Pdf - I Padri Cappadoci


Con l'espressione "Padri Cappadoci" - ovvero Basilio, Gregorio di Nissa, Gregorio Nazianzieno, Amfilochio di Iconio e Evagrio Pontico - si indica un gruppo di Padri della Chiesa vissuti in Cappadocia nel IV secolo. Furono teologi, asceti, vescovi, stretti da vicendevole amicizia e, pur nelle differenziazioni individuali, uniti negli intenti, quali l'organizzazione della Chiesa, una ben precisa definizione del dogma trinitario (che riuscirono a sancire mediante una decisione ufficiale da essi stessi per più aspetti influenzata nel concilio di Costantinopoli del 381), la diffusione e l'attuazione della vita monastica; furono uniti anche dalla loro formazione culturale, sostanzialmente uniforme in tutti. L'autore presenta la vita, le opere e il pensiero dei Padri Cappadoci evidenziandone lo straordinario contributo alla vita della Chiesa e alla definizione della sua dottrina. 

giovedì 8 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 10-13


E i discepoli lo interrogarono dicendo: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? Ma egli rispondendo disse loro: Elia certamente verrà e ricostruirà ogni cosa. Ma vi dico che Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto, ma gli hanno fatto tutto ciò che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà patire da parte di essi. Allora i discepoli compresero che egli aveva parlato loro di Giovanni Battista.

Girolamo: La tradizione dei Giudei, fondata sul Profeta Malachia, diceva che Elia deve precedere la venuta del Signore, ricondurre il cuore dei padri verso i figli e quello dei figli verso i padri, e ristabilire tutte le cose nel loro stato primitivo. I discepoli, in vista di ciò, credono che questa trasformazione gloriosa sia precisamente quella che avevano appena visto sul monte. Per questo si dice: E i discepoli lo interrogarono dicendo: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?, come se dicessero: se sei già venuto nella gloria, perché il tuo precursore non appare? E dicono questo soprattutto poiché avevano visto che Elia si era allontanato.

Crisostomo: Però i Discepoli non conoscevano dalle Scritture questa venuta di Elia, ma perché l’avevano udita dagli Scribi, e questo detto correva tra il popolo ignorante, come altre cose che erano in relazione con la venuta di Cristo. Ma gli Scribi non interpretavano come conveniva tutto ciò che era relativo alla venuta di Cristo e di Elia. Le Scritture parlano di due venute di Cristo: quella che ha già avuto luogo e quella che si realizzerà in seguito. Però gli Scribi, per ingannare il popolo, non parlavano che di una sola venuta, e sostenevano che se Gesù era il Cristo doveva essere proceduto da Elia. Cristo risolve questa difficoltà dei discepoli con queste parole: Ma egli rispondendo disse loro: Elia certamente verrà e ricostruirà ogni cosa. Ma vi dico che Elia è già venuto. Non crediate che il Signore si sia sbagliato dicendo alcune volte che Elia verrà, e altre che sia già venuto. Quando infatti dice che Elia verrà e ricostituirà tutte le cose, parla dello stesso Elia nella sua propria persona. Egli ristabilirà tutte le cose correggendo l’incredulità dei Giudei che allora troverà. Questo è precisamente convertire il cuore dei padri verso i figli, cioè quello dei Giudei verso gli Apostoli.

martedì 6 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 5-9


Mentre stava ancora parlando, ecco che una nube luminosa li coprì. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questo è il mio Figlio mio diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo. All'udire ciò i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. E Gesù si avvicinò e li toccò e disse loro: Alzatevi e non temete. Sollevando poi gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. E discendendo dal monte Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti.

Origene: La nube luminosa che attornia i santi è la virtù del Padre, o forse lo Spirito Santo; e dirò anche che nostro Signore è la nube luminosa che copre il Vangelo, la legge e i Profeti. Così intendono coloro che possono vedere la luce in essi.

Crisostomo: Non parlano Mosè ed Elia, ma il Padre che sta sopra di essi fa uscire la sua voce dalla nube, in modo che i discepoli credano che questa voce viene da Dio. Dio è sempre solito apparire in una nube, secondo le parole (Sal 96,2): <<La nube e l’oscurità intorno a lui>>; e questo è ciò che si dice nelle parole: Ed ecco una voce dalla nube.

Crisostomo: Non temere dunque, o Pietro. Se infatti Dio è potente, è manifesto che anche il Figlio è potente; se poi è amato, non temere: nessuno infatti tradisce colui che ama, né tu lo puoi amare tanto quanto lo ama suo Padre. Questi lo ama non soltanto perché lo ha generato, ma poiché non ha che un’unica volontà con lui. Segue infatti: nel quale mi sono compiaciuto; come se dicesse: nel quale riposo, che accetto, poiché esegue con diligenza tutte le cose che sono del Padre, ed è unica la sua volontà con quella del Padre; per cui, anche se vuole che sia crocifisso, non contraddirlo.

lunedì 5 novembre 2018

Articoli su San Carlo Borromeo


Oggi celebriamo la Festa di San Carlo Borromeo.

Nel mio vecchio PC ho trovato quattro interessantissimi articoli, scritti da Don Gianluigi Panzeri, che parlano della sontuosa figura di questo Vescovo. Questi articoli sono stati pubblicati da alcune riviste cattoliche.

Gli articoli sono raccolti in un unico file in pdf.


”Carlo Borromeo e la figura ideale del vescovo della Chiesa tridentina”
La Scuola Cattolica, 124 (1996) 5, 685-731

“Irraggiamento europeo dell’episcopato milanese di Carlo Borromeo. Il caso della Francia”
Terra Ambrosiana, 37 (1996) 4, 49-58

“San Carlo, compatrono della nostra diocesi con Sant’Ambrogio, ci parla del suo grande predecessore”
Terra Ambrosiana 39 (1998) 1, 60-65

“I discorsi di San Carlo al clero nell’undicesimo sinodo diocesano (1584)”
Civiltà Ambrosiana, 11 (1994) 5, 348 – 352

venerdì 2 novembre 2018

Matteo, Capitolo 17, Versetti 1-4


Dopo sei giorni Gesù prese Pietro e Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte; e fu trasfigurato davanti a loro e il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche come la neve. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che parlavano con lui. Pietro rispondendo disse a Gesù: Signore, è bene per noi stare qui; se vuoi, facciamo qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia.

Crisostomo: Il Signore aspetta che passino sei giorni, e non porta immediatamente i suoi discepoli alla montagna affinché gli altri non abbiano alcun sentimento umano di invidia; oppure perché, riempiti con questo maggiore spazio di tempo di un più forte desiderio, coloro che dovevano esseri presi si accostassero con una mente sollecita.

Crisostomo: Egli prese questi tre discepoli poiché erano quelli che occupavano i ter posti più elevati. E vedi come Matteo non occulta questa preferenza dei tre discepoli, e nemmeno Giovanni, che fa menzione delle principali lodi di Pietro. Gli Apostoli non conoscevano né l’emulazione né la vanagloria.

Segue: e fu trasfigurato davanti a loro. Girolamo: Infatti apparve agli Apostoli tale equale sarà al tempo del giudizio. Nessuno però pensi che abbia perso la forma e l’aspetto di prima, o abbia lasciato la verità del corpo e assunto un corpo spirituale o aereo; ma l’Evangelista mostra come fu trasfigurato dicendo: e il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero bianche come la neve. Dove si mostra lo splendore del volto e si descrive il candore delle vesti non si toglie la sostanza, ma si muta la gloria. Certamente il Signore fu trasformato in quella gloria con la quale poi verrà nel suo regno. La trasformazione aggiunse lo splendore, non sottrasse l’aspetto, come se fosse un corpo spirituale: per cui furono mutate anche le vesti, che divennero così candide che, come dice un altro Evangelista, nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche; ciò però è corporale e soggiace al tatto, non è spirituale e aereo, così da ingannare gli occhi e apparire solo nella fantasia.
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