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domenica 21 agosto 2022

Matteo, Capitolo 28, Versetti 16-20

Gli undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro fissato, e vedendolo lo adorarono, però alcuni dubitavano. E Gesù avvicinatosi parlò loro dicendo: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra; andando dunque istruite tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Beda: Dopo che Matteo ha asserito la risurrezione del Signore annunciata dall'Angelo, riferisce anche la visione del Signore avuta dai discepoli, dicendo: Gli undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro fissato: infatti, quando il Signore stava per partire, aveva detto ai suoi discepoli (26, 32): «Dopo che sarò risorto vi precederò in Galilea». E l'Angelo disse anche alle donne (Mc 16, 7): «Dite ai suoi discepoli che lì precederà in Galilea». Per questo l'obbedienza dei discepoli si sottomette alla missione del Maestro. Giustamente poi undici discepoli vennero ad adorare il Maestro: uno infatti era già perito, avendo tradito il suo Signore e Maestro.

Segue: e vedendolo lo adorarono, però alcuni dubitavano. Remigio [Rabano]: Ciò è manifestato più pienamente dell'Evangelista Luca: riferisce infatti che, essendo il Signore risorto dai morti apparso ai discepoli, essi furono conturbati e atteriti, credendo di vedere un fantasma.

Rabano [Beda]: Il Signore certamente apparve loro sul monte, per mostrare che nascendo aveva assunto un corpo dalla terra comune del genere umano, ma risorgendo lo aveva già sollevato sopra tutte le realtà terrene; e per ammonire i fedeli che se li desiderano vedere l'altezza della sua risurrezione, qui devono impegnarsi a passare dai piaceri infimi ai desideri superni. Ma Gesù precede i suoi discepoli in Galilea, poiché Cristo è risorto dai morti come primizia dei dormienti. Lo seguono poi quelli che sono di Cristo, e nel loro ordine trasmigrano dalla morte alla vita, contemplando la divinità nella sua propria specie: e da qui è conveniente che Galilea venga interpretata come rivelazione.

Remigio [Rabano]: Poiché dunque il Salmista dice del Signore risorto (Ps 8, 7): «L'hai costituito sopra l'opera delle tue mani», questo dice il Signore oggi: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. E qui bisogna sapere che prima che il Signore risorgesse dai morti, gli Angeli sapevano di essere soggetti all'uomo Cristo. Volendo dunque Cristo che fosse noto anche agli uomini che gli era stato dato ogni potere in cielo e in terra, mandò i predicatori a predicare la parola di vita a tutte le nazioni.

Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Didimo: Sebbene poi, possa esistere qualcuno, per così dire, col cuore di pietra, e del tutto alieno di mente, che cerchi di battezzare eliminando uno di questi nomi, essendo cioè contrario a Cristo legislatore, tuttavia battezzerà senza perfezione, anzi, non potrà in alcun modo liberare dai peccati coloro che riterrà da lui battezzati. Da queste cose infatti si deduce quanto sia invisa la sostanza della Trinità, e il Padre sia veramente Padre del Figlio, e il figlio veramente Figlio del Padre, e lo Spirito Santo veramente lo Spirito del Padre e del figlio di Dio, e inoltre della sapienza e della verità, cioè del Figlio di Dio. Questa è la salvezza dei credenti, e l'economia dell'insegnamento ecclesiastico si compie in questa Trinità.

Crisostomo: Ricorda loro anche la fine, per attrarli maggiormente, e perché non guardino soltanto alle cose presenti, ma anche ai beni futuri, e che rimarranno sempre; come se dicesse: la tristezza che soffrite si consumerà con la vita presente, e tutto il secolo si consumerà; ma i beni di cui godrete rimarranno per sempre.

Leone: Chi infatti è asceso al cielo non abbandona gli adottati, ed egli stesso incoraggia quaggiù alla pazienza e invita lassù alla gloria; della quale gloria ci renda partecipi lo stesso Cristo re della gloria, che è Dio benedetto nei secoli. Amen.

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