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mercoledì 27 luglio 2022

Santa Natalia e Compagni


Nell'VIII secolo, i cristiani spagnoli erano trattati con tolleranza dai loro dominatori musulmani, a meno the non tentassero di convertire qualcuno dall'islam o lo attaccassero apertamente. Quando Cordova divenne un emirato indipendente, i suoi emiri Abdur Rahman I e Maometto I iniziarono una persecuzione molto più energica, e tra le vittime vi fu Aurelio, figlio di un musulmano e di una spagnola.

Cresciuto nella fede cristiana, aveva convertito sua moglie Sabigoto, per metà d'origine musulmana, che aveva cambiato il suo nome in Natalia al momento del battesimo; i due sposi, tuttavia, apparentemente si uniformavano alle regole islamiche, pur continuando a professare il cristianesimo segretamente.

Un giorno Aurelio vide picchiare pubblicamente un mercante cristiano per avere affermato che l'islam era una falsa religione, fatto che lo spinse a riflettere sulla sua codardia nel nascondere la sua vera fede religiosa.

Non fu facile decidere il da farsi, poiché aveva due figli piccoli, e perciò, con Natalia, consultò S. Eulogio (11 mar.), un sacerdote conosciuto in città per aver contribuito molto a incoraggiare i cristiani del luogo a non convertirsi, morto come martire qualche anno dopo; egli consigliò loro di provvedere adeguatamente ai figli, materialmente e spiritualmente, e ammettere apertamente la loro fede cristiana.

Aurelio e Natalia affidarono i figli alle cure di Isabella, vedova di un martire cristiano, poi cominciarono a far visita ai prigionieri cristiani in città.

Si unì a loro Felice, un parente di Aurelio, che aveva accettato l'islam, ma si era riconvertito al cristianesimo, assieme alla moglie Liliosa, che era rimasta fedele a Cristo. Quando le SS. Flora e Maria (24 nov.) furono giustiziate perché cristiane, Natalia e Liliosa diventarono ancora più esplicite nel dichiarare la loro fede, recandosi nelle chiese della città a volto scoperto. I quattro, assieme a un certo numero di cristiani, furono arrestati mentre partecipavano alla Messa in casa di Aurelio, accusati d'apostasia nei confronti dell'islam, e condannati a morte.

Un monaco di nome Giorgio, che si era recato a Cordova per cercare donazioni per il monastero di S. Saba, vicino a Gerusalemme, fu arrestato insieme a loro, e quando il tribunale decise di rilasciarlo perché straniero, attaccò apertamente l'islam e fu giustiziato con il resto del gruppo nell'852.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Giorgio, diacono e monaco siro, Aurelio e Sabigoto (Natalia), coniugi, e Felice e Liliosa, ugualmente coniugi, che durante la persecuzione dei Mori, mossi dal desiderio di testimoniare la fede in Cristo, gettati in carcere non cessarono mai di lodare Cristo e morirono, infine, decapitati.

 

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