LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

lunedì 28 gennaio 2019

Matteo, Capitolo 20, Versetti 1-16


Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata operai per la sua vigna. Accordatosi con loro per un danaro al giorno, li mandò nella sua vigna. E uscito verso l’ora terza ne vide altri che stavano sulla piazza ozioso e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna, e vi darò quello che è giusto. Ed essi andarono. Di nuovo uscì verso l’ora sesta e nona e fece lo stesso. Uscito verso l’undicesima ora trovò ancora degli altri che stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli dicono: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Dice loro: Andate anche voi nella mia vigna. Venuta la sera, il padrone della vigna dice al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga cominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti dunque quelli dell’undicesima ora ricevettero ciascuno un danaro. Venuti poi anche i primi, pensarono di ricevere di più, ma ricevettero anch’essi un danaro ciascuno. E ricevendolo mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo? Ma egli rispondendo a uno di loro disse: Amico, io non ti faccio torto; non hai forse convenuto con me per un danaro? Prendi il tuo e va’. Ma voglio dare anche a quest'ultimo come anche a te. O non mi è lecito fare quello che voglio? O il tuo occhio è cattivo poiché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi: molti infatti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.

Crisostomo: Il padrone di casa è Cristo, per il quale il cielo e la terra sono come una casa sola; la famiglia invece consiste nelle creature celesti, terrene e inferiori. La sua vigna poi è la giustizia, nella quale si trovano tutte le classi di giustizia come piante distinte di una stessa vigna: per esempio la mansuetudine, la carità, la pazienza e le altri virtù, che vengono generalmente chiamate tutte giustizia. I coltivatori di questa vigna sono gli uomini, per cui si dice che uscì all'alba per prendere a giornata operai per la sua vigna. Dio infatti ha dato la giustizia alle nostre facoltà non per sua utilità, ma per la nostra. Sappiate dunque che noi siamo contrattati come giornalieri, e come nessuno porta nella sua vigna il mercenario per l’unico scopo di mangiare, così anche noi siamo stati chiamati da Cristo al lavoro non solo perché esercitiamo la nostra attività personale, ma per la maggiore gloria di Dio; e come il mercenario si occupa in primo luogo del suo lavoro e poi dell’alimentazione giornaliera, così anche noi dobbiamo occuparci innanzitutto di ciò che si riferisce alla gloria di Dio e dopo di ciò che concerne la nostra utilità. E come il mercenario impiega tutto il giorno nelle opere del suo Signore, e consacra solo un’ora per la sua alimentazione, così anche noi dobbiamo impiegare tutto il tempo della nostra vita nella gloria di Dio, e non concedere se no un po' di tempo alle nostre necessità temporali. E come il mercenario si vergogna di entrare nella casa del suo Signore e di chiederli il pane il giorno in cui non lavora, come non sei confuso tu di entrare nella Chiesa e stare davanti a Dio il giorno in cui non hai fatto un’opera buona?

Remigio [Rabano]: Il danaro era una moneta che valeva anticamente dieci assi, e che aveva l’effige del re. Con ragione dunque in questo passo il danaro rappresenta la ricompensa per l’osservanza del decalogo. Per questo il Signore dice in una maniera significativa: Accordatosi per un danaro al giorno. Infatti nella Chiesa tutti lavorano per la speranza della ricompensa di una rimunerazione futura.

Crisostomo: Oziosi sono i peccatori, che sono detti infatti morti. Ora, è ozioso chi non compie l’opera di Dio. Voi dunque non essere ozioso? Non prendere le cose altrui e dà delle tue, e hai operato nella vigna del Signore, coltivando la vite della misericordia. Segue: e disse loro: andate anche voi nella mia vigna. Nota che solo con i primi ha convenuto specialmente di dare un danaro, mentre stabilisce con gli altri un prezzo indeterminato, dicendo: e vi darò quello che è giusto. Sapendo infatti il Signore che Adamo avrebbe prevaricato, e tutti poi sarebbero morti nel diluvio, stabilì con lui un patto certo affinché non avesse a dire un giorno che aveva trascurato la sua giustizia poiché non sapeva quali premi avrebbe ricevuto. Con questi invece non stabilì un patto, poiché era pronto a retribuire tanti quanto i mercenari non speravano di ricevere.

Origene: Oppure gli operai della terza ora non li invitò a tutta l’opera, e si riservò di dare a essi la ricompensa giusta solo dopo aver visto quanto avevano lavorato. Potevano infatti fare nella sua vigna un’opera pari a quelli del primo mattino, dispiegando in poco tempo un’energia di lavoro che compensasse la mancanza di lavoro nella mattinata.

Gregorio: L’undicesima ora è invece dalla venuta del Signore sino alla fine del mondo. Il lavoratore della mattina, e della terza, della sesta e della nona ora è il popolo giudeo, che per la sua elezione non cessa di lavorare nella vigna del Signore dal principio del mondo, cercando di onorare Dio con la rettitudine della sua fede. All’undicesima invece vengono chiamati i Gentili; per cui segue: Uscito verso l’undicesima ora trovò ancora degli altri che stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Infatti quelli che, passato un così lungo periodo di tempo, avevano trascurato di lavorare per la loro vita, se ne stavano quasi tutto il giorno oziosi. Ma pensate che cosa rispondono quando vengono interrogati; segue infatti: Gli dicono: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Effettivamente nessun Patriarca e nessun Profeta si era avvicinato ad essi. E che cosa significa l’espressione: nessuno ci ha presi a giornata, se non che nessuno ci ha predicato la via della vita?

Gregorio: Lo stesso denaro, che con tanto desiderio continuavano a sperare tutti, lo ricevono quelli che lavorano dall’ora undicesima come quelli che lavorano dalla prima ora, poiché la stessa ricompensa, quella della vita eterna, la raggiungono quelli che furono chiamati dal principio del mondo come quelli che verranno a Dio fino alla fine del mondo.

Crisostomo: Non si dolevano come se fossero defraudati della loro ricompensa, ma perché quelli avevano ricevuto più di quanto meritavano. Così infatti si dolgono gli invidiosi quando si aggiunge qualcosa a un altro, come se fosse sottratto a loro. Dal che risulta chiaro che l’invidia nasce dalla vanagloria: infatti uno si duole di essere secondo poiché desidera essere primo; per questo rimuove il moto dell’invidia dicendo: non hai forse convenuto con me per un danaro?

Girolamo: Il danaro ha la figura del re. Hai ricevuto dunque la ricompensa che ti aveva promesso, cioè la mia immagine e somiglianza: che cosa chiedi di più? Tu non desideri ricevere di più, ma che un altro non riceva niente.

Agostino: Poiché la vita eterna sarà allo stesso modo uguale per tutti i santi, a tutti fu attribuito un danaro, che è la ricompensa di tutti; ma poiché nella vita eterna brilleranno distintamente le luci dei meriti, presso il Padre vi sono molte dimore; il danaro che è lo stesso per tutti significa che tutti vivranno lo stesso tempo nel cielo, e la differenza delle dimore indica la gloria distinta dei santi.

O il tuo occhio è cattivo poiché io sono buono? Remigio: L’occhio significa l’intenzione. I Giudei ebbero un occhio cattivo, cioè un’intenzione perversa, poiché avevano invidia della salvezza dei Gentili. Le parole del Signore: Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi, ci fanno comprendere lo scopo che si propose il Signore in questa parabola, cioè manifestare il transito dei Giudei dal capo alla coda, e il transito nostro dalla coda al capo.

Gregorio: Molti vengono alla fede, però pochi sono coloro che giungono al regno dei cieli, poiché sono molti quelli che seguono Dio con le labbra e fuggono da lui con il loro comportamento. Da tutto ciò possiamo trarre due conseguenze: primo, che nessuno deve presumere di se stesso, poiché, benché uno sia stato chiamato alla fede, non sa se sarà eletto per il regno; secondo, che nessuno deve non aver fiducia nella salvezza del prossimo, benché veda che è affogato nel vizio, poiché tutti ignoriamo i tesori della misericordia di Dio.

Gregorio: Coloro dunque che fino all’ultima età hanno trascurato di vivere per Dio sono rimasti oziosi fino all’undicesima ora, e tuttavia il padrone di casa li chiama, e molte volte li ricompensa per primi, poiché muoiono e vanno al regno prima di coloro che sono chiamati dai primi anni della loro infanzia.

Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online