Il tempo dell’avvento apre
l’esistenza umana alla speranza. L’umanità attende, spera che
avvenga qualcosa, un cambiamento, una risposta, un dono. Ma il
contenuto di ciò che noi attendiamo è Dio: così il tempo d’avvento
ci apre alla speranza teologale perché Dio stesso si fa nostro dono,
dono per noi.
Riconoscere in Cristo Dio venuto nella
carne: questa è la fede. E questa è la dimensione che ci viene
aperta dai sermoni per la vigilia di Natale.
Fede speranza
carità sono come la corda a tre capi che lega l’uomo a Dio, la
persona al suo creatore.
Non solo ogni insieme di trattati è un discorso completo ma ogni trattato, se è ben fatto, visto, rivisto e corretto come Bernardo ama fare è nel suo piccolo un completo vademecum del pellegrinaggio della fede.
I sermoni dedicati al mistero dell’Incarnazione sono molti: sette e uno dei Vari per l’Avvento sei per la Vigilia della Natività, cinque per Natale, tre sulla Circoncisione (due sul mistero nascosto nel Nome di Gesù e uno sulla circoncisione spirituale (= conversione) e un gruppo di dodici sermoni sull’Epifania che concludono e completano il ciclo di Natale.
I primi tra questi dell’Epifania, sono centrati sul mistero della manifestazione di Dio in Cristo.
Gli altri narrano questa manifestazione come fuoco che si accende o una luce che si comunica, dai Magi (ai pagani), al Battesimo (ai Giudei), alle nozze di Cana (ai discepoli) e proseguono poi fino alle le conseguenze di questa manifestazione: la conversione di san Paolo, due sermoni su san Vittore, un santo dell’ambiente monastico medioevale della Francia. Il culmine della luce e del fuoco sono i tre sermoni sulla Purificazione che chiudono il ciclo dei sermoni sulla Natività dove la persona umana è simbolicamente rappresentata dal cero acceso che si offre completamente a Cristo….
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