Nato a Spoleto, grande e bella città dell'Umbria, il
28 agosto 1795, trascorse la fanciullezza e la gioventù nell'innocenza,
nell'apostolato fra i coetanei, suscitando l'ammirazione dei genitori e
degli insegnanti. Divenuto sacerdote nel 1818, sentì parlare del grande
missionario S. Gaspare Del Bufalo e volle incontrarlo a S. Felice di
Giano Umbro, dove questi aveva fondato nel 1815 la Congregazione dei
Missionari del Preziosissimo Sangue.
Il colloquio
con il santo romano fu decisivo per don Giovanni. Si unì alla sua
Congregazione e ne divenne la fiaccola più ardente.
Percorse
le vie dell' Italia per richiamare il popolo all'amore paterno di Dio,
alla concordia, alla pace, dopo le terribili prove delle rivoluzioni,
del brigantaggio e delle guerre.
Dopo aver sentito le parole di don Giovanni, numerosi peccatori, settari e ladri si convertirono.
La sua devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù e alla Madonna, era tale che, al solo parlarne si commuoveva fino alle lacrime.
In
loro onore eresse altari e importanti chiese, di cui progettò e diresse
i lavori unendosi spesso agli operai per guidarli e aiutarli.
Ebbe
in modo singolare il dono di dirigere le anime. Il frutto più splendido
di tale ministero fu la Beata Maria De Mattias, altra seguace di S.
Gaspare, fondatrice delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, che
guidò per tutta la vita, condividendone il lavoro e le pene per le sorti
del nascente Istituto.
Nominato Rettore generale
dei Missionari del Preziosissimo Sangue, rimase per 25 anni
ineguagliabile padre per tutti con impareggiabile saggezza e prudenza,
aumentando le fondazioni in Italia e all'estero.
Fu così cercato e benvoluto dalla gente che anche il Papa Pio IX che ammirava le sue virtù gli chiese spesso consiglio.
Nel
1849, ascoltando le suppliche ardenti di don Giovanni, il Papa estese a
tutta la Chiesa la festa del Preziosissimo Sangue di Gesù.
Morì
investito volontariamente da una diligenza il 12 gennaio 1873 a Roma.
L'ultima buona azione di don Giovanni fu quella di perdonare il
vetturino che l'aveva travolto.
La sua salma,
riposa accanto a quella del suo maestro S. Gaspare nella Chiesa di S.
Maria in Trivio (a fianco della fontana di Trevi) a Roma.
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