Dati di antichissima tradizione danno come autore del
secondo Vangelo Marco, eco fedele della catechesi di Pietro per le
comunità cristiane. Tra le testimonianze della Chiesa antica ricordiamo
due del secondo secolo: Papia, che afferma: “Marco, che era stato
interprete di Pietro, scrisse accuratamente, non però in ordine, quello
che ricordava delle parole e delle azioni del Signore” (cf Eusebio,
Storia ecclesiastica 3,39,15), e Ireneo, verso la fine del secolo:
"Marco, discepolo e interprete di Pietro, anch'egli ci trasmise per
scritto le cose predicate da Pietro" (Contro le eresie 3,1,1). Si
ritiene che Marco sia il primo a raccogliere in un fatti principali
della vita di Gesù e alcuni suoi insegnamenti. Prima di lui ci sono
tradizioni orali della predicazione degli apostoli e dei loro primi
collaboratori. Finché si sente l'esigenza di metterli in scritto per
offrire alle comunità un racconto continuo su Gesù, utile per la fede e
la vita cristiana. L'insistenza sulla croce e sulle sofferenze che
attendono i discepoli è un indizio delle circostanze in cui fu redatto
questo vangelo: in tempo di persecuzione, forse a Roma sotto Nerone.
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